E' Lights il nuovo album del cantautore palermitano Fabrizio Cammarata. Un disco ricco di ottimismo, un disco che trova nell'amore la speranza. Un inno alla vita. L'intervista
(@BassoFabrizio)
Per capire la rotta di Fabrizio Cammarata bisogna ascoltare le sue canzoni e le sue parole. E lasciarsi trascinare dalle fidate correnti che lui affronta col virtuosismo di un nocchiero antico. Il suo ultimo disco si intitola Lights ed è figlio di un processo creativo procelloso che però là in fondo mostra tante luci. Nelle tracce dell'album s i intrecciano riflessioni sull’importanza delle verità più profonde, che scaturiscono dal fermarsi (Run Run Run) e parole d’amore lasciate al vento come in Timbuktu. In Eileen esplora il tema della libertà raggiungibile in una relazione d’amore e lo fa citando un poeta bengalese: "L’amore è come un elefante che vuole essere legato a un palo con un sottile filo di seta. Può scappare quando vuole e senza fatica, ma non lo fa: sceglie il legame ed è comunque libero". Per accogliere meglio le sue Lights lo ho intervistato.
Partiamo dalle luci, da Lights.
Questo disco si può comprendere nella sua pienezza solo dopo avere ascoltato il precedente Of Shadows dove andavo a indagare le nostre ombre.
Un altro mondo, insomma.
Lì era un viaggio nell'anima, figlio di un periodo particolare per me. Avevo bisogno di analizzarmi.
Cosa è cambiato?
Mi sono buttato in un mondo nuovo, ho pubblicato una raccolta di brani più luminosi della mia personalità.
Chi sei?
Una persona solare nella vita e melanconica nella musica.
Perché dici che il processo creativo è stato difficile?
Guarda, praticamente era tutto pronto per la registrazione e poco prima di entrare in studio di registrazione ho capito che quel mondo che mi preparavo a cantare non esisteva più.
Quindi ti sei fermato?
Dovevo mettere coerenza tra me stesso e quello che rappresento.
Come hai preceduto?
Ero in un vortice emotivo, non potevo sfruttare la memoria. La mia vita in diretta mi ha indotto a cambiare tutto partendo da un paio di idee e nulla più.
Così si sono accese le luci?
Sono diventate qualcosa di diverso. Non è una luce univoca ma tante piccole luci. Se devo dare una definizione dico tante piccole stelle polari.
Come biglietto da visita hai scelto Run Run Run.
Sì perché oggi corri e corri ma non porti mai nulla a casa. E' un invito a mettere a fuoco la realtà: tu credi di correre e invece sei fermo.
Come questo principio incide sul concetto di amore?
Anche nella melanconia custodisce una luce. Deve esserci libertà dentro un legame. Intorno a me vedo troppi amori che si sviluppano su progetti calcolati.
Conseguenza dell'amore in rete?
Quella è una rivoluzione come quella industriale o agricola. E' pericolosa ma è una prova in più da superare. Sarò un utopista ma l'amore è rispetto anche quando le cose non vanno bene. E non si costruisce sui like. E comunque sempre parliamo di un elefante e in filo di seta.
Cosa fa la differenza?
Riconoscersi nel filo.