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In occasione dell'89° anniversario della nascita, ecco i migliori film di Paolo Villaggio

Cinema

Paolo Nizza

Il 30 dicembre del 1932 nasceva Paolo Villaggio. Da Fantozzi a Fracchia, da Brancaleone alle crociate Il Segreto del Bosco Vecchio, Da Io speriamo che me la cavo La voce della luna,  ecco le 22 migliori pellicole interpretate dal grande attore scomparso il 2 luglio del 2017

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Il cinema mi manca tantissimo. Se non si offende nessuno, è come vivere senza braccia“.  Con queste parole, pronunciate  pochi mesi prima che ci lasciasse, Paolo  Villaggio testimoniava il suo infinito amore per il grande schermo. E anche al cinema continua il genio di un attore capace di trasfigurarsi in fenomeno culturale, in una maschera in cui tutti almeno una volta nella vita ci siamo identificati, tra un "eschi" e un "venghi", tra un Ugo Fantozzi e un Giandomenico Fracchia.

Ecco quindi una classifica, assolutamente personale, delle sue venti migliori interpretazioni, presentate in ordine cronologico. 

 

I migliori film con Paolo Villaggio

Brancaleone alle Crociate (1970)

Il ritorno del Don Chisciotte norcino vede la presenza di Paolo Villaggio nei panni cenciosi di Thorz, mercenario alemanno che pare l'antenato straccione del professor Kranz tedesco di Germania. Il miliziano crucco si presenta così: "Sarò vostro duce! Sarò spietato und ingiusto!". Un cast stellare (Adolfo Celi, Gigi Proietti, Lino Toffolo, Stefania Sandrelli, Vittorio Gassman), la regia attenta di Mario Monicelli, fotografia e costumi che rimandano alla iconografia delle carte da gioco per una pietra miliare della commedia all'italiana. Da antologia l'esilarante duello fra Villaggio e Brancaleone per una pellicola che centrifuga Rabelais, I Sette Samurai e Il Settimo Sigillo.                              

Senza famiglia, nullatenenti cercano affetto (1972)

L'inizio di una grande amicizia sfocia nel primo vero esordio dietro la macchina da presa di Vittorio Gassman. Un film purtroppo "invisibile", un'opera un po' cinefila e un po' cinofila (verso la fine, Villaggio dice a Vittorio "Ero il tuo cane"). Suggestioni circensi, atmosfere alla Beckett, per una surreale favola dolceamara, in cui Paolo è Agostino Antoniucci, disadattato alla ricerca della madre perduta, mentre Gassman interpreta  Armando Tavanati, un loquace mago cialtrone.

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il Secondo Tragico Fantozzi, tra corazzate, contesse e frittatone

 

Sistemo l'America e torno (1973)

Black is Beautiful. Almeno cosi si diceva al tempo delle Black Panthers. Nanny Loy firma un road movie che parte da Busto Arsizio e arriva negli States, toccando Detroit, Reno, New Orleans, Miami e Atlanta. Nel tentativo di ingaggiare un talentuoso cestista nero per la squadra di basket di proprietà di un abbiente commendatore bustocco, Paolo Villaggio scopre che oltreoceano il razzismo va sempre a canestro con un tiro da tre punti. Battuta cult di Villaggio: "Nella mia vita ho sempre lavorato come un negro". Perché in realtà sarà l'America a sistemare il povero Paolo.

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Fantozzi, nove scene memorabili. VIDEO

Alla mia cara mamma nel giorno del suo compleanno (1974)

"Ho letto Freud, lasciati servire: tu sei un culattina, hai paura delle donne". Con queste parole viene apostrofato il trentaduenne Fernando detto "Didino". Villaggio suona con Edipo e il suo complesso in questo film disturbante, sulfureo e grottesco diretto dal maestro Luciano Salce che segna l'inizio del sodalizio fra il regista e Paolo. Un finale horror, una Eleonora Giorgi zoppa e una Orchidea De Santis incredibilmente "cozza", rendono la pellicola un cult da riscoprire.

