Il 26 maggio del 1897 usciva il romanzo epistolare scritto Bram Stoker. Per l'occasione ecco la sanguinante classifica con i 20 migliori titoli sui vampiri. Da Nosferatu a Miriam da Blade a Santanico Pandemonium, un viaggio tra le creature della notte che hanno azzannato con più gusto la Storia del cinema.
Il mondo è un vampiro. il cinema pure. La morte al lavoro. La dipartita 24 fotogrammi al secondo. Sicché è nell'ordine delle cose che chi (come insegna Borges) “è immortale con il terrore di esserlo” abiti il grande schermo sin dai tempi muti e silenti di George Mèliés. Quindi, ecco una classifica arbitraria e discutibile dei migliori succhiasangue in celluloide. Venti titoli (rigorosamente in ordine cronologico partendo dal più recente) dedicati all' inestinto pe antonomasia, allo zannuto in fissa per il plasma, così superbamente descritto da Bram Stoker in Dracula, best-seller epistolare vergato 124 anni fa
"Vive al di fuori della grazia di Dio, vaga nelle tenebre più profonde, è un vampiro, "Nosferatu". Queste creature non muoiono come l'ape dopo la prima puntura ma si rafforzano e diventano immortali una volta infettate da un altro Nosferatu. Quindi, amici miei, noi non stiamo combattendo una sola bestia ma intere legioni che passano di era in era nutrendosi del sangue degli esseri viventi!"
I MIGLIORI FILM CON I VAMPIRI
Lasciami entrare (2008)
Anche i vampiri hanno cominciato da piccoli. Il pluripremiato adattamento cinematografico dell'omonimo romanzo di John Ajvide Lindqvist riscrive le regole del genere vampiresco. Da certi bambini bisogna guardarsi, soprattutto se ti azzannano al collo. D'altronde in questo film si uccide per vivere.
Vampires (1998)
Dracula secondo John Carpenter. Basta ascoltare le parole del cacciatore James Wood per comprendere che l'aristocrazia vampiresca nona abita qui."Lei ha mai visto un vampiro? Per prima cosa non sono romantici, chiaro? Non assomigliano affatto a un branco di transessuali che se ne vanno in giro in abito da sera a tentare di rimorchiare tutti quelli che incontrano con un falso accento europeo. Dimentichi quello che ha visto al cinema: non diventano pipistrelli, le croci non servono a niente. L' aglio? Vuole provare con l' aglio? Si metta una treccia d' aglio intorno al collo e quei vigliacchi le arrivano alle spalle e glielo mettono allegramente in quel posto mentre intanto le succhiano il sangue senza cannuccia. Non dormono in bare di lusso foderate di seta." Tra atmosfere western e ingerenze del vaticano, un film scomodo e divertente
Blade (1998)
"Ho passato tutta la mia vita a cercare l'essere che aveva ucciso mia madre... e che mi ha reso quello che sono. E ogni volta che faccio fuori uno di quei mostri è come se mi riprendessi un pezzo di vita normale." E questa la filosofia di Blade, ammazzavampiri generato da un fumetto Marvel e poi emigrato al cinema. Sanguinosa e spettacolare la scena iniziale ambientata in un rave party e impreziosita dalla presenza dell'ex pornostar Traci Lords. Nei panni del “Diurno” giustiziere Wesley Snipes, al solito, è tanta roba.
Dal tramonto all'alba (1996)
Da Getaway allo "splatterstick, Rodriguez ci sconvolge i sensi con un film a due velocità. L'action movie sfuma nel gore più estremo in questa pellicola folle e lisergica, ambientata per lo più all’ interno del peccaminoso “Twitty Twister”. Alcol, bikers, spogliarellisti in crescendo rossiniano di sesso, violenza humour. Deliziosi i duetti fra i fratelli gangster George Clooney e Quentin Tarantino. Salma Hayek sveste i panni della vampira Santanico Pandemonium ed è più hot di un peperoncino Habanero. E ricordatevi il monito di Sex Machine (Tom Savini): "Per infilare la gamba di una sedia in un essere umano... devi avere proprio la forza di un figlio di puttana! Cioè, il corpo umano è una macchina molto robusta, ma questi zombie, questi vampiri, loro hanno dei corpi morbidissimi! E' come infilare coltelli nel burro! Hanno la pelle marcia! Li puoi trapassare con la merda. Se li colpisci con un po' di forza ...gli schizza la testa in un secondo! "
The Addiction (1995)
Il capolavoro di Abel Ferrara. Orso d'oro al Festival di Berlino nel 1995 premio per la critica al Mystfest nello stesso anno. Il regista italoamericano sa bene che "Noi non siamo cattivi a causa del male che facciamo, ma facciamo del male perché siamo cattivi." Bianco e nero abbacinante, colonna sonora perturbante, sesso, droga e nichilismo. The Addiction è un urlo disperato, "perché non è cogito ergo sum, ma pecco ergo sum, pecco quindi sono." Da antologia l'interpretazione di Christopher Walken nei panni del vampiro Peina
Intervista col vampiro (1994)
"Il male è un punto di vista. Dio uccide indiscriminatamente, e così faremo noi; perché nessuna creatura di Dio è come noi; nessuno è simile a lui, quanto noi. Parola di Lestat de Lioncourt, interpretato da un luciferino Tom Cruise. Non a caso il film si chiude sulla cover dei Guns N' Roses di Sympathy for the Devil dei Rolling Stones. . La trasposizione cinematografica, ad opera di Neil Jordan, dell'omonimo romanzo di Anne Rice fu un incredibile successo al botteghino. La vampira bambina (Kristen Dunst) fa ancora paura e tenerezza. Suggestive le location che spaziano da New Orleans a San Francisco.
