La carriera e l’ascesa di Silvano Albanese, in arte Coez, il rapper che è arrivato al successo grazie alla sua svolta cantautorale e alle tante collaborazioni.
Ha stravolto le regole del rap, ha rivoluzionato il cantautorato e fuso i suoi generi per scalare le classifiche e far breccia nel cuore dei più giovani, e non solo. Il successo di Silvano Albanese, conosciuto nel mondo della musica con lo pseudonimo di Coez, non è però arrivato al successo improvvisando. La sua storia è ricca di imprevisti ed è la rappresentazione di un artista che si è formato attraverso anni di gavetta.
Prima di Coez: il Circolo Vizioso e i Brokenspeakers
Nonostante il suo accento non riveli particolari sulla sua origine, Silvano Albanese è nato a Nocera Inferiore, ma sin da subito si è spostato con la famiglia a Roma. È la Capitale ad accoglierlo e a fare da “tela” ai suoi primi progetti da writer. Il suo esordio al mircofono arriva con “Il Circolo Vizioso”, progetto che lo vede affiancare i suoi colleghi della Scuola Cinematografica, Franz e Nicco. Nel 2007 la conoscenza di Bruno Cannavicci “Snais” porta alla formazione del collettivo Brokenspeakers, che con il tempo si fa conoscere in tutta Italia grazie all’apertura di concerti come quello di Busta Rhymes, dei Club Dogo e di Richard Benson.
Gli esordi da solista di Coez
Pochi anni più tardi, in parallelo con l’esperienza con i Brokenspeakers, Coez tenta la fortuna anche come solista: nel 2009, ecco il suo album d’esordio, Figlio di nessuno, capace di spaziare dal racconto del disagio generazionale all’esperienza di vita di un artista, senza dimenticare fama e soldi. Argomenti differenti, trattati con una varietà di toni che faceva già intravedere le qualità di Coez. Arrivano poi in rapida successione Fenomeno, mixtape in collaborazione con Sine e l’EP Senza mani, disponibile in download gratuito.
La svolta solista con “Non erano fiori”
Con il passare del tempo, Coez si dedica sempre più ai progetti da solista, riuscendo a mixare il suo animo da rapper, le rime e uno stile che non ha ancora subito le influenze del cantautorato pop. A far accendere i riflettori sul suo percorso di artista a tutto tono è però Nella casa, singolo accompagnato da un videoclip che denuncia la situazione del mondo della discografia. L’11 giugno 2013 arriva la tanto attesa svolta con “Non erano fiori”: Coez si lega infatti alla casa discografica Carosello Records e collabora con profitto con Riccardo Senigallia. Al suo interno, brani che strizzano l’occhio alla musica leggera, come Lontana da me, Vorrei portarti via e Siamo morti insieme e che hanno consentito a Coez di partecipare tra i giovani al Music Summer Festival e di entrare nella Top 10 della Classifica FIMI Album. La musica proposta da Coez trasuda le difficoltà di un periodo particolare, che l’artista riporta nei suoi testi con una vena oscura. Utilizzando la scrittura come terapia, Coez parla più volte del concetto di morte, trattandola in diversi brani
Le collaborazioni e il successo di Niente che non va
Dopo aver concluso l’esperienza del suo “concept album”, Coez abbandona lo stato cupo in cui si era riversato per avviare una serie di prolifiche collaborazioni, tra cui quella con Gemitaiz e MadMan per Instagrammo. Dopo un anno passato a scrivere e ad arrangiare, Coez completa il terzo album da solista, Niente che non va, pubblicato il 4 settembre e anticipato dal singolo La rabbia dei secondi. Dello stesso album fa parte anche Costole rotte, brano denuncia liberamente ispirato alla tragica morte di Stefano Cucchi. È il lavoro che segna il passaggio definitivo dal rap alla musica cantautorale.
La consacrazione di Coez: Faccio un casino
L’album che però consente a Coez di consacrarsi come astro nascente della musica italiana è Faccio un casino, anticipato dalla pubblicazione di ben quattro singoli: l’omonimo Faccio un casino, Taciturnal e Occhiali scuri ed E yo mamma, omaggio di Silvano Albanese alla madre e al suo carattere forte. Barceloneta sancisce invece la collaborazione con il duo composto da Carl Brave e Franco 126, e riesce ad ottenere il disco d’oro dalla FIMI. Il suo brano più conosciuto è però il quinto estratto da Faccio un casino: si tratta di La musica non c’è, dichiarazione d’amore atipica che è valsa sei dischi di platino e la vetta della classifica Top singoli. Una canzone universale, in grado di piacere a tutti, e accennata anche dall’ex premier Matteo Renzi. L’ultimo suo lavoro lo rivede al fianco di Gemitaiz con Davide, altro brano denuncia sui costumi della società attuale. Il successo di Coez è stato confermato da un tour spesso sold out, in cui emerge l’animo del rapper a fianco allo spirito ribelle del writer, alla gavetta da ex montatore di palchi ai concerti, che impreziosiscono e “graffiano” l’indole cantautorale di un rapper atipico e portacolori della musica indie.