I migliori film con Meryl Streep

Cinema
Meryl Streep nei panni di Margaret Thatcher nel film "The Iron Lady" in onda su Sky Cinema Stars

Da Kramer contro Kramer a The Hours passando attraverso commedie campioni d’incassi come Il diavolo veste Prada, ecco l’attrice che ha dettato legge sui set di tutto il più grande cinema degli ultimi decenni. E da sabato 4 a domenica 5 agosto  Meryl Streep sarà la protagonista di Sky Cinema Stars il canale interamente dedicato ai protagonisti che illuminano il firmamento hollywoodiano 

di Camilla Sernagiotto

 

Portare un nome come quello di Meryl Streep è un onere non da poco.

Ma è anche e soprattutto un onore che pochi altri suoi colleghi della Hollywood bene hanno assaporato.

Si tratta di una delle attrici più amate di sempre, incensata dalla critica e apprezzata da ogni pubblico, di nicchia o grande che sia.

Tutti la amano e a nessuno (o quasi) verrebbe mai in mente di darle della sopravvalutata.

Già, perché in poche sono riuscite ad affermare la donna in quanto essere pensante come la Streep: non una bellona scritturata per le sue forme burrose, non un’oca giuliva che è stata messa là dov’è da qualche macho che le fa da burattinaio.

Macché! Meryl Streep è arrivata a toccare il cielo con un dito perché quando cammina riesce a farlo a metri e metri da terra, con la testa alta per la fierezza di essersi costruita una carriera e una vita invidiabili da sola.

Ringraziando questa donna per avere contribuito a rendere un pochino più facile la vita delle donne sui set, ecco una lista dei migliori film in cui Meryl Streep ha preso parte.

Ciascuno dei suoi ruoli insegna qualcosa. L’importante è sapere leggere tra le righe dei suoi copioni. Per meglio comprendere basta sforzarsi d’intravedere nei suoi occhi ciò che la sua anima vuole comunicare, sia attraverso l’iride di Margaret Thatcher sia tramite lo sguardo glaciale di Miranda Priestly o quello disperato di Sophie Zawistowska.

 

Le migliori pellicole con Meryl Streep

 

Kramer contro Kramer (1979)

Il capolavoro diretto da Robert Benton è entrato a pieno titolo nella storia del cinema fin dalla sua uscita, quando si portò a casa cinque Oscar, quattro Golden Globe e tre David di Donatello.

Merito di un cast eccezionale che vede Dustin Hoffman e Meryl Streep dividersi non solo il set ma anche il figlio: i due protagonisti che interpretano, infatti, sono i genitori del piccolo Billy e si stanno separando. Dopo aver trascurato per anni il figlio, il padre svilupperà con lui un feeling incredibile riservandogli mille attenzioni. È ormai intenzionato a tenerlo con sé ma l’ex moglie è decisa a riprendersi il bambino, intentando causa al marito. Inizia così una delle battaglie legali più celebri dello schermo, così estenuante da mettere a dura prova chiunque, anche e soprattutto i Kramer.

Questo film è un fiore all’occhiello che la Streep sfoggia con orgoglio sul suo bavero cinematografico, preludio di una carriera molto più che rosea. Già nel lontano ’79 i presupposti che avrebbero reso l’attrice una delle dive più celebri dell’Olimpo hollywoodiano c’erano tutti: tenacia, espressività, un carattere forte e deciso, esattamente come il suo personaggio in Kramer contro Kramer.

 

La scelta di Sophie (1982)

Stingo appende finalmente l’uniforme dei Marines al chiodo dopo la fine della seconda guerra mondiale e si rintana a New York, più precisamente a Brooklyn, per tentare la carriera di scrittore.

Qui conoscerà Sophie Zawistowska, un’immigrata polacca che fu internata nel campo di concentramento di Auschwitz, e Nathan Landau, un intellettuale ebreo ossessionato dall'olocausto. Tra i tre nascerà una profonda amicizia ma gradualmente il legame tra Stingo e Sophie diventerà sempre più intenso e indissolubile fino a sfociare in una passione amorosa incontenibile.

Nei panni di Sophie, Meryl Streep dà prova di una capacità attoriale davvero straordinaria: con questo personaggio riesce ad esprimere una disperazione tale che tutta la sua interpretazione sembra un grido lancinante che squarcia lo schermo.

 

La mia Africa (1985)

Questa pellicola diretta da Sydney Pollack è tratta dall’omonimo romanzo autobiografico della scrittrice Karen Blixen, qui interpretata da Meryl Streep.

Ad affiancare l’attrice c’è un altro nome altisonante dell’araldica hollywoodiana: il blasonatissimo Robert Redford, che qui impersona Denys Finch-Hatton, il cacciatore del quale la Blixen s’innamora e con cui vivrà un’appassionata storia d’amore.

Anche in questo caso la Streep non si smentisce: il suo personaggio è convincente e vero perché variegato come solo lei sa rendere.

Grazie alla sua interpretazione e al feeling che riesce a instaurare con il co-protagonista, la storia d’amore attorno cui ruota La mia Africa coinvolge come una spirale concentrica.