Dracula di Bram Stoker (1992)
La voluttà della fedeltà al testo. Francis Ford Coppola rilegge il romanzo di Stoker con l'estetica e il piacere dei cineasti delle origini. L'amore non muore mai. Il cinema nemmeno. "La Fatina Verde che vive nell'assenzio vuole la vostra anima." al pari di un film in cui le lacrime e il sangue si confondono. Un cast in stato di grazia (su Tutti Gary Oldman) e tre Oscar: costumi (Eiko Ishioka), montaggio degli effetti sonori e trucco. Indimenticabile la struggente "Love Song for a Vampire" di Anne Lennox sui titoli di coda.
Ragazzi perduti (1987)
Peter Pan con i canini aguzzi e i capelli cotonati. Sulle note di una colonna sonora cult, Joel Schumacher firma il vampire movies simbolo degli anni Ottanta. Costato 8,5 milioni di dollari, ne incasso al box office internazionale circa 32. Citato in svariati film (da Arma Letale a Le Iene), una pellicola che miscela alla perfezione horror e commedia. Un long Island Ice Tea aromatizzato al sangue in cui spicca la presenza di un carismatico Kiefer Sutherland.
Il buio si avvicina (1987)
L'opera prima di Kathryn Bigelow (premio Oscar nel 2011 per The Hurt Locker) è un morso letale alle convenzioni. Con uno stile freddo come una lama e una fotografia tagliente, la pellicola centrifuga amore e orrore tra i desertici e immensi spazi dell'Oklahoma. Una sorta di western al sangue con battute cult come questa: "Ehi tu, dammi due bicchieri di quel piscio di somaro che dai di solito ai bifolchi che vengono qui".
Ammazzavampiri (1985)
«Ci sono molte buone ragioni per avere paura del buio.» E il film di Tom Holland lo dimostra a più riprese. Fulgido esempio dell'Horror degli anni Ottanta, intriso di sangue e postmodernismo. Efficace performance attoriale di Roddy McDowel, finale indimenticabile per una pellicola all'epoca campione di incassi.
Miriam si sveglia a mezzanotte (1983)
David Bowie è uno stiloso vampiro a fianco di Catherine Deneuve. Il look fetish ed elegante sfoggiato dal musicista, l'indimenticabile incipit sulle note di Bela Lugosi is dead dei Bauhaus, trasfigurano la pellicola in un cult per gli appassionati del genere, tant'è che il coté del film viene citato e omaggiato a più riprese nella serie tv American Horror Story Hotel. Felice esordio alla regia di Ridley Scott. Scena lesbo da antologia del cinema sexy e mainstream fra la diafana vampira Deneuve e la vittima Susan Sarandon.
Nosferatu, il principe della notte (1979)
"La mancanza di amore è la più crudele e abietta delle pene.". E' questa la chiave di lettura dello struggente horror firmato dal maestro Werner Herzog. Perché come dice il vampiro Klaus Kinski al malcapitato Bruno Ganz. “il tempo è un abisso profondo con lunghe infinite notti, i secoli vengono e vanno... Non avere la capacità di invecchiare è terribile. La morte non è il peggio: ci sono cose molto più orribili della morte. Riesce a immaginarlo? Durare attraverso i secoli, sperimentando ogni giorno le stesse futili cose." Atmosfere ispirate ai quadri di Bruegel, alla pittura fiamminga e ai paesaggi romantici di Friederich. Kinski in stato di grazia: spaventoso e malinconico allo stesso tempo.
