Paul McCartney: dai Beatles alla carriera da solista

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È uno dei più grandi cantautori di tutti i tempi e a 76 anni continua ad emozionare con la sua musica. Dai Beatles alla carriera da solista, ripercorriamo la storia di sir Paul McCartney.

Non c’è persona al mondo che non conosca e abbia canticchiato, almeno una volta nella vita, un suo successo, eppure, a 76 anni, Paul McCartney continua a fare musica e a incantare il pubblico. Dal successo planetario e inaspettato coi Beatles alla carriera da solista, passando per momenti bui e leggende metropolitane, ripercorriamo la vita e la carriera del musicista inglese.

Gli inizi con i Beatles

Nato a Liverpool il 18 giugno 1942, James Paul McCartney perde la madre all’età di 14 anni e trova rifugio nella musica, a cui si avvicina grazie al padre. Entra come chitarrista nei Quarrymen, il gruppo fondato dal compagno di scuola John Lennon, a cui si aggiunge presto anche George Harrison.

Nel 1960 la band prende il nome definitivo di “The Beatles” e, dopo gli inizi al Cavern Club di Liverpool, comincia a suonare in giro per l’Europa. Nel frattempo, Paul McCartney è passato a sostituire il bassista e alla batteria è arrivato Ringo Starr.

Grazie al manager Brian Epstein, i quattro ragazzi riescono ad avere un successo planetario: dai primi brani “Please Please Me” e “She Loves You”, in tutta l’Inghilterra e, successivamente, in tutto il mondo, scoppia la Beatlesmania. La capacità compositiva di John e Paul è inarrestabile e il gruppo consegna alla storia canzoni entrate nel mito: “Lucy in The Sky With Diamonds” (con i suoi chiari riferimenti all’uso di droghe), “Yellow Submarine”, “Come Together”, “Yesterday” e tante altre. 

Dopo il coinvolgimento in alcuni progetti da solisti, il 10 aprile 1970, i Beatles si sciolgono definitivamente, lasciando come eredità alcuni dei brani più note e amate della storia della musica. Paul McCartney è l’autore di successi come “Michelle”, “Eleanor Rigby”, “Penny Lane”, “Hey Jude”, “Let it be” e tanti altri.

La carriera da solista

Contemporaneamente allo scioglimento dei Beatles, Paul McCartney intraprende la carriera da solista, con un album, “McCartney”, che comprende brani scritti durante la permanenza nel gruppo e mai incisi prima dai Fab Four. Comincia la collaborazione tra Paul e Linda Eastman, la fotografa che il musicista aveva sposato nel 1969 e che gli sarà accanto nella vita e sul palco fino al 1998, anno della prematura scomparsa.

Proprio con Linda, McCartney forma i Wings, che saranno attivi fino al 1980. Tra gli anni Settanta e gli anni Ottanta, Paul McCartney continua a pubblicare album e a riscuotere grande successo di critica e di pubblico, con brani come “Band on the run”, “Junior’s farm”, “Mull of Kintyre”.

Il 1980 è un anno duro per il cantante: viene arrestato per possesso di marijuana in Giappone e il suo amico e collaboratore storico John Lennon viene ucciso per mano di un fan.

McCartney si riprende nel 1982, quando torna in classifica con il singolo “Ebony and ivory”, inciso in coppia con Stevie Wonder, e con “Say say say”, cantata con Michael Jackson.

Negli anni Novanta, il musicista comincia a riproporre dal vivo anche i successi dei Beatles e ha un altro stop a causa della morte della moglie, dopo una lunga malattia. Successivamente, comincia ad avvicinarsi anche ad altri stili musicali, componendo musiche per balletto, alternandole alla produzione pop.

La produzione musicale del cantautore prosegue con sperimentazioni e ritorni ai suoni del passato. L’ultimo album di inediti di Paul McCartney  è “Egypt Station”, in uscita a settembre 2018. Il 26 luglio 2018, il cantante è tornato ad esibirsi al Cavern Club di Liverpool, lo storico locale in cui tutto era cominciato.

Una leggenda metropolitana vuole che Paul McCartney sia morto nel 1966 in un incidente d’auto e il suo posto sia stato preso da un sosia. I promotori di questa versione sostengono che nelle canzoni dell’ex Beatle siano presenti numerosi simboli e messaggi subliminali che confermerebbero la tesi della sostituzione.

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