 

La morte ti fa bella (1992)

Madeline Ashton è una star del musical da sempre in lotta con Hellen Sharp, una scrittrice di successo alla quale porta via tutti gli uomini. Ma il tempo non è loro alleato: le due donne sono ormai in là con gli anni, anche se tentano in ogni modo di nasconderlo sotto creme antirughe e strati di fondotinta. L’ultima conquista di Madeline è Ernest Menville, un medico specializzato in chirurgia plastica che sposa dopo averlo strappato dalle braccia della rivale.
Tuttavia anche gli interventi chirurgici non bastano per piallarle i segni dell’invecchiamento ed entrambe le donne faranno ricorso alla misteriosa pozione della maga Lisle.
Questa commedia dell’orrore è un terreno perfetto per far sbocciare le doti comiche che Meryl Streep ha innate. Il suo personaggio di femme fatale attempata e pronta a tutto pur di rimanere un’eterna giovinezza fa ridere ma anche sorridere, celando dietro ai belletti che si spalma sul volto una tristezza doriangreyana.

 

La casa degli spiriti (1993)

Si tratta di una delle saghe familiari più travolgenti ed emozionanti della storia del cinema (nonché di quella della letteratura). È infatti tratto dall'omonimo romanzo di Isabel Allende e traduce in film le pagine più intense della bibliografia della scrittrice, servendosi di un cast d’eccezione per dare voce e corpo ai suoi personaggi.

Il più incantevole di tutti è quello di Clara, interpretata da un’eterea Meryl Streep nel pieno della sua bellezza angelica. E proprio di un angelo si può parlare dato che la sua presenza riesce ad abbagliare di luce celestiale tutti i frame in cui compare.

Clara è la sorellina di Rosa del Valle, la bellissima promessa sposa di Esteban Trueba che purtroppo muore all’improvviso. La sua tragica fine era stata predetta da Clara che da quando è nata ha poteri divinatori ed è capace di premonire il futuro.

Sarà lei a sposare Esteban e a tessere le fila della potente famiglia della quale diventa matriarca.

Il personaggio qui interpretato dalla Streep è uno dei più ammalianti di tutta la sua carriera: con un carisma fatato, una bellezza paradisiaca e uno charme che farebbe invidia a una Dea vivente, l’attrice ha dato prova di essere all’altezza di qualsiasi ruolo.

 

I ponti di Madison County (1995)

Clint Eastwood dirige e interpreta una pellicola romantica al fianco di una partner d’eccezione: Meryl Streep, appunto.

Qui interpreta Francesca, una casalinga che s’innamora perdutamente del fotografo Robert, abbandonandosi alla passione amorosa più travolgente della sua vita.

Un film dolcemente sensuale in cui la Streep fa conoscere il suo lato più intimo e profondo, ossia quello languido e amoroso.

L’accoppiata Streep-Eastwood è caliente al punto giusto e romanticissima. Insomma, sembra unire due anime gemelle.

 

The Hours (2002)

Tre donne colte in tre momenti storici differenti e in altrettante città diverse sono le protagoniste di questo film tratto dal romanzo Le ore di Michael Cunningham, vincitore del premio Pulitzer.

La pellicola si apre con Virginia Woolf che nella Londra degli anni Venti cerca di dominare la sua follia mentre scrive il romanzo Mrs. Dalloway.

Due decenni dopo troviamo Laura Brown, una moglie e madre di Los Angeles che sta leggendo Mrs. Dalloway.

Infine nella New York dei giorni nostri c’è Clarissa Vaughan, moderna versione di Mrs. Dalloway che si innamora del suo amico poeta il quale sta morendo di AIDS.

Meryl Streep interpreta Clarissa Vaughan e questo suo ruolo è così convincente da averle fruttato innumerevoli riconoscimenti tra cui una candidatura ai Golden Globe e ai BAFTA per la migliore attrice in un film drammatico. Sia lei sia le colleghe coprotagoniste (Nicole Kidman e Julianne Moore) sono state insignite dell’Orso d'argento per la migliore attrice, motivo per cui questo titolo è da vedere assolutamente per godersi prove attoriali a dir poco da chapeau.

 

Prime (2005)

Rafi è una fotografa quasi quarantenne che si rivolge a una psicoterapeuta perché in preda a una forte depressione dovuta al recente divorzio che l’ha terribilmente ferita.
Molto vulnerabile e depressa com’è, sembra che la vita non le riservi più nulla di buono ma nel momento stesso in cui sembra convincersene arriverà come un deus ex machina qualcuno a farla ricredere: David, un giovane pittore ventitreenne con cui scoccherà la scintilla dell’amore a prima vista. Una passione travolgente che farà letteralmente rinascere Rafi, tuttavia l’idillio iniziale tenderà a scemare per via delle insormontabili differenze tra i due, soprattutto date dall'età differente: Rafi vuole un figlio mentre David pensa ancora alla PlayStation e a uscire con gli amici. A complicare la trama già piena di equivoci e gag esilaranti sarà Liza, la madre del giovane David nonché la Dottoressa Metzger, la psicologa di Rafi… In un turbinio di colpi di scena degni della commedia di tradizione platina, questa pellicola trascina lo spettatore in un vortice emozionale, tra suspense e divertimento puro.
Meryl Streep qui interpreta la psicoterapeuta che ha in cura Rafi, impersonata da Uma Thurman.
Il personaggio della Streep è molto interessante perché diviso tra due fuochi: quello dell’amore materno e quello della complicità e solidarietà che uniscono inevitabilmente uno psicologo e il suo paziente.

