Torna, a quattro anni di distanza dall’ultimo progetto discografico, Riccardo Sinigallia con Ciao Cuore, l’album uscito per Sugar. Lo abbiamo intervistato per farcelo raccontare
(@BassoFabrizio)
Ci vogliono tatto e magia per trasformare le canzoni in personaggi. E poi ci vuole quel gran tessitore di vita che si chiama cuore. Ed è proprio da questa parola che parte il nuovo viaggio musicale di Riccardo Sinigallia, che si intitola Ciao Cuore ed è pubblicato da Sugar. Lo abbiamo intervistato per farci raccontare questa sua nuova avventura.
Partiamo con un approccio poetico.
Aprire il disco i versi di un poeta contemporaneo mi è sembrata una provocazione. Ritorna spesso nelle mie canzoni il rapporto tra musica e poesia.
Il punto di origine?
Credo che siamo tutti un po' figli della Beat Generation, lì sono le radici.
Concetto temerario oggi quello di radici.
Si tende a perderle. Ricordarle è un segno. E io credo che iniziare con So delle cose che so è il passaggio perfetto dal precedente disco a questo.
Ciao Cuore è condivisa con Valerio Mastrandrea.
C'è voluto del tempo per affrontare il tema di Federico Aldrovandi. Da tempo avevo le due pagine scritte da Valerio e io ho dovuto fare un lungo percorso per arrivare a questa testimonianza politica e sociale.
La forza della parola: lei come la doma?
Io scrivo con la passione di un modellista di aerei in un'epoca in cui la guerra si combatte a colpi di clic.
Come nasce una canzone?
Le parole arrivano da non so dove. Poi il tempo si prende il suo...tempo. E finalmente contestualizzo.
Come si sviluppa la tracklist.
Non sono in ordine cronologico e non è un concept. Ogni canzone è una emozione della mia vita. Ogni canzone si appoggia su una persona o un oggetto. Questo disco si sfoglia come un album di famiglia.
Ciao Cuore è stato il primo singolo.
In Sugar la hanno voluta fortemente.
Non è un brano leggero.
Lo so, è criptico. Gioco molto su un significato che si innesca nella relazione tra parole e musica. Non serve che sia nitida ma deve essere attitudine.
Chiude il disco con A cuor leggero: oggi si può vivere a cuor leggero?
Reputo eccezionale sapere applicare la leggerezza. Si può e si deve.
Il tour?
Da gennaio. Ho già le idee abbastanza chiare. Sarà elettrico ed energico. In saletta qualche sorpresa e la certezza che i classici ci saranno. Non posso non farli.
C'è una stretta collaborazione con suo fratello: andate d'accordo?
Litighiamo spesso ma abbiamo un grande affiatamento artistico. Le racconto un episodio: lavoravamo su Lasciarsi un giorno a Roma di Niccolò Fabi e mentre bisticciavamo lui suonava ed è nata la canzone.
Su che altri progetti lavora?
Il nuovo album dei Deproducers, una colonna sonora. Studio i synth modulari di nuova generazione. Studio sempre chitarra e pianoforte. Scrivo nuove canzoni.
Il proponimento?
Dedicarmi di più a me.