Elio e Le Storie Tese: arrivedorci o addio?

Musica

Fabrizio Basso

Elio e Le Storie Tese sono pronti a concludere la loro carriera in grande stile, dopo 37 anni di successi, hit radiofoniche provocatorie e tour imprevedibili! A tal proposito la band dichiara:"Gli Elio e le Storie Tese si sciolgono veramente? Sì. Non ci hanno ripensato neppure dopo la grande dimostrazione di affetto e interesse nei loro confronti suscitata dalla notizia del loro scioglimento. Hanno davvero deciso di sciogliersi". Martedì 19 dicembre, al Mediolanum Forum di Assago - Milano (ore 21.00) si terrà il loro Concerto d’Addio (sold out). Sul palco: Elio (voce), Faso (basso), Cesareo (chitarra), Christian Meyer (batteria), Jantoman (tastiere), Diego Maggi (tastiere), Paola Folli (voce) e Mangoni (artista a sé)

(@BassoFabrizio)

"Abbiamo iniziato la nostra carriera per farci le foto con i cantanti, ma una cosa che non sanno i molti è che la nostra passione principale non è salire sul palco bensì fare le conferenza stampa. Arrivare a dire che ci siamo costituiti come gruppo solo per fare le conferenze stampa sarebbe troppo, ma immaginatevi come siamo vogliosi di sentire quello che ci vorrete chiedere”. Ogni incontro con Elio e le Storie Tese è sempre sul filo dell'ironia e non fa eccezione quello che è stato annunciato come il concerto definitivo. Perché il vero addio è stato posticipato: "La cronologia è molto importante: abbiamo annunciato lo scioglimento e il concerto finale nel marzo 2017 da un teatro di Londra, osannati dalla folla ma c’erano stati anche degli scazzi. Per mesi abbiamo suonato in giro dicendo che ci saremmo sciolti, non c’erano reazioni. Poi un giorno l’hanno detto quelli delle Iene e allora è diventato vero. Dal giorno dopo, tutti hanno iniziato a parlare dell’ultimo concerto degli Elii e siamo stati sommersi da un’ondata di affetto che non ci attendevamo. Improvvisamente siamo passati da un estremo all’altro. Giorno dopo giorno si è affacciata questa ipotesi che accanto al concerto d’addio che abbiamo organizzato, pensando a una cosa in grande, fosse più adatto fare un tour d’addio, vista la quantità di persone che voleva salutarci. E quando Friends & Partner ce l’ha chiesto, abbiamo accettato”.

Subito dopo arriva una precisazione, per evitare false polemiche: "Non è un colpo gobbo per chi ha comprato il biglietto pensando fosse la nostra ultima esibizione -aggiunge Faso- abbiamo deciso di attuare una mossa di correttezza suprema perché chi ha programmato di arrivare da lontano, non aspettandosi una data vicina a casa, ora potrà entrare gratuitamente al concerto più prossimo presentando il biglietto del Forum di Assago. Abbiamo sempre cercato di rispettare chi viene a vederci”. E ironicamente ha aggiunto che la serie di concerti era necessaria per accontentare tutti quelli che chiedevano loro biglietti omaggio, chiaramente disponibili in numero limitato.

La presenza a Sanremo non è invece stato un elemento determinante per il tour: Elio racconta comeClaudio Baglioni li abbia invitati a dare il loro ultimo addio al pubblico dal palco del teatro Ariston, a cui il gruppo è legato fin dall’infanzia: “È un’occasione per sottolineare ancora una volta, anche al pubblico che normalmente non ci segue, che la nostra è una storia molto strana e originale, poco italiana anche se molto italiana, anche solo per la longevità del nostro gruppo". Secondo Faso tante persone non li hanno mai considerati degni di calcare il palco di Sanremo, in quanto autori di canzoni “spiritosette”. La nota dolente, è stato aggiunto, è che la prima volta erano entusiasti perché volevano fare le foto con i colleghi, mentre ora sono gli altri cantanti che vogliono le foto con loro e questa cosa li disorienta. L’obiettivo di arrivare penultimi, annunciato anche nei comunicati ufficiali, viene in parte smentito da Elio che aggiunge che “il nostro obiettivo era e rimane quello delle foto: mettetevi nei panni di chi arriva ventesimo, con noi diciannovesimi. Ci conviene arrivare ultimi e avere le foto con tutti”.

Non sono mancate le richieste su Rocco Tanica, grande assente anche alla conferenza stampa: "Continua a far parte degli EELST ma è corente nel non volere più esibirsi dal vivo e di fatto non lo farà. La sua mancata presenza è basata su un motivo apparentemente paradossale: è l’unico a disocciarsi dallo scioglimento della band". E a chi mette in dubbio la bontà del progetto Elio replica: “Vi state prendendo gioco dei nostri sentimenti. È un modo simpatico per salutarci, non saremo più una band ma siamo in buoni rapporti, almeno nella forma. Tutto è nato da screzi sorti sull’autobus che ci portava in giro per l’Europa. Gente di più di 50 anni con un unico bagno chimico: nascono rancori, emergono storie vecchie. Non eravamo d’accordo sulla versione da dare per lo scioglimento”. E dopo l’ennesimo gioco, aggiunge serio: “Ci sciogliamo ma addio sembra un po’ troppo forte, siamo creativi, vogliamo continuare a esserlo e questo vuole essere uno stimolo per dare vita a cose nuove". Interviene Faso: "In fondo Arrivedorci è un addio che non si concretizza mai, come nella comica di Stanlio e Ollio”, aggiunge Faso.

