Arriva al cinema dal 28 febbraio il nuovo sconvolgente film di Lars Von Trier presentato fuori concorso al Festival di Cannes. Un violentissimo viaggio alluncinante nella mente di un serial killer interpretato da Matt Dillon. Nel cast del film anche Uma Thurman e Bruno Ganz
La casa di Jack: L'inferno sono gli altri
"Posso chiederti una cosa?"
"Non posso promettere che risponderò"
"Giusto è proprio ciò che intendevo, Ti è permesso parlare durante il viaggio? Stavo pensando che potrebbero esserci delle regole."
"Mettiamola così. Pochi fanno tutto il viaggio senza proferire verbo. Le persone sono sopraffate da un senso strano e imminente di confessarsi in questi viaggi, e non tutto può essere detto con una retorica di qualità grandiosa, ma procedi allegramente, però non credere che mi dirai qualcosa che non ho già sentito prima."
Inizia con questo dialogo voice over la casa di Jack, il nuovo film di Lars Von Trier, al cinema dal 28 febbraio Su uno schermo nero ascoltiamo queste due voci maschili. la prima appartiene al protagonista del film, ovvero Jack, un feroce seria killer L’identità dell'altro interlocutore, ci verrà rivelata solo alla fine della pellicola. Prima del sulfureo e onirico epilogo assistiamo a 5 degli oltre 60 omicidi compiuti da Jack nell'arco di 12 anno. L'assassino seriale li definisce "incidenti". Un ingegnere che si considera un architetto. Un folle egotico, che al pari di Thomas De Quincey, considera "L'assassinio come una delle belle arti. Ma tutta la pellicola di Lars Von Trier è costellata di omaggi alla storia dell'Arte: da Dante Alighieri, a Johann Wolfgang von Goethe dal dipinto a olio "La Barque de Dante" di Eugène Delacroix ai cartelli mostrati dia Bob Dylan nel video della canzone "Subterranean Homesick Blues". Ma tra un assassino e l'altro si celebra anche la potenza dei bombardieri Stuka con le loro famigerate "trombe di Gerico "o si analizzano le tecniche di decomposizione degli zuccheri nell’industria vinicola. E ancora, digressioni enciclopediche, immagini di nature morte, quadri risorgimentali. Insomma, Von Trier trasfigura nozioni e suggestioni in una sorta di filo di Arianna per orientarci nel labirinto di una mente malata e crudele.
Il cast di La casa di Jack: Matt Dillon e Bruno Ganz
La Casa di Jack è una riflessione, potente e disturbanti, sulla malvagità umana, Un J'accuse nei confronti di una società (soprattutto quella americana) spietata e indifferente. Il ritratto al vetriolo di un mondo dominato dai Donald Trump e dagli Adolph Hitler. Certo, non si tratta di un film per tutti. Alcune scene colpiscono lo spettatore con la stessa violenza con cui Matt Dillon (davvero straordinaria la sua performance) devasta il volto di Uman Thurman a colpi di Cricket. Certo l'epopea sadica e morbosa di questo serial killer che cita "Iceman", ovvero Richard Kuklinski, che amputa un seno come Jack lo Squartatore in From the Hell, è davvero la cartina di tornasole di un universo senza pietà; Con l’aspetto banale e rassicurante di un Ted Bunty, Jack colleziona cadaveri congelati, aspira a uccidere più persone con un solo proiettile, mentre sullo schermo si alternano immagini dei precedenti film di Von Trier cui L'elemento del crimine (1984), Europa (1991), Il regno (1994), Le onde del destino (1996) , Dogville (2003), Antichrist (2009), Melancholia (2011) e Nymphomaniac - Volume 2. In attesa dellaa catabasi, Jack Porta l’inferno sulla Terra, mentre Bruno Ganz, qui alla sua ultima interpretazione, è un Virgilio disincantato e dolente. In fondo il film è Un compendio di decomposizione, sospeso tra humour nero (“la tua casa è piccola, ma carina Jack”) e surrealismo, Una cruda e viscerale discesa nell’Ade, un viaggio al termine della notte, in compagnia di uno psicopatico maniaco del controllo, la cui parola chiave e "Io Uccido”. L'anatomia di un Natural Born Killer stordito dal suono vibrante generato dalla sofferenza e dal dolore di milioni di anime
La Casa di Jack: la Trama del film
Le vicende de LA CASA DI JACK hanno luogo nell’America degli anni 'Settanta in cui seguiamo l'astuto Jack attraverso 5 incidenti, e cioè gli omicidi che definiscono il suo sviluppo come serial killer. Viviamo la storia dal punto di vista di Jack che vede ogni omicidio come un'opera d'arte in sé, anche se la sua disfunzione gli dà problemi nel mondo esterno. Nonostante l'inevitabile intervento della polizia (cosa che provoca pressioni su Jack) si stia avvicinando, contrariamente a ogni logica, questo lo spinge a rischiare sempre di più. Lungo il cammino scopriamo le sue condizioni personali, i suoi problemi e i suoi pensieri attraverso conversazioni ricorrenti con lo sconosciuto Virgilio, una miscela grottesca di sofismi mescolata con un'auto-pietà quasi infantile e con spiegazioni approfondite di azioni difficili e pericolose