Loro 2: la recensione del film di Paolo Sorrentino con Toni Servillo

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Paolo Nizza

Dopo Loro 1, arriva nei cinema italiani, dal 10 maggio Loro 2, la seconda parte del dittico firmato da Paolo Sorrentino incentrato sulla figura di Silvio Berlusconi. Nel cast oltre al protagonista Toni Servillo, ci sono  Elena Sofia Ricci, Riccardo Scamarcio, Kasia Smutniak, Euridice Axen, Fabrizio Bentivoglio, Roberto De Francesco, Dario Cantarelli, Anna Bonaiuto, Giovanni Esposito, Ugo Pagliai, Ricky Memphis. Lorenzo Gioielli, Alice Pagani, Caroline Tillette, Mattia Sbragia, Milvia Marigliano e Roberto Herlkitza. Leggi la recensione di Loro 2 e guarda il trailer e 2 clip del film

"Scetate, bella mia, nun cchiù durmì!". La voce di Sergio Bruni battezza l'incipit di Loro 2, la seconda parte del film di Paolo Sorrentino dedicato a Silvio Berlusconi. Sullo sfondo rosso, lo stesso colore scelto per il poster del film (quello di Loro 1 era nero) il consiglio è quello di "Svegliarsi, di non dormire più", se si vuol tornare a essere Presidente del Consiglio.

A bordo piscina siede l'ambiziosa e burrosa Tamara (Euridice Axen), moglie del traffichino Sergio Morra (Riccardo Scamarcio), nuda sotto il sole della Sardegna si regola il pube con una lametta usa e getta, mentre il pingue figlioletto gioca con una pistola ad ‘acqua. Molte cose, persone, situazioni verranno tagliate, usate e gettate via in Loro 2. In questa seconda parte del biopic di Sorrentino, il tono si fa più amaro, ché il momento è grave ma non serio. Un po' come passare dal tormentone iberico "Asereje" a un'aria tratta da "Le nozze di Figaro" di Mozart

Nella sua villa, Silvio Berlusconi rimugina sul fatto di aver perso le elezioni solo per venticinquemila voti. L'amico Ennio (interpretato dallo stesso Servillo) invita il cavaliere all'altruismo, che in fondo è la forma più alta di egoismo. In un gustoso gioco di campo e controcampo, Loro 2 ci mostra il potere al lavoro. In fondo nessuno esce mai da se stesso, nessuno ha mai la forza e il coraggio di cambiare. Per il film, Silvio Berlusconi resta un venditore, un persuasore, manco troppo occulto. In fondo per tornare a governare è sufficiente che 6 senatori cambino idea e passino dalla parte del Cavaliere, quando verrà chiesta la fiducia. Berlusconi conosce il copione della vita e non si offende mai, neanche quando gli danno dell'imbroglione.

Se in Loro 1, Silvio compariva solo nel finale, in Loro 2 il Berlusconi interpretato da un sornione Toni Servillo è onnipresente. E sembra esserci anche quando non è inquadrato, questo italiano che possiede "il carisma del ruscello". Un leader politico che canta moltissimo, in special modo canzoni napoletane: da "Malaffemena" a  "O Surdato Innamorato" sino a "Cicerenella", gorgheggiata insieme a una pletora di ragazze scollacciate e a disposizione del sultano canterino. Ma in questa seconda parte del dittico, l'orgia si fa triste, la deboscia sfuma nella malinconia. Certo ci sono le barbie bionde e more, svestite da calciatore, arbitro, infermiera, giudice che ammiccano con i loro seni prensili, con il loro perizomi in bella vista. Però nel carnascialesco bailamme danzereccio di queste femmine tutte d'un pizzo, alberga pure Stella (Alice Pagani) che dice no al drago. La  ventenne che trova patetico il settantenne che si siede scalzo all'indiana per imitare i giovanotti. Il satiro dall'alito né profumato né maleodorante, ma semplicemente uguale a quello del nonno. Ecco Loro 2 per certi versi è un film che ha l'odore della fine, la flagranza delle case dei vecchi agognato dal giovane Jep Gambardella in La Grande Bellezza, l'effluvio del fallimento. E lo stesso Berlusconi in uno squarcio di sincerità sarà costretto ad ammettere di utilizzare lo stesso detersivo per dentiere del nonno di Stella.

E Loro 2 (già lo si intuisce dal titolo) è pure un film su un amore che finisce, ovvero quello tra Silvio e Veronica (una sempre più brava Elena Sofia Ricci). In una lunga sequenza che ha l'eco del bergmaniano "Scene da un matrimonio", la coppia scoppia in un crescendo rossiniano di accuse, scuse, colpe, livori. Con Berlusconi che ricorda a Veronica cosa disse Paola Borboni dopo averla vista a teatro "Sei Brava carina, peccato che non ti ho sentito. "Un momento drammatico, autentico, la cartina di tornasole che a Sorrentino interessava soprattutto raccontare l'uomo Berlusconi e in, seconda battuta, il politico. Solo che a differenza di Il Divo dove Andreotti suggellava l'idillio con la moglie con la canzone di Renato Zero "I migliori anni della nostra vita2, in Loro 2 assistiamo allo strazio di un addio fra un piazzista che pare uscire da un film di Toto e Peppino e una bolognese, per sua stessa "invecchiata male"

Questo litigio coniugale  fa da contraltare all'esilarante sequenza in cui il regista Martino (Max Tortora) è costretto a piazzare le favorite da Berlusconi in tv o al cinema. In questo la scena in cui Kira (Kasia Smutniak) interpreta una improbabile Lady D in parrucca e tacchi a spillo nella savana in un'ancora più improbabile fiction tv intitolata Congo Diana è da antologia del cinema comico. Strepitosa anche il siparietto musicale con le ragazzotte in versione palestra che improvvisano una coreografia con gli asciugamani sulle note della famigerara "Meno male che Silvio c'è" cantata da Ileana Bianchi.

Insomma, in questo delirio di farfalline donate e offerte, Loro 2 ci regala un Dario Cantarelli sempre più enigmatico e spaventoso nel ruolo di Paolo Spagnolo, l'uomo che non scherza mai, refrattario ai rapporti sociali e incaricato di erigere muri che solo lui e Silvio possono vedere.
Tuttavia, nel finale del film alcuni muri crollano davvero. Sono quelli della città dell'Aquila, devastata dal terremoto del 2009. Di fronte a questa tragedia i toni cambiano, al pari della fotografia di Luca Bigazzi che si fa plumbea. In una sorta di antitesi del Cristo Cronocratore che dall'elicottero benediceva Roma nell’inizio della "Dolce Vita" di Federico Fellini, Loro 2 si chiude sulla statua di un Gesù deposto dalla croce e sollevato tra le macerie del capoluogo abruzzese. Intorno i vigili del fuoco, simili ad apostoli della disfatta, testimoni muti di una sconfitta. Figure lontane anni luce dalle sgallettate con il casco da pompiere che esibivano le loro grazie davanti a Berlusconi.  Nella toccante scena dell'ultimo incontro fra  Berlusconi e Mike Bongiorno (un credibile Ugo Pagliai) Silvio accusa il conduttore di avere solo ricorso, mentre lui ha ancora tanti progetti. Ma, ormai, The Party is over. La festa è finita.  E per citare il Thomas Eliot della "Terra desolata" : "questo è il modo in cui finisce il mondo. Non già con uno schianto ma con un lamento."

 

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