Il mondo di oggi raccontato da Gatto Panceri nel suo lavoro Pelle d'Oca e Lividi. Un viaggio lungo come un doppio disco di una volta. Lo abbiamo intervistato
(@BassoFabrizio)
C'era una volta il cantautore. E c'è ancora. In versione più moderna e contaminata ma con una chiave della lettura della realtà che chi lo ascolta con un pizzico di attenzione non può che sentirsi catturato da quelle parole e farle proprie. Uno di questi lettori del vero è Gatto Panceri, da poco uscito con l'album Pelle d'Oca e Lividi. Lo abbiamo intervistato.
Un disco monumentale.
E' come un doppio album di una volta. io non sono un tipo da singoli.
Quindi è coraggioso.
Vado in controtendenza: c'è poca voglia di ascoltare e io faccio un concept. Ho fatto tutto da solo nel mio studio. Questo mi fa sentire più completo. Poi ho fondato la VivoPerlei edizioni.
Obiettivo?
Cercare nuovi autori. Si cercano gli interpreti e ci si dimentica degli autori. Servono nuovi stimoli.
Come presenta il suo album?
Un piede è nel passato cantautorale ma è impreziosito da elettronica, rythm & blues e latin jazz. Sono tutte canzoni vere, anche quando si respira spensieratezza non sono scatole vuote.
La missione?
Lavorare sull'emozione.
Si considera un cantautore?
No, sono un musicista autore. Che ha suonato quasi tutti gli strumenti.
Le piace la musica di oggi?
Riflette la società. La trovo spesso misera di contenuti e diseducativa. Bisogna ricordare che una buona canzone fa bene all'anima.
Rispetta questo assioma?
certo. Se non fa bene all'anima non la incido
Come si definisce?
Un musicista serio. Per nulla stantio.
Cosa resta delle canzoni d'amore?
Non deve essere intrisa di romanticismo. Una volta bastavano due rime e due moine e si accalappiava il pubblico femminile. Oggi bisogna essere attuali e non retorici. L'amore per antonomasia è sublime.
E' social?
Ho creato il divano live e mi ci dedico. Lo sono abbastanza. E il mio cane è una web star.
La sua estate?
Un po' di concerti e a settembre novità sui singoli!