Un viaggio nella Themagogia di The André: tradurre, tradire, trappare

Musica

Fabrizio Basso

E finalmente ecco Themagogia, il primo album di The André, il cantautore mascherato che ha portato il mondo di Fabrizio De André nell'emisfero Trap della musica. Lo abbiamo intervistato

(@BassoFabrizio)

L'uomo mascherato non è più quello che ruba ai ricchi per dare ai poveri, ma è quello che canta la nostra epoca. In occasione dell'uscita del suo primo album Themagogia ho sperato di guardare in faccia e non solo negli occhi quel fenomeno che è dilagato sul web e si chiama The André ma non è stato possibile perché si è presentato a volto coperto. Lo scorso weekend si è aperto con una nuova uscita molto interessante. Le sue versioni di brani editi con cui omaggia Fabrizio De André hanno conquistato milioni di persone in rete e ottenuto anche l'approvazione di Dori Ghezzi. In Themagogia, The André propone una sola rivisitazione, gli altri brani saranno tutti inediti nei quali il cantautore sviluppa alcuni temi trattati nella musica trap a modo suo.

Come è nato The André?
Io nasco sul web, cantavo le canzoni trap cambiando il contesto musicale.
Poi però hai virato.
Mi sto evolvendo, traduco nel senso che i testi sono legati ai testi trap ma è come se avessero dato un tema: io lo svolgo a modo mio tenendo parole che richiamino alla canzone di riferimento.
Come mai hai deciso di nascondere la tua identità? Per quanto tempo la terrai nascosta?
Nei miei primi video io non comparivo, c’era la mia voce e sullo schermo si muovevano diapositive. Dovendo portare fuori la mia musica ho preferito continuare a tenermi nascosto. Vorrei che passasse prima la musica.
Ti mostrerai prima o poi?
Non so per quanto la nasconderò, questo progetto è partito meno di un anno fa e sta procedendo molto velocemente. Al momento non ho intenzione di mostrarmi, non penso sia realmente interessante sapere chi sono!
Quale è il tuo legame con Fabrizio De André?
Io sono cresciuto ascoltando Faber, ho imparato a suonare la chitarra grazie a lui. Molti dei suoi messaggi mi sono entrati dentro e per come l’ho capito io lo condivido a pieno.
Come ti approcci a lui?
Con il mio progetto musicale non voglio scimmiottarlo ma omaggiarlo immaginando come si sarebbe posto nei confronti di questo cantautorato trap.
Con che criterio scegli i testi e che legame hai con loro?
Inizialmente cantavo i brani che conoscevo. Poi frequentando il mondo della trap ho capito che non è il solito prodotto, fa parte di un modo di esprimersi di un gruppo culturale. La mia non è una traduzione letteraria ma una traduzione da un mondo a un altro. I testi che scelgo sono quelli che mi permettono di dire qualcosa.
Cosa significa il titolo dell’album?
Gioca sul mio nome d’arte: The André, Themagogia. Sto dando al pubblico quello che vuole, il trash, facendo musica come piace a me.
Ti vedremo presto live?
Quando abbiamo iniziato era l’ultima cosa che volevo fare. Abbiamo concluso una stagione estiva molto importante. In programma ci saranno alcuni appuntamenti più teatrali che iniziano il 30 marzo a Roma. Per la prossima estate vediamo cosa succederà, sicuramente parteciperò a qualche festival.

 

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