 

Il diavolo veste Prada (2006)

Andrea è un’aspirante giornalista che approda a New York alla ricerca di un lavoro e decide di presentarsi al colloquio per diventare assistente di un nome mitico nel panorama della moda mondiale: Miranda Priestly, la direttrice della rivista Runway.

Verrà assunta e la sua vita (in entrambe le accezioni del termine) cambierà.

In questo film campione d’incassi Meryl Streep incarna il diavolo in persona, la temutissima e terribile Miranda che riesce a dettare legge nel campo del glamour, piegando tutti quanti (Andrea in primis) al suo volere e ai suoi capricci.

Questo suo personaggio le ha permesso di dare sfogo a una sfaccettatura che mai prima di allora era emersa nel carnet d’interpretazioni dell’attrice: arroganza, malignità, cattiveria e senso di potere, tutti lati tanto diabolici quanto modaioli, come la sua Miranda dimostrerà.

La Streep è riuscita ad amalgamare tutti questi aspetti negativi e a modellare un personaggio cinematografico diventato subito mitico. A due teste, come la doppia faccia della Priestly si dimostrerà essere.

 

Il dubbio (2008)

Si tratta di un film indipendente scritto e diretto da John Patrick Shanley, tratto dalla sua omonima opera teatrale insignita del Premio Pulitzer nel 2005.

Già da queste premesse la pellicola promette bene. E promette ancora meglio se si pensa che il cast è formato da niente po’ po’ di meno che Meryl Streep, Philip Seymour Hoffman, Amy Adams e Viola Davis, tutti candidati all’Oscar per la loro interpretazione.

La tematica è scottante: ambientato nel degrado del Bronx anni Sessanta, racconta di Padre Flynn, parroco innovatore amato da tutti i parrocchiani per il suo squisito altruismo, e Sorella Aloysius Beauvier, la temutissima superiora dell'ordine del collegio della parrocchia di St. Nicholas. Quest’ultima è una conservatrice bacchettona di cui tutti hanno paura, vera e propria nemesi dell’adorato Don Flynn. Tutto cambierà quando la superiora incomincerà a sospettare che le attenzioni del parroco nei confronti dei ragazzi che gravitano attorno a lui non siano soltanto dettate da altruismo…

Un film molto forte, una vera e propria cazzottata dritta dritta allo stomaco in cui Meryl Streep riesce a dare il meglio di se stessa.

La sua parte difficilissima, quella della Sorella Aloysius Beauvier, viene gestita con maestria da Attrice con la A maiuscola.

La bravura della Streep a calarsi in vesti non simpatiche, telari o laiche che esse siano, è sconcertante. Ma, come sempre, riesce a rendere le sue creature attoriali non macchiette a tutto tondo bensì splendidi esemplari di umanità variegata e sfaccettata in una moltitudine caratteriale, la stessa che si ritrova nell’habitat naturale dell’uomo.

Insomma: anche in cattività, nello zoo umano che è il cinema, la Streep riesce a essere naturale come non mai.

 

The Iron Lady (2011)

La vita dell'ex primo ministro britannico Margaret Thatcher viene raccontata da Phyllida Lloyd in una pellicola da brivido che vede un’eccezionale Meryl Streep vestire i celeberrimi tailleur color pastello.

Un’interpretazione ineccepibile con la quale l’attrice si è calata nel suo personaggio, riproponendone tutte le sfumature. Non a caso questo suo ruolo le è valso il suo terzo Oscar, confermandola una delle interpreti più brave dello schermo.

The Iron Lady è un film da guardare tutto d’un fiato non solo per imparare una fetta di storia ma anche per avere un esempio illustre di una Lady di Ferro della recitazione.

 

Florence (2016)

Meryl Streep qui veste i panni di Florence Foster Jenkins, un’ereditiera newyorkese che sogna di diventare una cantante lirica nonostante non sia nelle sue corde, almeno quelle vocali… Le sue doti canore, infatti, lasciano alquanto desiderare (e al canto desiderare). Tuttavia il suo sogno diventerà finalmente realtà grazie al pianista Cosmé McMoon e all'attore teatrale St. Clair Bayfield. Quest’ultimo diventarà non solo il suo manager ma anche suo marito e, un po’ per amore un po’ per affare, riuscirà a coronare l'ardente desiderio della sua consorte organizzando un concerto per lei alla Carnegie Hall.
Una Meryl Streep in stato di grazia che interpreta davvero da chapeau uno dei personaggi più bizzarri della sua foltissima galleria attoriale. Ad affiancarla, un cast altrettanto interessante che riunisce sullo stesso set nomi del calibro di Hugh Grant, Simon Helberg, Nina Arianda e Rebecca Ferguson.

Spettacolo: Per te