Una festa per i 35 anni di carriera. Voivod fanno scatenare Milano in una serata che ha visto sul palco anche Game Over e Nightrage. I Voivod hanno fatto un concerto che ha ripercorso tutta la loro storia e hanno anche proposto brani del nuovissimo album The Wake. La RECENSIONE
(@BassoFabrizio)
La notte è di quelle che si preannunciano lunghe. E dure. Arrivano a Milano i Voivod per celebrare i 35 anni di carriera e raccontare il nuovo album The Wake. prima di loro sul palco i ferraresi Game Over con le loro canzoni trash metal rabbiose e i greco-svedesi Nightrage con un death metal più melodico ma non per questo meno incisivo.
E' il momento dei Voivod e del loro immaginario futuristico, distopico e cibernetico che ispira i loro testi. Difficile identificarli in un genere preciso: troppo diretti per fare progressive, troppo poco “cattivi” per fare thrash, troppo melodici per il punk e troppo legati agli strumenti tradizionali per sconfinare nell’industrial. Le loro canzoni sono ricche di cambi di velocità, dissonanze, stacchi, tempi dispari che rendono la loro musica aliena, difficile da assimilare ma allo stesso tempo immediatamente distinguibile. Giocano con la strumentazione producendo effetti spaziali, cibernetici, futuristici. La voce a volte stralunata, a volte avvolgente, a volte stridula del singer Snake (all'anagrafe Denis Belangér) sottolinea le esasperazioni e i terrori di un futuro in cui la tecnologia dominerà l'umanità. La scalett oscilla con equilibrio in tutte le epoche dei Voivod. Si parte con la recente Post Society del 2016 per poi volare nel passato con Ravenous Medicine, inno contro la scienza degenerata e senza regole e presente nel loro capolavoro del 1987 Killing Technology. Dietro la batteria c'è il brizzolato Away; accanto ai due membri storici della band, in formazione dal 1983, i più giovani Chewy (Daniel Mongrain), alla chitarra, e Rocky (Dominique Laroche), al basso. Si continua in bilico tra i brani dell’ultimo album, tra cui Obsolete Beings, Iconspirancy, Fall e Always Moving, e i super classiconi della band come Into the Hypercube, The Prow o Order of the Blackguards. Tra la band e il pubblico c'è empatia. Aspettando il gran finale la band si presenta accennando una piccola fanfara per ogni membro del gruppo e chiede un applauso speciale per Piggy (Denis d’Amour), membro fondatore del gruppo, morto nel 2005. La tristezza viene dissolta tuffandosi nell’album d’esordio, il punkeggiante War and Peace del 1984. Si chiude con Overreaction, sempre dal capolavoro Killing Technology. Poi la band raggiunge i fan per foto ricordo, strette di mano, abbracci e chiacchere...la festa continua.