Addio a Charles Aznavour: è morto l'ultimo istrione

Musica

Fabrizio Basso

E' morto Charles Aznavour. Aveva 94 anni, origine armene e un animo da istrione che ha incantato più generazioni. Lo abbiamo visto l'ultima volta in concerto nel 2016. Un piccolo ritratto di questo artista straordinario

(@BassoFabrizio)

L'ultimo acuto dell'istrione, chi scrive, lo ha ascoltato il 14 settembre del 2016 all'Arena di Verona. Un luogo magico. Dove una felpa può diventare un lenzuolo di stelle, dove uno sguardo può diventare un amore, dove il tempo si ferma e si libera in volute palindrome. Lì Charles Anzavour ha cantato. In nome di un qualcosa che non era ancora neanche un seme. Ma con dietro una storia lunga, infinita, profonda. Di quelle che ti guardi negli occhi e ti dici: ti conosco da sempre. Se ne è andato, Charles Aznavour, lasciandoci ricordi, emozioni e una agenda piena come quella di chi fra neanche un mese compie 22 anni e ha davanti una vita e affianco (forse) un amore. E magari impossibile. Perché li arriva la voce di Charles, dove nulla è impossibile. Lui se ne è andato oggi, a 94, anni, e ancora saltellava sul palco. E' l'onda lunga della Rive Gauche, lui nato a Parigi, figlio di un cuoco e di una immigrata armena, viene scoperto nel 1946, tra le macerie della seconda guerra mondiale dall'usignolo Edith Piaf. Il successo arriva nel 1950 con Sur ma vie, canzone che è già sintomatica di una persona che cammina diritta per la sua strada. E lo farà per tutta la vita. Perché seguire il proprio percorso è saper cogliere l'amore, la passione, sapere mettere uno iato con quello che ti circonda. E' attraversare una notte come fosse una vita intera. E' un bisticcio che si estingue in un sorriso. Seguire propria strada è essere felici. Anche quando hai il mondo contro e che cammina, per stagioni di vita, controcorrente.

Sono gli anni sessanta che fanno di Aznavour un mito di fama mondiale. Si comincia con Tu t'laisses aller (1960), e poi ecco Il Faut Savoir (1961), La mamma (1963), Et PourtantFor Me Formidable (1964) e Que c'est triste Venise (1964), La Bohème (1965) e Désormais (1969). Procedendo nel tempo, in Italia collabora con Milva, Laura Pausini e Milva. Mentre Iva Zanicchi è la sola artista con la quale crea un intero album. Al contrario molti artisti italiani hanno voluto interpretare sui brani. E mentre ciò accadeva lui si dedicava, oltrechè alla musica, al cinema, totalizzando più di 60 film. Una carriera avventurosa, accompagnata da tre matrimoni per un totale di sei figli. L'ultimo, quello vero, che non è stato mangiato da poche pagina di calendario, è con Ulla. Ora l'Istrione canta altrove. Perché c'è sempre un dopo a una poesia. La sua è stata lunga molti decenni. Magari un'altra è lunga un rosario di mesi ma è battezzata da un assaggio di settimana santa e quindi vale lo stesso. Charles Anzavour ha ottenuto, nel 1971, il Leone d'Oro a Venezia per il film Morire d'Amore. Ed è quello che avverrà domani. Anche senza di lui.

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