Georgetown: tra bugie e verità, l’esordio alla regia di Christoph Waltz

Recensioni sky cinema

Paolo Nizza

Dal 19 maggio arriva su Sky Primafila  Premiere,  il film di e con il grande attore austriaco 2 volte premio Oscar. Ispirato a una storia vera, un  raffinato dramma a tinte gialle con Vanessa Redgrave e Annette Bening

Georgetown, la recensione del film

“Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà una verità” Questa frase, erroneamente attribuita al gerarca nazista Joseph Goebbels, sembra scritta apposta per introdurci nelle atmosfere di Georgetown. Per il suo esordio alla regia, l’attore austriaco Christoph Waltz ha scelto di ispirarsi alla vera storia di Albrecht Muth, bugiardo patologico, arrampicatore sociale e condannato per l’omicidio della moglie Viola Herms Drath, quasi 50 anni più vecchia di lui. Un fatto di cronaca nera che grazie al cinema diventa un apologo sul labile confine tra realtà e finzione e su come, spesso e volentieri, conti più l’apparenza della sostanza. Il cervello, si sa, vede quello che vuole vedere. Così la facoltosa e anziana Elsa Breth (una bravissima Vanessa Redgrave) cede volentieri alle lusinghe del cinquantenne Ulrich Mott (che in breve tempo passa da stagista a maggiordomo e infine a legittimo consorte). Tra un concerto di Mozart e Schuman e una schidionata di calici di champagne, Ulrich diventa ben presto un uomo influente, di grandi relazioni, conosciuto e amato da tutti a Washington. Qualcuno lo definisce un Lawrence D’Arabia con il Blackberry. Grazie alla sua Organizzazione non governativa, la “Eminent Persons Group”, viene addirittura considerato un elemento fondamentale per il processo di pace in Iraq. Ma le cose non sono mai come sembrano e il novello diplomatico nonché presunto aristocratico dovrà difendersi dall’accusa di uxoricidio.

Ça va sans dire, la forza del film è tutta nel talento immenso e luciferino di Christoph Waltz. Dopo il colonnello  tedesco Hans Landa di Bastardi senza gloria e il dottor King Schultz di Django Unchained, l’attore austriaco aggiunge un altro memorabile personaggio alla sua prestigiosa galleria di interpretazioni da antologia. E’ un piacere per gli occhi e per le orecchie sentire Waltz citare la famosa frase di Churchill: “La diplomazia è l’arte di dire alle persone di andare all’inferno in modo tale che chiedano indicazioni”, oppure osservarlo discutere con i politici sfoggiando con un’improbabile benda sull’occhio, degna di un villain di Bond (d’altronde Cristoph ha vestito i panni del capo della Spectre). Tuttavia, a volte, basta una dichiarazione dei redditi unita a una figlia volitiva (Annete Bening) decisa a scoprire la verità sulla morte della madre per far crollare il gigante d’argilla. Così, Ulrich in uniforme da brigadiere generale dell’esercito iracheno si staglia, come un antico eroe, sul deserto in controluce, Incorniciato dalle nuvole, Ulrich saluta virilmente un drappello di soldati sulle note di una marcia militare. Un’immagine suggestiva e beffarda su cui si apre e si chiude Georgetown. È proprio vero che le bugie se reiterate, si trasfigurano in verità.

 

La produzione di Georgetown

Il film nasce da una storia vera, raccontata nel luglio 2012 in un articolo di Franklin Foer sul New York Magazine. Quando i produttori esecutivi M. Janet Hill e Erica Steinberg la lessero, decisero di portarla a Christoph Waltz, il quale si mostrò da subito interessato a sviluppare e interpretare il ruolo di Mott. Waltz e HBO hanno lavorato insieme alla sceneggiatura e l’hanno poi affidata al Premio Pulitzer David Auburn. 

Brett Ratner ha detto “Quando Christoph mi ha mostrato il progetto, sono stato immediatamente catturato dalla sua visione e da questa incredibile storia.” 

Vanessa Redgrave ha letto il copione e accettato il ruolo della moglie di Waltz, e Annette Bening l’ha seguita a ruota, nel ruolo della figlia, completando il triangolo con Mott ed Elsa. 

 

La Location di Georgetown

GEORGETOWN è stato interamente girato a Toronto, in Canada, eccetto un singolo giorno a Los Angeles, quando il direttore della fotografia Henry Braham (I GUARDIANI DELLA GALASSIA 2, TARZAN) ha usato un drone per rappresentare i ricordi di un Mott in esilio, lontano dal centro del potere a Washington, in uno squallido motel ai limiti del continente americano.La casa di Breht è stata disegnata sulla falsariga delle townhouse di Washington. E’ stata costruita sul set a Toronto da Andy Berry (Anne TV) in varie parti, inclusa la terrazza esterna dove Amanda (Bening) si confronta con sua madre (Redgrave) sulla relazione con Mott (Waltz), di molti anni più giovane di lei. 

La produzione ha creato 51 location separate, inclusa l’aula di tribunale, realizzata nei vecchi uffici del Canadian Nuclear Centre. Riprodurre fedelmente Washington è stata una sfida, ma Toronto condivide con la capitale statunitense una certa somiglianza architettonica. “Miss Sloane” ha offerto spunti utili per ricreare, con un budget limitato, i grandi spazi di DC su di un set cinematografic

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