Francesco De Gregori va Off The Record: l'intervista, la scaletta, il divertimento

Musica

Fabrizio Basso

Francesco de Gregori fotografato da Daniele Barraco
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Francesco de Gregori con Off The Record sarà in scena da giovedì 28 febbraio al Teatro Garbatella di Roma. Dal 28 febbraio al 27 marzo, il cantautore terrà una serie di concerti, 20 in totale e già tutti esauriti, nella piccola sala del teatro romano, di fronte ad un pubblico di 230 spettatori a sera. In Off The Record, De Gregori e la sua band (Guido Guglielminetti al basso e contrabbasso, Carlo Gaudiello al piano e tastiere, Paolo Giovenchi alle chitarre e Alessandro Valle alla pedal steel guitar e al mandolino) proporranno sera per sera una scaletta molto variabile, quasi improvvisata

(@BassoFabrizio)

Per cominciare ci si diverte. Francesco De Gregori  prende la residenza per un mese la Teatro Garbatella di Roma e per venti sere (già sold out) racconta la sua musica a 220 persone per volta. Una bellezza esserci, un privilegio avere assistito alla data zero, in un tardo pomeriggio romano, quando fuori si respira già la primavera e dentro è estate, perché il Principe racconta il film della nostra vita atttraverso le sue canzoni. L'acustica è buona e fin da subito hai la sensazione che in quel luogo tutto possa succedere. Lui ha il cappello e gli occhiali scuri ma quando si tratta di chiacchierare compaiano gli occhiali da vista e questa concessione aumenta la sensazione di famigliarità, di casa. Tutto intorno, su e giù dal palco, si respira tanta voglia di divertirsi. Invoca le le luci della sala accese e quando nota un po' di perplessità aggiunge "se volete le luci spente siete proprio dei tradizionalisti".

Francesco de Gregori ci parla delle scenegrafie di Paolo Bini?
E' un artista molto bravo e inatteso in un teatro. Ci sono una qualità e una disciplina in tutto questo. Lo trovo dirompente, modernissimo, pop.
Quale è il valore aggiunto?
Questa sua voglia di mischiare le carte, di fare un fondale per un musicista, è una cosa importante. È un incontro delle arti fondamentale. Questo fondale illumina, dà ritmo, mi sembra sia giusto per accompagnare le canzoni.
Come ha creato la scaletta?
Il repertorio scelto, mi riferisco a canzoni come San Lorenzo o A Pà, è scomodo. Fossi andato a Sanremo con queste canzoni non sarei arrivato primo e sarei stato ansioso di un giudizio sicuramente non positivo. Queste sono canzoni che possono essere fatte per 230 persone per volta. Non capisco quale sia la frattura tra le mie canzoni e quelle che passano in radio.
Ci sono anche tre canzoni di Bob Dilan.
La scaletta è mobile. In queste prove generali ho voluto mettere tre brani di Dylan, domani potrebbe non esserci nessuna di queste. Il nucleo fisso è quello finale in cui faccio le canzoni main stream. Ma anche queste saranno variabili di sera in sera.
In che modo?
Ci saranno anche La donna cannone e Alice, Buonanotte fiorellino che non erano presenti in queste prove. Uno che venisse per venti sere vedrebbe ogni volta un concerto più o meno diverso. In tutto ho pensato a 64 canzoni che ruoteranno, provando il pomeriggio per la sera.
Saranno registrate queste 20 serate?
Non registro nulla, non si filma nulla. Come riportato anche in scaletta (ogni sera il pubblico ricevera, all'ingresso la scaletta e in fondo c’è un invito a non usare i cellulari durante tutto lo spettacolo, ndr). Non ci sarà traccia di tutto questo. Qui giace un uomo il cui nome fu scritto nell'acqua, dice John Keats. Ecco, questi concerti sono scritti sull’acqua.
Cosa si aspetta dal pubblico?
Io rispetto il pubblico al punto tale che non voglio debba aspettarsi nulla. Tutte le sere do la scaletta dei pezzi che verranno eseguiti, come si fa nei concerti di musica classica, e mi aspetto che battano le mani.
Come mai il Garbatella?
Bello il teatro, nessuna scelta ideologica.
Cosa c'è dietro al desiderio di inventare queste 20 serate?
La voglia di saltare i meccanismi consolidati di questo mestiere e tornare a una dimensione ridotta dove si crea un altro tipo di dialogo. Il pubblico mi può vedere da vicino, c’è fisicità.
Oggi è inusuale.
Io sono di quelli che hanno fatto una gavetta bellissima. Suonare per 15/30 persone a quell’età era un sogno. È una cosa, una dimensione, ficcata nella mia vita di artista. Allora perché non tornare a questo. Mi piace suonare e provocare.
L'incipit della scaletta di queste prove sembra una provocazione.
Non è un incipit casuale. Viva l’Italia è una canzone che ultimamente rifiutavo e che ora torno ad accettare. Non è una canzone legata all’attività politica ma al mio amore per questo paese.
Che pensa dell'ipotesi di legge che imporrebbe quote precise di canzoni in lingua italiana da trasmettere in radio?
Mi sembra una stronzata. Non so cosa sarebbe stata la mia vita da musicista se non avessi sentito in radio canzoni straniere.


OFF THE RECORD: Teatro Garbatella dal 28 feb al 27 marzo per un totale di 20 serate. Sul palco con Francesco De Gregori ci saranno Guido Guglielmetti basso e contrabbasso, Carlo Gaudiello piano e tastiere, Paolo Giovenchi chitarre, Alessandro Valle pedal steel guitar e mandolino.

DE GREGORI & ORCHESTRA GREATEST HITS LIVE: tour estivo con orchestra di 40 elementi (anche in questo contesto niente di girato. Se la situazione lo convincerà andrà poi in studio a registrare con l'orchestra). Le date:
11 e 12 giugno Terme di Caracalla Roma
14 giugno Teatro Antico di Taormina
30 giugno Lucca Summer Festival
9 luglio Palazzina di Caccia di Stupinigi Torino
10 luglio Marostica
16 luglio Firenze
21 luglio Fasano
23 luglio Soverato
20 settembre Arena di Verona

SCALETTA PROVE GENERALI
Viva l'italia
Ma che razza di città
Desolation row (Via della povertà)
I shall be released (Come il giorno)
La guerra
Cecando un altro Egitto
Stelutis alpinis
A pa'
Condannato a morte
Cardiologia
Show time
Sweetheart like you (Un angioletto come te)
La leva calcistica della classe '68
Generale
San Lorenzo
Il cuoco di Salò
Miramare
Rimmel

Spettacolo: Per te