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Lingua felpata, batti lei, sovrumano: il dizionario secondo Fantozzi

Fantozzi (1975)

"Fantozzi, sedici anni fa, cominciò col mettere la sveglia alle 6 e un quarto: oggi, a forza di esperimenti e perfezionamenti continui, è arrivato a metterla alle 7:51... vale a dire al limite delle possibilità umane! Tutto è calcolato sul filo dei secondi: cinque secondi per riprendere conoscenza, quattro secondi per superare il quotidiano impatto con la vista della moglie, più sei per chiedersi – come sempre senza risposta – cosa mai lo spinse un giorno a sposare quella specie di curioso animale domestico. Tre secondi per bere il maledetto caffè della signora Pina – tremila gradi Fahrenheit! –, dagli otto ai dieci secondi per stemperare la lingua rovente sotto il rubinetto". Basta questa descrizione per testimoniare l'immensità di un personaggio che è diventato un aggettivo, un fenomeno culturale, un'icona generazionale.

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È morto Paolo Villaggio: addio al ragionier Fantozzi. FOTOSTORY

Di che segno sei? Primo Episodio: Acqua (1975)

"Posso parlarle con franchezza? Lei sta diventando donna". Questa diagnosi manda in paranoia dura il capitano di marina Dante Bompazzi, uno che pensa "Io ad accavallare le gambe non ci sono mai riuscito, mi sono sempre spappolato i coglioni, io!". Il cambio di sesso consente a Paolo Villaggio di vestire i panni femminili di personaggi esilaranti, dalla vessata moglie siciliana costretta a "pulire gli urinali" alla femminista, dalla Escort alla scrittrice di successo.

Il Secondo Tragico Fantozzi (1976)

Il Duca Conte Semenzara, la micidiale acqua minerale Bertier, la Contessa Serbelloni Mazzanti Viendalmare, il tordo, i pomodorini, il cineforum aziendale, la partita di calcio Inghilterra-Italia, "Scusi, chi ha fatto palo?", La Corazzata Kotiomkin, gli stivali dei soldati, il night club "L'ippopotamo", la Prunella Ballor, i nove taxi chiamati dal Geometra Calboni, gli zoccoli del pescatore. La seconda tappa dell'odissea del ragionier Ugo è un'epifania di gag e battute. Con indimenticabili incursioni della voce narrante: "Era stato ripescato da una paranza di Torre Annunziata, rivenduto alla Findus e immesso sul mercato come cernia surgelata."

Signore e Signori Buonanotte: Episodi Mangiamo i bambini e Il Disgraziometro (1976) 

Terrificante intervista tratta dal famosissimo film a episodi che sbertuccia una giornata tipo di un’immaginaria televisione. Ispirandosi alla celebre idea di Swift (Una modesta proposta), Paolo Villaggio è lo studioso Schmidt che suggerisce di mangiare i bambini per sconfiggere la disoccupazione e la sovrappopolazione, problema che affliggono la città di Napoli. Ovviamente solo i bambini poveri che si possono fare bolliti, alla plancia alla cacciatora oppure surgelati. Nel quiz Il Disgraziometro, invece, Villaggio è invece un conduttore televisivo che saluta gli spettatori al grido di "Malinconia" e conduce un gioco a premi in cui vince il più sfigato.

Quelle strane occasioni: Episodo Italian Superman (1976) 

Non si vive di solo castagnaccio e lupini. Ce lo insegna Nanny Loy (non accreditato) in questo episodio ambientato ad Amsterdam. Paolo Villaggio è Giobatta, emigrato in Olanda che cerca fortuna al grido di castanjakken e italian lupinen. Ma tra i canali olandesi butta male e Giobatta, grazie alla sua smisurata dotazione, si dà al porno. Tuttavia,  la moglie (Valeria Moriconi) inizia a sospettare. Cartina di tornasole di un'Italia che scopriva gli spettacoli erotici, un episodio deliziosamente triviale con finale beffardo.

