Stragà, l'astronauta è tornato sulla terra per...Guardare fuori

Musica

Con il tormentone L’AstronautaStragà ha dominato la stagione radiofonica del 2000. Ora il cantautore è tornato nei negozi con Guardare fuori (Alman Music/Self), dieci tracce in cui l'artista si racconta a cuore aperto e si interroga sull’esistenza, sulla forza, sulla debolezza e sulla capacità di affrontare la quotidianità. L'INTERVISTA

(BassoFabrizio)

Per essere artisticamente e umanamente onesti e sinceri bisogna sì guardarsi dentro ma soprattutto bisogna Guardare Fuori. Lo sa bene Federico Stragà che ha scelto di titolare così il suo nuovo album, un viaggio nell'animo umano tra ironia e profondità giocato sul filo dell'equilibrio.

Stragà come nasce il disco?
Ci tengo intanto a precisare che è il primo da me prodotto in toto. Io ascolto poca musica per cui non c'è condizionamento.
Cosa è per lei la musica?
Relax.
Musicalmente come è Guardare Fuori?
Ci sono suoni attenti, non uniformati. Gli strumenti sono suonati, mi sono concesso qualche assolo. Quando lo proporrò dal vivo cercherò di uscire dai solchi dell'album.
Come nascono le parole?
Non c'è dietro un grande calcolo. Ho verificato con l'esperienza che quando mi metto a giocare con la chitarra prima o poi una frase che mi spinge verso una canzone esce. Lo vivo come un sogno da acchiappare.
Le appare già in forma definitiva?
Diciamo che l'idea nasce in dieci minuti e me ne accorgo perché ho una sensazione bella di spontaneità. Il sessante per cento è già buono, poi lo sviluppo.
Il suo rapporto con i social?
Non è buonissimo. Mi piace ancora cercare la gente.
Tante cose sono cambiate...
lo vedo, lo sento. Fin dall'inizio mi sono appoggiato alla forza della scrittura. Scatena una forza intrinseca che non può essere allontanata.
Cosa è vero?
Una chitarra in spiaggia è vera. E' vero ovunque si respira il senso dell'esistenza.

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