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Cremonini 2018 concerto a Bologna tra sentimenti e poesia. Omaggio a Lucio Dalla

Musica

Fabrizio Basso

Cesare Cremonini (Foto Prandoni)

Bologna abbraccia Cesare Cremonini. Un ritrovo tra vecchi amici, solo che hanno riempito uno stadio e fatto festa per una notte. Musica, poesia, lacrime per l'ultima data di Cremonini Stadi 2018. Omaggio a Lucio Dalla con Caro Amico

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(@BassoFabrizio
Inviato a Bologna)


Giocare in casa non è facile e così Cesare Cremonini sceglie di esorcizzare la sua Bologna con stelle filanti, una giacca bianca e poche parole. Un inizio caldo nonostante una acustica che in tribuna non rende onore a una delle voci più rock degli ultimi vent'anni. Vincono subito l'emozione e una partenza che con Possibili Scenari lascia capire che sarà un viaggio lungo e colorato, sulle strade che dai colli bolognesi portano al mondo. Dopo l'Intro (Cercando Camilla)Possibili scenari arriva il singolo Kashmir-Kashmir il clima è già caldo, lui, sulle note di PadreMadre, si sfila la giacca bianca e resta con una camicia che raccoglie le sfumature dell'oro e dell'argento. La voce intanto si scalda e il catino del Dall'Ara ribolle come poche volte nella sua storia. Compresa quella calcistica. Fatica a trovare un posizione ma per l'attacco di Il comico (Sai che risate) si impone di stare davanti alla sua band.


BOLOGNA ABBRACCIA IL SUO LATIN LOVER

Chi non ha mai visto nascere una dea non sa cosa è la felicità...chi non ha una risposta la può trovare ascoltando Cesare Cremonini che canta La nuova stella di Broadway. Dopo una travolgente ondata rock, ora Bologna è avvolta da una lunga carezza. Un attimo di buio e sboccia Latin Lover accolta da un mormorio che diventa boato. Lui è in piedi, capo leggermente reclinato su una passerella che sembra la tavolozza dei possibili scenari. Lui dice fidati di me e la sua gente lo fa, lo farebbe a occhi chiusi. Il tempo di rifiatare ed ecco Lost in the weekend: le luci sul palco sono schegge impazzite, poi raggi laser colorano lo stadio. Nuovo look per Cesare: maglia nera e giacca rossa. Guardare il palco è mettere la testa in un caleidoscopio. Si scivola verso il finale della prima parte con Un uomo nuovo e Buon viaggio (Share The Love), che Cesare affronta in maglietta e con i suoi musici alle spalle, solo tre, con l'amico di sempre Ballo.


CESARE CREMONINI DIVENTA PIANO-MAN  EOMAGGIA LUCIO DALLA CON CARO AMICO TI SCRIVO

Un a solo di tromba prepara il Dall'Ara al momento in cui Cesare Cremonini lo abbraccia da solo al piano. Si parte Figlio di un re, dietro colori acidi e il trombettista in dissolvenza. Scende qualche lacrima sulle note melanconiche di Una come te, accolte da un battito di mani ritmato ed eseguita quasi come fosse un ragtime. C'è ancora tempo per Vieni a vedere perchè, illuminata da migliaia di telefoni cellulari mentre su di lui piove un unico raggio di luce, come fosse un pianista di pianobar. Giunge il momento dell'omaggio a Lucio Dalla con Caro amico: è un momento di magia. Le sei e ventisei chiudono il momento acustico, poi si riparte con un posto che mi piace e si chiama Mondo e per identificarlo ecco una sventagliata di laser. Quindi Logico, preceduto da fuochi artificiali e da colate laviche sugli schermi e poi Grey Goose che canta l'epica e l'epopea dell'Angelina più celebre d'Italia. Anche il pubblico, che non ha smesso di cantare per un secondo ha la necessità di rifiatare e dunque, preceduta da una intro molto Prog ecco la versione acustica di Dev'essere così: per l'occasione si accende un tatami a fianco al palco, è lì che il tempo sembra fermarsi con quel senso di sospensione affidato a un gioco di computer che sembra far lievitare una parte del pubblico, come se un'area del Dall'Ara fosse soppalcata. E la zona palco invasa da sciami di lucciole rosse.


MARMELLATA, ROBIN E LA PROMESSA DI GIORNO MIGLIORE: CREMONINI FA SOGNARE UNA CITTA'

I novanta minuti di una partita di calcio sono scivolati via, forse anche il recupero. Ma in questa sera speciale il cronometro non conta, gira a vuoto. O forse proprio non gira. Ma ciò non toglie che c'è un tempo massimo anche per Cesare Cremonini e Bologna. Il gran finale si apre con Il Pagliaccio accompagnato da un martellare di tamburi e da scariche elettriche che fanno vibrare il cuore: Cremonini è una macchia nera su uno sfondo rosso. Difficile raccontare cosa accade quando il pubblico riconosce le note 50 Special, il capolavoro dei Lùnapop dal quale tutto è iniziato, quei colli bolognesi che hanno fatto sbocciare Cesare. La fa con Ballo al suo fianco, l'unico rimasto di quel periodo incredibile. Cesare prima di attaccare il brano racconta di quanto si sente a casa a Bologna. Per dimostrarlo raggiunge le transenne e si regala un abbraccio fisico con un po' di fan. Poi parte la Vespa 50. La coppia e le sue dinamiche, i ricordi, la polvere che si deposita sui sentimenti viene declinata nella struggente Marmellata #25: indossa la maglia del Bologna, la numero 10. Le parole sono nel dna di Cremonini e quindi non poteva mancare l'incursione Poetica, illuminata da tante lampadine sul maxi schermo, seguita da quell'elegia dell'uomo normale che si annida nei versi di Nessuno vuole essere Robin. E' il momento dei saluti e dei ringraziamenti, della commozione, degli sguardi velati. Ma dopo una serata così tra poche ore sarà l'alba e ad accoglierci, siamo certi, ci sarà Un giorno migliore.