AC/DC, nel nuovo album il ritorno di Brian Johnson?

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La voce di “Back in Black” ha confessato ai Terrorizer di essere al lavoro con gli storici compagni

Non è stata la stampa ma una band metal a tirare fuori uno degli scoop più attesi dai fan degli AC/DC. I Terrorizer, di rientro in America dopo la conclusione del loro tour europeo, hanno annunciato sul loro profilo Facebook ufficiale di aver incontrato in aeroporto Brian Johnson, voce della band australiana tra il 1980 ed il 2016 (quando lasciò per essere rimpiazzato da Axl Rose), e che questi avrebbe confermato di essere pronto a tornare con i suoi storico compagni in vista dell’incisione di un nuovo disco. «Sì, è vero. Sono stanco di negarlo», avrebbe sussurrato l’ex frontman di una delle più grande band hard-rock di tutti i tempi ai membri del gruppo metal che gli chiedevano notizie circa il futuro suo e della band.

Le voci su un nuovo album degli AC/DC

Le prime voci circa un riavvicinamento di Johnson ai suoi vecchi compagni erano iniziate a girare la scorsa estate, quando l’ex frontman della band, che aveva lasciato nel 2016 nel corso del “Rock Or Bust Tour” in seguito ad alcuni problemi di salute, è stato avvistato a Vancouver presso il Warehouse Studio. Le sue sale, infatti, hanno ospitato le session di registrazione degli album "Stiff Upper Lip" del 2000, "Black Ice" del 2008 e "Rock or Bust" del 2014 e giusto pochi giorni prima di Johnson erano Stevie Young e Phil Rudd, ad essere beccati negli studi di registrazione della città canadese. Insomma mancherebbe all’appello solo Angus Young, che però è di fatto l’anima degli AC/DC. Insomma, siamo nel campo delle ipotesi ma molti elementi portano ormai nella stessa direzione. Intanto una certezza intorno agli AC/DC c’è ed arriva dalla casa d’aste Nate Sanders Auction di Los Angeles, che il 31 gennaio mette all’asta una lettera autografata di Bon Scott, risalente al 1978.

La cavalcata di una delle più grandi band della storia

La produzione degli AC/DC è ferma al 2014, quando Angus Young e soci diedero alle stampa “Rock or Bust”, sedicesimo disco del gruppo. Un gruppo del quale, rispetto, alle origini, è rimasto proprio il solo chitarrista. Johnson, che nel 1980 aveva preso il posto di Bon Scott alla morte della storica voce della band, aveva lasciato tre anni fa per problemi di salute, ma due anni prima anche Malcolm Young, fratello di Angus, si era fatto da parte per motivi analoghi (per poi morire nel 2017) lasciando spazio al nipote Steve Young. Nel frattempo anche il batterista Phil Rudd si era fatto da parte per coltivare la sua carriera da solista. Insomma, Angus Young è attualmente l’unico superstite dalla nascita del gruppo datata 1973 su iniziativa sua e del fratello Malcolm. Di lì a poco si unirono il cantante Dave Evans, il bassista Larry Van Kriedt e il batterista Colin John Burgess, ma la formazione cambiò più volte prima di arrivare a quella con la quale arrivò il successo planetario, ovvero con Bon Scott alla voce, Phil Rudd alla batteria e Cliff Williams al basso. I successi del gruppo sono innumerevoli: da “Highway To Hell” a “Hell’s Bells”, da “Back in Black” a “T.N.T.”, passando per “It’s a Long Way To The Top” e “Thuderstruck”.

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