Dodici domande ai Cranberries su In The End, nuovo album con la voce di Dolores O’Riordan

Musica

Fabrizio Basso

La cover di In The End dei Cranberries
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Cranberries salutano con un ultimo disco, In The End, che chiude il percorso di una band che ha segnato un’epoca e che la morte improvvisa della frontwoman Dolores O’Riordan ha interrotto. Li ho intervistati

(@BassoFabrizio)

E’ sempre difficile incontrare qualcuno sapendo che sarà l’ultima volta. Ancora peggio quando questo qualcuno non ti dice, sapendolo, che sarà l’ultima volta. Ma questa è un’altra storia, è una storia di ignavia e di silenzi che anche se vanno attribuiti a un’altra persona, la responsabilità è tua che non lo hai capito. E tempo ne hai avuto. Ma c’è chi sa essere attore e farti credere cose che farà ma che ne4lla sua anima, nella sua testa neanche pensa di fare. Dunque, se ci caschi ripetutamente, puoi solo fare un mea culpa e prendere atto che ti sei fidato di chi, con te, neanche un castello di carte ha voluto costruire. I Cranberries salutano con un ultimo disco, In The End, che chiude il percorso di una band che ha segnato un’epoca e che la morte improvvisa della frontwoman Dolores O’Riordan ha interrotto. Per accomiatarsi scelgono di metterci la faccia e delle parole in forma di musica. Li ho incontrati nella tentacolare Milano.

Come è nato l’album?
Noel: Nel 2017, mentre eravamo in tour, abbiamo iniziato a scrivere nuove canzoni durante il tour acustico. Sono stati mesi in cui abbiamo scritto e messo insieme idee La creazione ha avuto luogo tra giugno e dicembre 2017 poi Dolores morì gennaio 2018. A fine febbraio abbiamo preso in mano le tracce e controllato cosa avevamo negli hard disk e le tracce audio erano tante e forti quindi abbiamo preso la decisione, in accordo con la famiglia di Dolores, di fare uscire il disco quindi siamo tornati in studio il 16 aprile 2018 abbiamo iniziato a lavorarci
Fergal: Da un punto di vista emotivo è stato difficile. Un grande carico emotivo gravava su di noi: era passato poco dalla dipartita di Dolores ed era difficilprocedere però abbiamo deciso di gestire la cosa in modo professionale e di creare un suono migliore possibile soprattutto per lei. Ci siamo concentrati sul lavoro e anche il produttore ci ha incoraggiato e spronato. Questo disco di addio contiene undici tracce, ce n’erano altre non finite che non sono state inserite perché non erano sufficientemente buone.
Come sarà gestita la promo e l’estetica dei Cranberries visto che lei non c’è?
Noel: Dolores non ci sarà, non ci saranno immagini o video che la ritraggono perché senza di lei non sarebbe la stessa cosa. Nessuno di noi apparirà in un video ed ecco perché non ci siamo noi nella cover dell’album ma ci sono dei ragazzi, una Idea chiara fin dall’inizio. Promozione la stiamo facendo da un paio di mesi sullo sviluppo del progetto ed è così che deve essere. Anche dalla stampa inglese è stato accolto bene. L’album era finito un anno prima della morte quindi è stato accolto in maniera molto positiva e forse anche meglio di altri lavori fatti in passato. Ci teniamo che le persone vicino a lei abbiano rispondano positivamente.
I ricordi più intensi che lascia Dolores sono come persona e artista?
Riaffiorano maggiormente quelli degli albori quando facevamo molte prove, suonavamo piccoli club, ci muovevamo con un mini van, tutte situazioni che hanno poi portato allo sviluppo della sua carriera artistica.
L’idea di uscire velocemente dopo la morta di Dolores?
Abbiamo iniziato a lavorare subito perché non abbiamo perso solo un membro della band ma anche e soprattutto una amica quindi sono entrate molte emozioni in gioco. Le abbiamo ascoltato tutte e abbiamo messo insieme le demo e i pezzi di registrazione sparsi sugli hard disk. Per noi è stato il momento giusto, perfetto senza pensare al fatto che ne sarebbe poi uscito un album. Nel disco ci sono testi emotivi concepiti per essere parte di un lavoro che sarebbe stato pubblicato in un disco. Lei arrivava da tre anni complicati, un periodo difficile, Dolores aveva divorziato , aveva avuto problemi psicologici ma ne era uscita. Magari le persone che ascoltano ci vedranno di più, in realtà non avevamo la sfera cristallo. Questo disco è la celebrazione della band, la celebrazione di Dolores.
Cosa farete in futuro?
La band è finita quindi non suoneremo più insieme come band. Ci fermiamo sappiamo che è frustrante però è così. Sapevamo che, una volta entrati in studio, avremmo suonato le canzoni per la prima e ultima volta. E’ stata una carriera lunga e proficua ma dobbiamo accettare la realtà così come è “In the end” è l’ultima canzone che abbiamo registrato. Magari ci saranno documentari ma non produrremo nulla di nuovo. Dobbiamo accettare la realtà. Per quanto riguarda il futuro personale non sappiamo ancora, non ci abbiamo ancora pensato ma resteremo attivi nel mondo della musica.
La cover come nasce?
E’ stata realizzata dal fotografo con cui abbiamo fatto i primi album , era sua l’idea del divano. Aveva sentito che stavamo lanciando un album e ha contattato il management e si è proposto per la copertina e noi abbiamo accolto la proposta.
Come va interpretata?
C’è una duplice interpretazione. Potremmo essere noi che abbiamo iniziato negli anni 90, vedi i vestiti Oppure stiamo consegnando la nostra eredità musicale alle prossime generazioni. La richiesta che ci ha fatto il fotografo è di non dire mai chi sono questi bambini, quindi rimane un segreto.
La figura di Stephen Street come produttore?
Era sensato per noi rivolgerci a lui perché è una relazione portata avanti da anni ed era la persona giusta da coinvolgere in un frangente così difficile. Conosceva bene Dolores. Spesso ci si riferisce a lui come al quinto membro della band.
L’ipotesi documentario?
Abbiamo del materiale video che ha preceduto pubblicazione del primo album e stavamo pensando a costruirci un documentario prima della morte di Dolores. Poi le cose sono cambiate quindi capiremo con BMG cosa farne. Durante la nostra carriera ci siamo presi delle pause per sanità mentale. Dal 1990 al 1996 abbiamo lavorato no stop con conseguenze pesanti quindi abbiamo fatto pause e ci siamo fermati per poi tornare con la volontà di continuare a fare musica. Non volevamo che diventasse meramente un lavoro. Ogni album rappresenta un momento della nostra vita come musica e testi.
Avete rimpianti?
No. L’unico è che Dolores non sia qui con noi per continuare a suonare produrre e fare musica.
Avete pensato all’idea del concerto con ologramma?
Ci hanno proposto tour con ologramma: follia.
Avete anche pensato all’idea del concerto tributo con amici?
No, non abbiamo programmato nulla non lo sappiamo, adesso facciamo promo poi si vedrà.

 

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