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Biagio Antonacci, concerto a Milano: recensione e scaletta

Musica

Fabrizio Basso

Biagio Antonacci (foto di Francesco Prandoni)

Biagio Antonacci in concerto a Milano, al Forum di Assago. Due sere sold out, abbiamo partecipato a uno dei due live per raccontarvi, oltre alle due ore abbondanti di concerto, la scaletta del concerto, gli ospiti del concerto e le canzoni di Biagio Antonacci

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Il mago delle scalette. Biagio Antonacci è uno dei pochi artisti italiani che sa tenere alta l'emozione dei fan per tutto il concerto e andiamo oltre le due ore. Perché la sequenza delle canzoni ha un equilibrio superiore. Cosa significa? Molti raggruppano il nuovo disco in un preciso momento oppure la parte acustica spegne l'energia...invece un concerto di Biagio, e chi scrive lo conosce da anni e di suoi concerti ne ha visti parecchi, è come mettere l'occhio in un caleidoscopio: ogni volta che giri la ruota cambiano i colori e le sfumature ma non le suggestioni. E così giovedì 10 maggio, al Forum di Assago di Milano, seconda data milanese di questo tour, per più di due ore oltre diecimila persone hanno cantato, ballato, pianto, applaudita senza assaggiare un milligrammo di stanchezza. E, incredibile, anche l'acustica di un posto tante volte criticato proprio per i suoni ha funzionato.

LA SCALETTA, LA RECENSIONE

La serata poggia su 26 canzoni e un corposo medley acustico. Si parte con il Migliore e subito dopo ecco Sappi Amore mio, un brano che accende subito i cuori. Antonacci raccoglie fiori, reggiseni, messaggi, sciarpe, il palco sembra un suk d'amore. Lui ringrazia tutti, ringrazia che, in questa stagione di crisi, ha acquistato il biglietto, si è fatto carico di un viaggio, di una cena e magari di una maglietta: "Fino all'ultimo grammo di corde vocali questa sera vi restituirò la fiducia che avete riposto in me". Si riparte con Insieme Finire, Noi ci facciamo compagnia e Quanto tempo ancora: è difficile raccontare cosa succede, ci sono almeno quattro generazioni al Forum e tutte cantano, un abbraccio collettivo difficile da vedere in questa stagione della vita. Ecco Fortuna che ci sei, Tu sei bella e Non è mai stato. Biagio, da attento osservatore della realtà, non perde l'occasione per dire la sua su un paese con una classe politica discutibile, che è rimasta ferma a tanti anni prima: ha appena finito di dire, e oggi l'attualità ne moltiplica il valore visto che è datato 1994, Non è mai stato facile. L'amore torna protagonista con Il cielo ha una porta sola, Tra te e il mare, Vivimi e Sei nell'Aria. E' il momento di un virtuale intervallo, è quello del medley acustico che ci porta alle origini di Biagio e si apre con Danza sul mio petto; seguono Le cose che ho amato di più, Così presto no, Fiore, Una stanza quasi rosa, Non so a chi credere. Sono tutti seduti su cuscini tranne Biagio che è su uno sgabello. Sono nel cuore della gente. Il ritmo torna alto con Ti penso raramente e Dolore e Forza poi Vorrei amarti anch'io, l'epica Pazzo di lei e la poesia di Buongiorno bell'anima. L'ultimo blocco di canzoni è un inno alla musica italiana, all'amore a un rimeggiare cortese oggi, aihmé dimenticato: Mio fratello, Se è vero che ci sei, Se io se lei, Iris, Sognami, Non vivo più senza te e la sempre fresca Convivendo (a chi ha la memoria corta ricordiamo che Convivendo è un progetto del 2004 costituito da due album, un esperimento che poi ha avuto tanti emulatori ma la paternità è solo di Biagio Antonacci). Qualche minuto di pausa e poi il bis, la presentazione della band e l'ultimo abbraccio col pubblico: In mezzo al mondo, eseguita piano e voce, e Liberatemi, "la canzone che più mi rappresenta".

L'AFTERSHOW

Il Forum di Assago si svuota. Restano appese nell'aria le parole di Biagio, le sue canzoni. Si respira gioia. E' stata una serata speciale. Abbiamo viaggiato nelle nostre vite per trent'anni. Proprio in questo 2018 ricorrono i tre decenni dal suo passaggio a Sanremo nelle Nuove Proposte con Voglio vivere in un attimo. Era il 1988. Dietro il palco è stato allestito uno spazio per brindare a questa ricorrenza e abbracciare il ragazzo di Rozzano diventato un popstar. Ci sono i suoi musicisti, gli amici, un paio di giornalisti, Barbara D'Urso e Alba Parietti. Un manipolo di privilegiati, ammettiamolo, che ha alzato un calice con lui. E salutandolo, prima di chiudere la serata, gli abbiamo ricordato che oltre a essere il mago delle scalette, è suo uno degli incipit live più belli degli ultimi vent'anni. Era il tour di Convivendo è Antonacci appariva con la corona sul capo cantando Mio padre è un Re. Siamo certi che nel ricordarlo Biagio si è un po' commosso. Perché le cose belle sono sempre commoventi.