Mihail, intervista al fenomeno di Who You Are?

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Mihail
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In attesa di venire a suonare in Italia il 28 marzo a Milano e il 30 a Roma, l’artista russo, ma romeno “di adozione” continua a spopolare con il tormentone Who You Are? Ecco l’intervista a Mihail.

di Marco Agustoni

Gli è bastata una canzone per passare da artista amatissimo in Romania, dove si è trasferito in giovane età dalla Russia al seguito della famiglia di origini moldave, a stella a livello europeo. Quel brano si intitola Who You Are? e ha portato Mihail alla ribalta internazionale.

L’anno prossimo, il 28 marzo ai Magazzini Generali di Milano e il 30 al Largo Venue di Roma, si esibirà anche nel nostro paese. In attesa di sentirlo suonare dal vivo, ecco l’intervista a Mihail in cui parla di sé e dei suoi progetti futuri.

È stato difficile passare dal romeno di Ma ucide ea e Dans Nocturn all’inglese di Who You Are?

Non è stato necessariamente un cambiamento. Anche perché la prima canzone che ho scritto era in inglese! Dipende tutto dalle vibrazioni che sento in un certo momento.

Il video di Who You Are? sembra molto spontaneo: come è stato girato?
La cosa bella di quel video è che non abbiamo mai avuto uno script definito. È stato tutto spontaneo e improvvisato, noi avevamo solo in mente la location e sapevamo che volevamo usare una zattera. Il resto è venuto da sé.



Stai lavorando a un disco internazionale?
Quando non sono in tour, mi troverai sempre in studio a registrare. Sto lavorando su vari progetti in questo momento, ma non so ancora qualche uscirà per primo. Spero di potervi far sentire qualcosa di nuovo entro la fine dell’anno.

Come suonano i tuoi brani dal vivo e cosa ci dobbiamo aspettare dai tuoi live?
Mi piace descrivere i miei concerti come un esperimento in corso. Non c’è un genere definito, si tratterà di uno show eclettico che trascinerà gli spettatori attraverso vari stati mentali.

Pittura, fotogragia, design… hai sperimentato varie forme artistiche: questo influenza la tua musica?
Questi diversi ambiti non si influenzano necessariamente, ma si completano l’un l’altro, tanto da permettermi di correlare la mia musica con una sua espressione visiva.

Il tuo background personale quanto influenza il tuo modo di fare musica?
Come persona e come artista, sei definito dalle cose che ti piacciono. Da bambino ero circondato dalla cultura russa, per cui è naturale che alcune influenze arrivino da lì. Trasferendomi in Romania, ho potuto scoprire una serie di artisti straordinari che perseguivano la loro arte con una dedizione tale, da ispirarmi a sviluppare un mio percorso iondividuale.

Quando hai capito di poter sfondare non solo in Romania, ma in tutta Europa?

Non credo che sia qualcosa per cui ti puoi preparare. Il successo e il riconoscimento non sono il mio scopo principale, sono semplicemente fortunato a poter fare quel che mi piace e ancora più fortunato ad avere gente che lo apprezza.

 

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