È l’undicesimo disco del cantautore che lo presenta così: «Un cantico per tutte le creature, per la molteplicità, per la frattura tra le specie e tra uomo e natura»
«Un cantico per tutte le creature, per la molteplicità, per la frattura tra le specie e tra uomo e natura», così Vinicio Capossela presenta la sua ultima fatica, l’undicesimo progetto discografico in studio. Il disco, scritto, composto e prodotto da Vinicio Capossela, è stato anticipato dall’uscita del brano “Il Povero Cristo” con un video di Daniele Ciprì avente protagonisti Enrique Iatzoqui (già Gesù ne “Il Vangelo secondo Matteo” di Pasolini), Marcello Fonte (palma d’oro a Cannes con “Dogman”) e Rossella Brescia.
Un lavoro che tramite l’allegoria vuole raccontare e spiegare il presente
“Ballate per uomini e Bestie” è frutto di un lavoro durato sette anni, spiega Capossela che con questo progetto vuole sottolineare un attuale ritorno al Medioevo, inteso come sfiducia nel sapere e perdita del sacro. Evocando un medioevo fantastico con cavalieri erranti, creature magiche, fate, santi e animali estinti, il cantautore usa la ballata per riavvicinarsi proprio a quella sacralità smarrita che dà accesso al mistero della natura. Una ballata che, spiega Capossela, attinge dalla tradizione dei trovatori, con le loro figure allegoriche che possono aiutare a capire il presente. Un lavoro anche musicalmente diverso, con stili mai esplorati in precedenza e strumenti desueti: «Ci sono diversi brani di 'punk medioevale' – dice - si può ascoltare quindi la dirompenza di strumenti un po' antichi come quello del cromorno, la viella, i flauti e poi c'è una parte di orchestra sinfonica». I quattordici brani di cui è composto il disco strizzano l’occhio, oltre che alla tradizione dei testi medievali, anche a classici come John Keats o Oscar Wilde.
Nell’album anche una canzone dedicata a Tiziana Cantone
Il paragone col Medioevo, secondo Capossela, si può vedere paradossalmente anche nell’utilizzo di Internet, con le immagini che hanno la prevalenza sulla parola scritta, e la diffusione delle superstizioni e delle fake news. Un concetto che il cantautore esplicita nel brano “La Peste” che dedica a Tiziana Cantone, la 31enne napoletana che ha deciso di togliersi la vita dopo la pubblicazione di un video hard girato dal suo ex ragazzo e finito in rete: «Una delle cose più terrificanti della rete – dice Capossela al riguardo - è la possibilità di distruggere le persone, e il caso di Tiziana Cantone è una colpa collettiva, chiunque abbia diffuso quel video e ci ha riso sopra le ha dato una coltellata. Ma il problema è che quasi nessuno ha la consapevolezza di aver fatto qualcosa di sbagliato o del male a qualcuno». Siamo vittime di un’epoca buia, sostiene il cantautore, in cui però l’arte può essere d’aiuto, se non altro per renderci consapevoli: «Questa è un'epoca di individualismo collettivo però credo che occorra osservare le cose – afferma - cantare per esempio della 'pestilenza' può servire a creare degli anticorpi, a fortificare. L'arte aiuta sempre così come la cultura, una cultura non come forma di ostentazione del sapere ma come strumento di conoscenza per comprendere la complessità delle cose».
La tracklist di “Ballata per uomini e bestie”
- Uro
- Il Povero Cristo
- La Peste
- Danza macabra
- Il testamento del porco
- Ballata del carcere di Reading
- Nuove tentazioni di Sant’Antonio
- La belle dame sans mercì
- Perfetta letizia
- I musicanti di Brema
- Loup Garou
- La giraffa di Imola
- Di città in città (e porta l’orso)
- La lumaca