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Sting, dai Police alla carriera da solista

Musica

La carriera di Sting è costellata di grandi successi, prima con la band dei Police, da cui tutto è partito, e poi con i numerosi riconoscimenti ottenuti da solista

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Ha venduto oltre 100 milioni di dischi in tutto il mondo, prima con i Police, il gruppo di cui è stato cofondatore nel 1976, poi con la straordinaria carriera da solista: Sting è ancora oggi uno dei compositori e strumentisti più apprezzati del panorama musicale internazionale.

I primi anni: i Police

Nato il 2 ottobre 1951 a Newcastle, in Inghilterra, come Gordon Matthew Thomas Summer, ha sempre desiderato staccarsi dalla sua città natale. Prima di diventare musicista, Sting ha fatto l’insegnante di inglese e di disegno ma contemporaneamente suonava nei locali di jazz. Pare che proprio in quel periodo sia nato il soprannome con cui adesso lo conoscono tutti, grazie a una maglietta a strisce che metteva spesso e che lo faceva sembrare un’ape (Sting in inglese significa "pungiglione").

Nel 1976 forma i Police con il batterista Stewart Copeland e il chitarrista Henry Padovani, poi rimpiazzato da Andy Summers. Siamo nel periodo del punk ma i Police si distaccano dalla moda dell’epoca e propongono un pop rock con sonorità molto pulite e curate.

Il singolo “Roxane”, del 1978, li lancia a livello internazionale e poi, con la loro canzone più famosa, “Every breath you take” sono entrati di diritto tra le band più influenti della storia della musica. Nonostante 5 album, 6 Grammy e 2 Brit Awards, il gruppo si scioglie nel 1983. Nel corso degli anni i Police si sono riuniti diverse volte, in occasione di eventi o iniziative particolari.

Il successo da solista

Dopo essersi cimentato anche nella recitazione, nel 1985, Sting pubblica il suo primo album da solista, “The dream of the blue turtles”, un disco pop-jazz contenente il singolo “If you love somebody set them free”, che diventerà uno dei suoi cavalli di battaglia.

L’album successivo, “Nothing like the sun”, del 1987, oltre a vincere il disco di platino, è considerato uno dei dischi rock più importanti degli anni Ottanta.

La partecipazione a progetti con Amnesty International a favore dei diritti umani e ad iniziative volte alla salvaguardia dell’ambiente fanno conoscere un altro lato del cantautore inglese.

“The Soul Cages”, è l’album che Sting ha scritto dopo la morte di suo padre, nel 1991, ed è il disco che lo riconcilia con la sua famiglia e le sue origini. Ne fanno parte successi come “All this time” e “Mad about you”.

I successivi album non fanno che confermare la qualità delle composizioni del musicista, “Ten Summoner’s Tales” contiene brani che sono diventati dei veri e propri cult, come “If I ever lose my faith in you” e “Fields of gold”.

Il resto della carriera da solista di Sting è costellato di riconoscimenti e successi, alternati da progetti sperimentali, come “Songs from the labyrinth”, un disco di musica per liuto del XVI secolo dedicato al compositore rinascimentale inglese John Dowland.

A dieci anni dal suo precedente album in studio, “Sacred love”, il cantautore pubblica, nel 2013, “The last ship”, parte di un progetto che comprende un musical ambientato nell'industria navale.

Del 2016 è “57th & 9th”, un disco di canzoni pop-rock, seguito, nel 2018, da un album scritto in collaborazione con Shaggy, il cantante giamaicano con cui incide “44/876” e con cui intraprende un tour che lo porta anche in Italia. Sting sarà il 26 luglio a Cagliari, il 28 luglio a Roma (con Shaggy), il 29 all’Arena di Verona, il 30 a Napoli, il 1° agosto a Taormina, il 3 ad Ascoli Piceno (con Shaggy), il 4 a Trani (con Shaggy) e il 5 agosto a Cattolica.