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Chiara Galiazzo emoziona col tour più piccolo del mondo

Musica

Fabrizio Basso

Chiara Galiazzo

Sarà anche il tour più piccolo del mondo ma è un tour che ti scatena emozioni come il mondo. Brava, coraggiosa e vera Chiara Galiazzo che abbiamo seguito nell'ultima data, quella milanese di questo intenso viaggio di musica e parole

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(@BassoFabrizio)

Chiara Galiazzo fa riscoprire la musica in una dimensione intima. Un grande merito nella stagione degli effetti speciali. Un palco piccolissimo, un pubblico proporzionale al proscenio, un pianoforte, poche luci d’effetto. E' tutti qui il Tour più piccolo del mondo, sembra una ibseniana casa di bambole e ciò favorisce una atmosfera intima che si crea fin dalle prime note tra artista e pubblico. L'artista veneta, che pubblicherà nei prossimi mesi il suo nuovo album, si è inventata una tournée sperimentale, ricca di suggestioni e di sguardi, perché in quel contesto sì che puoi guardarti negli occhi. Poche le date in giro per l’Italia, per non tradire il concetto di piccolo, e gran finale, anzi "piccolo" finale a Milano. Chiara sale sul palco del Teatro Gerolamo di Milano, per lo show finale, in presenza di molti fan, ma anche della sua famiglia, del suo fidanzato e dei suoi producer, per un’atmosfera ancora più amichevole e diretta.

Accompagnata al pianoforte, unico strumento presente, dal bravissimo Elio di Nardo, Chiara quasi timida e imbarazzata, di fronte a quello che lei stessa definirà il mio pubblico più difficile, canta L’esperienza dell’amore, con si libera da ogni timore e regala subito l’emozione della sua voce. La minuscola cornice rende il tutto ancora più fatato, con le piccole luci che cambiano colore per sottolineare il mood e l’andamento dei pezzi. Finita la canzone, saluta, ringrazia, riconosce volti e amici tra il pubblico e quella piccola insicurezza dei primi momenti scompare come se non fosse mai esistita. Si instaura subito un rapporto vero che sfocia in un dialogo naturale e spontaneo. Poche parole tra un pezzo e l’altro per introdurre i brani, che aggiungono magia alla magia. In qualsiasi altra location tutto ciò sarebbe stato impossibile e non ci sarebbe stato il modo di cogliere fino in fondo la simpatia e la genuinità di Chiara, così come il suo irresistibile accento veneto che emerge simpaticamente di tanto in tanto e che mi ha fatto venire voglia di ribattere, qualche volta, con un paio di frasi di...repertorio.

L’umanità e la storia personale di Chiara Galiazzo vengono raccontate anche e soprattutto dalla musica e dalle canzoni, dirette e personali, in cui si racconta senza vergogna e senza nascondere nulla. Dopo due respiri, la cover di Somewhere over the rainbow, eseguito in maniera personale e sentita, quasi sussurrando le parole al microfono, è un volo verso l'infinito. Il pubblico coglie la bellezza delle parole è ancora non è finita la canzone che gli applausi arrivano come uno scroscio di pioggia. La scenografia si arricchisce solo di una piccola nuvola di cotone fai-da-te realizzata dalla stessa Chiara. Un piccolo segnale di come sappia sempre meravigliare e meravigliarsi. Si stupisce come un bambino di fronte al giocattolo quando riesce finalmente ad accendere il piccolo led viola all’interno della sua costruzione. Con questo tocco alla scenografia, il concerto prosegue saltando dai suoi classici ai nuovi pezzi come il nuovo singolo Pioggia Viola, scritta con J-Ax, accolta da un applauso calorosissimo. Vigoroso come quello riservato alle super hit Un giorno di sole o Nessun posto è casa mia. L’encore riserva una grandissima sorpresa: dopo L’ultima canzone del mondo e Stardust, sale sul palco Michele Bravi dopo un silenzio artistico di molti mesi per questioni personali. Un duetto semplice ed emozionante su Grazie di tutto. Poi Chiara abbraccia il suo amico, anche lui un po' creatura di X Factor, e si salutano e salutano il pubblico tenendosi per mano. Un bellissimo gesto e una profonda dichiarazione di amicizia con cui si chiude il sipario. Ma un concerto così non si chiuderà mai per chi lo ha vissuto. Questione di cuore.