Gravity Wave è il nuovo singolo dei vicentini Reese e fa parte dell'album Black Russian. E' una delle canzoni più melodiche del disco. Vi mostriamo in anteprima il video
Ogni tanto anche i Reese suonano delle love songs e Gravity Wave, presente nel disco Black Russian, è una di queste. L’album contiene al suo interno diverse tematiche legate alla sfera più o meno personale e questa diversità di tematiche si constata anche nella proposta piuttosto eterogenea della band, che alterna momenti veloci e potenti ad altri più pacati e riflessivi che trovano una corrispondenza nei testi delle loro canzoni.
In questo contesto Gravity Wave ha la sua collocazione fra le canzoni più melodiche e tranquille dell’album, pur conservando la dinamicità che è uno dei tratti distintivi del disco. Le strofe sono più rilassate, mentre i ritornelli sono un’esplosione di energia ma, a differenza di altre canzoni dell’album, in Gravity Wave questa esplosione è piuttosto controllata e incanalata in un flusso positivo e non esplode nella potenza di certi altri brani del disco che trattano di stati d’animo più turbolenti.
Il testo di Gravity Wave è un susseguirsi di immagini e suggestioni che descrivono lo stato estatico nel quale ci si trova quando si è innamorati. Ci si sente in balia di una sorta di onda gravitazionale che ci attrae verso l’oggetto del nostro desiderio, togliendoci l’equilibrio e facendoci percepire la realtà in maniera diversa. Il video è stato girato da Luca Sammartin, presso gli studi di Produzioni Fantasma nei dintorni di Vicenza (città natale della band) nell’ ottobre del 2018 con l’ausilio di un green screen ed effetti grafici aggiunti in post-produzione. Il centro del video è la performer Alessandra Cavuto che, con semplici movimenti del corpo, interpreta la sensualità di una parte del testo. All'artista è stata data totale libertà di espressione, senza alcuna coreografia prestabilita. Ogni movimento del corpo è stato dettato dall’ impulso istintivo di reazione alla musica.
Le immagini della band e della performer si susseguono su uno sfondo cangiante e quasi psichedelico, come a ricordare l’atmosfera onirica nella quale ci si trova durante l’innamoramento. Le immagini diventano via via più complesse e gli effetti grafici aumentano in una sorta di progressione estatica che altera totalmente la visione dei personaggi e li fonde con lo sfondo, come se quest’onda gravitazionale che dà il titolo al brano sconvolgesse la percezione della realtà creandone una nuova. Le immagini scelte per lo sfondo sono mutevoli e ricordano qualcosa di liquido, a richiamare l’onda che dà il titolo al brano. Le luci usate per illuminare i personaggi sono volutamente soffuse e quasi chiaroscurali, di contrasto con il resto, come a significare che il mondo da noi percepito viene via via soppiantato dalla sconvolgente onda gravitazionale. Allo stesso modo, nel testo si notano degli elementi naturali che cambiano la loro forma in virtù di questa nuova sensazione: la cascata che invece di essere d’acqua è di sabbia, la neve che si trasforma nei fiocchi bianchi che cadono dai pioppi, l’immagine del cielo violaceo che può destabilizzare perché non si riesce a capire se sia di un tramonto o di un’alba.