Hanno cambiato faccia (1971)
Come teorizzava Marcuse: "Il terrore di oggi si chiama tecnologia". Il vampiro all'epoca della contestazione. Corrado Farina rilegge il mito di Dracula al tempo della rivolta studentesca. Lo sfruttatore del proletariato si trasfigura in un algido succhiasangue. Efficace nonostante il low budget come confermato dal regista: "Se fu girato a Torino e dintorni, ciò fu dovuto in parte al fatto che si trattava di una versione moderna della storia di Dracula, e che quindi mi servivano paesaggi montani e nebbiosi e le montagne della Val di Susa erano quanto di più vicino ai Carpazi ci fosse a portata di mano; ma molto di più al fatto che i soldi a disposizione erano ridicolmente pochi e a Torino giocavo in casa, avendo la possibilità di sfruttare amici e case di amici, senza guardare troppo per il stile in quanto a verosimiglianza e rigore." Pardo d'Oro all'opera prima al Festival del cinema di Locarno.
Per favore non mordermi sul collo (1967)
Un killing Joke firmato Roman Polanski. Il genio polacco rilegge il mito del vampiro con fotografia sottoesposta e gag travolgente. La povera Shaton Tate non è mai stata così bella, in un'epifania di crocefissi, teste d'aglio e fiocchi di neve. Spassosi il professore Abronsius, eminente vampirologo, e il suo assistente Alfred (interpretato dallo stesso Polanski). Un lungometraggio sardonico e lunare.
L'ultimo uomo sulla Terra (1964)
"Si leva il sole sulla città, avvolta da un’aura spettrale, il vento soffia tra le vie, dove, fra auto ormai ferme ed edifici vuoti, giacciono corpi di uomini abbandonati", ovvero Sopravvivere e morire all'Eur. Senza dubbio la più riuscita trasposizione cinematografica del romanzo post apocalittico di Richard Matheson “Io sono leggenda”, scritto nel 1954. Vincent Price, inarrivabile come sempre, nei panni dell'ultimo essere umano sul globo terracqueo. A volte la penuria di mezzi aguzza l'ingegno.
La maschera del demonio (1960)
Il Gotico italiano ha gli occhi profondi e incantatori di Barbara Steele, la più fascinosa e sensuale Scream Queen della storia del cinema. Per il suo folgorante esordio alla regia, Mario Bava prende il racconto "Il Vij" di Nikolaj Gogol e lo trasforma in un crepuscolare horror romantico in cui il tema del doppio diventa la metafora dell'eterno scontro fra Bene e Male, luce e ombra, amore e morte. Il tutto condito condito da un coté vampiresco in bianco e enro
Dracula il Vampiro (1958)
La luce delle tenebre illumina i volti e le mani dei malvagi e dei corrotti con aloni luminosi. Nel Dracula di Casa Hammer il vampiro si colora di contagiosa perversione. Strizzata dagli angusti corsetti vittoriani di Lucy e Mina, la sessualità esplode nel morso dello zannuto ed elegante aristocratico che ha il volto indimenticabile di Christopher Lee. Ma non c'è pace tra i vampiri, come ha sottolineato lo stesso Lee: " Ho sempre cercato di dar risalto alla solitudine del Male(...) L'anima che sopravvive al suo involucro carnale è immortale e non può essere in alcun modo distrutta. Questo per spiegare la grande tristezza che ho cercato di mettere nella mia interpretazione
Vampyr-Il Vampiro (1932)
Più moderno di tanti filmetti in salsa horror cucinati nel terzo millennio, un capolavoro di angoscia e inquietudine. Girato in ambienti realmente esistenti, la pellicola di Dreyer dimostra quanto possa essere terrificante ciò che vediamo ogni giorno. La realtà si fa sogno e poi incubo. La silhouette di un uomo con falce e cappello ci insegna per chi suona la campana. La fotografia dominata dai grigi e dai bianchi (nata per un errore del direttore Rudolph Maté) ci spalanca le porte della paura.
Dracula (1931)
"Bela Lugosi is dead" cantavano i Bauhaus. Eppure il folle ungherese che si fece seppellire in una bara vive e azzanna insieme a noi. Un film che, in barba al bianco e nero, e alle posture da silent movie, ha attraversato gli oceani del tempo. La fotografia incantatrice di Kark Freud, le scenografie figlie del gotico e dell'espressionismo trasfigurano il film del titano Tod Browning in un capolavoro senza se e senza ma. L'untuoso conte " che non beva mai vino" è il cinema. Una dissolvenza che annuncia l'eternità.
Nosferatu Il Vampiro (1922)
L'ombra di Max Shrek si staglia sulla storia della cinema con la potenza di un malatissimo Golia della settima arte. La sinfonia dell'onore suonata da conte Orlok continua a ipnotizzare generazioni di spettatori e a essere fonte di omaggi e citazioni non solo squistamente cinematografiche. Tra le leggende sulla vera identità dell'attore che interpreta il non-spirato e il geniale uso del controluce, il film di Friedrich Wilhelm Murnau è ancora letale quanto il morso di un vampiro.
Liberamente tratto dal libro di Bram Stoker, un capolavoro immortale come il suo diafano e crudele protagonista