Nessuna anticipazione sul concerto definitivo "per non spoilerare, come dicono i giovani. Vogliamo fare una cosa che resterà nella testa di tutti quelli che verranno al concerto di Assago: sarà un concerto ludico, suoneremo tantissimo e la gente arriverà a casa piena di note” spiega Faso. Sicuramente non ci sarà una diretta streaming, neanche parziale: "Abbiamo questa idea abbastanza antica che il concerto devi venirtelo a vedere, siamo dei dinosauri. Nessuna ipotesi neanche di concerto da Guinness dei Primati perché avere l’omologazione del record sarebbe costato circa 3 milioni di lire” – dato che “la metropolitana chiude a mezzanotte e mezzo”.

La commozione è stata protagonistamomento di reale commozione ha coinvolto tutti nel momento in cui Elio ha sottolineato la felicità di fare il tour di chiusura nel 2018, nel ventennale della scomparsa di Feiez, pseudonimo del polistrumentista Paolo Panigada, parte integrante del gruppo.

L’ultima data del tour sarà a maggio, ma la chiusura di tutte le attività è prevista entro il 30 giugno e su questa data è Faso a dare un’articolata, e quanto mai in linea con lo stile degli Elii, spiegazione: "Abbiamo sempre avuto come riferimento una figura storica importantissima tale Ugo di Kevelioc, conte di Chester, nato il 30 giugno del 1140 e morto il 30 giugno del 1180 e qualcosa. Quindi una delle poche persone nella storia che è nato ed è morto nello stesso giorno, a distanza di un certo numero di anni. È una figura storica minore per molti, ma per noi molto importante, tant’è che abbiamo un suo busto nella nostra sede. E proprio come lui abbiamo scelto di usare il 30 giugno come data di inizio e di fine, perché pochi sanno che nel 1980, nella sua stanzetta, Elio buttava giù un primo abbozzo di canzone originale. E che giorno era? Il 30 giugno e lì abbiamo capito che c’era questo fortissimo legame spazio-temporale con questa figura. L’altra motivazione è che essendo noi una band sempre molto naturale e senza conservanti, se non ci consumate entro il 30 giugno ci viene già la muffetta, insomma… potrebbe andare a male Elio". La data attira la curiosità e alla fine viene ammesso che prima del 30 giugno potrebbero esserci altre date, la disponibilità della band c’è, anche per un evento finale proprio in quella data. Sicuramente entro fine giugno sarà presentato anche il progetto discografico.

L’ultimo singolo avrebbe dovuto essere Licantropo Vegano, poi è stata annunciata la canzone Arrivedorci. Composta nelle settimane dopo il 30 ottobre? "Diciamo negli ultimi 5 giorni. Come dice Rossini, il modo migliore per comporre un’overture è scriverla il giorno precedente la prima, mentre l’impresario davanti a te si strappa i capelli, e noi abbiamo fatto più o meno così. Avrà il nostro gusto
satirico per la canzone e la nostra voglia di giocare, ci sarà la nostra impronta”. L’immagine del concerto e del tour definitivi giocano con quelle dei funerali. Chi sono per Elio i loro eredi? “Secondo me il fatto di suonare sul palco delle cose difficili e complicate è una materia in via di estinzione, io non vedo giovani a cui piace suonare e inventare cose complicate solo per il guato di farle. Sarebbe bello ce ne fossero: credo andrebbe corretto un po’ il tiro a scuola, se non si insegna a suonare uno strumento, non lo si suonerà mai”. Sullo scioglimento, Elio ironizza: “Perché smettere ora? Scioglierci genera così tanto entusiasmo che sarebbe bello farlo ogni anno. Su quello che faremo dopo abbiamo tantissime idee: per esempio gli spin off degli EELST, come Mangoni, artista non più giovane, che stiamo allevando da 30 anni e che non è mai esploso. Il 2018 potrebbe essere il suo anno. Poi abbiamo DJ Nitrisio e io che voglio fare l’influencer, un modo meraviglioso per guadagnare soldi senza fare niente”. Sulla scia delle ipotesi surreali, i membri del gruppo aggiungono ipotesi di una EELST Experience o di un duetto con Dodi Battaglia. Si scherza anche su una data finale a Milano, anche se, come ricorsa Faso, “il Forum è sempre occupato, come i campi da tennis. Un concerto al Parco Lambro sarebbe una bella idea, una piccola Woodstock…”. Emerge l’ipotesi di San Siro, ma “bisogna riempirlo”, ricorda Elio. Gli stessi organizzatori specificano che tutto il tour è stato deciso in tempi velocissimi, Milano è stata lasciata fuori dal calendario ma non è ancora emersa l’idea giusta per una data davvero speciale.

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