Il... Bel Paese (1977)

Ridere sull'Italia degli Anni di Piombo. Luciano Salce e Paolo Villaggio in una commedia nera dove le bambine giocano a campana con le sagome dei gessati dei cadaveri e i cittadini estraggono i portafogli al posto delle pistole. Tornato dal Golfo Persico, Guido Belardinelli apre a Milano un negozio di orologi, ma tra estorsioni, rapine, droga e terrorismo, la vita è dura. Notevole Massimo Boldi in versione eroinomane e Silvia Dionisio che si spoglia con la consueta generosità.

Dove vai in vacanza? - episodio Sì buana (1978)

Firmato da Luciano Salce, un travolgente e politicamente scorretta parodia di Ernest Hemingway e dei suoi racconti. Tra un ragazzo africano che ha nostalgia di Roma, uno stufato di topo e un'Anna Maria RIzzoli indimenticabile, Paolo Villaggio ancora una volta mostra tutta la sua ineguagliabile vis comica nei panni di Arturo che si fa spaccia peril  professional Wilson, originario del Galles . Un irresistibile e sgangheratissimo safari davvero esilarante

Fantozzi contro tutti (1980)

Dal vietatissimo Oroscopone alla devastante Coppa Cobram, dalla clinica del dimagrimento alternativo gestita dal crudele dietologo tedesco professor Birkermaier alla barca direttore Marchese del Conte Barambani, il terzo film della saga fantozziana spacca. Da antologia del buon umore il personaggio interpretato da Diego Abatantuono, ovvero Cecco, "il nipote del fornaio sotto casa. Era un orrendo butterato di ventisei anni, con il culo molto basso ed un alito agghiacciante, tipo fogne di Calcutta". Villaggio alle prese con un supplizio di Tantalo a base di polpettine è strepitoso, come l'acconciatura double-face sfoggiata dalla signora Pina (Milena Vukotic) che sogna il "filone".

Fracchia, la belva Umana (1981)

Irresistibile farsa al sapore del "Sempliciotto", il cioccolato dell'uomo mediocre, la pellicola segna il debutto sul grande schermo dell'impiegato Giandomenico Fracchia. Un autentico cult movie del cinema bis. Paolo Villaggio si fa in due, la comicità si moltiplica al quadrato grazie a un Lino Banfi in stato di grazia nei panni del commissario Auricchio. Al pari di Gigi Reder, apprensiva madre sicula della belva umana. Apparizioni di Massimo Boldi e Francesco Salvi, svalvolati rapinatori che rispondono rispettivamente ai nomi di "Pera" e "Neuro".

Fracchia contro Dracula (1985)

Anche Bram Stoker avrebbe riso se avesse potuto vedere questa versione riveduta e corretta dello zannuto Conte in fissa con il plasma. Paolo Villaggio che tenta di parlare rumeno è uno spasso. Basti pensare a "Empreuna... Empat". Filini fa Filini, ed è sempre una cosa bella. Un giovane Giuseppe Cederna imita Aigor con tanto di gobba. Ania Pieroni è la super sexy vampirella Oniria, mentre una acerba Isabella Ferrara anticipa Buffy. Da piangere dal ridere quando Villaggio nega la propria verginità e dice "E son stato anche con la portinaia, una vecchia con la barba. E mi son fatto di tutto! Sono stato anche... con un marinaio... di colore... un nano... un nano... non mi crede?".

 

Superfantozzi (1986)

"In effetti l'Onnipotente si era accorto che quella Sua creatura non gli era riuscita tanto bene!". Il quinto  capitolo della Fantozzeide è una apologia della malasorte. La storia con la s minuscola con Dio che invita Fantozzi a moltiplicarsi il meno possibile. E poi Lo Zio Lazzaro che risorge e manda il nipote in rovina, la via Crucis al numero 8, fabbro Filinus che vuol usare il trinciante per aprire la cintura di castità, Robin Hood che ruba ai ricchi per dare ai poveri, il Titanic, la breccia di Porta Pia. Con al fianco la veterana Liù Bosisio e maltrattato, in ogni epoca, dal bello del cinema bis Luc Merenda, Paolo Villaggio ci ricorda, nel corso dei secoli, che la fortuna è cieca, mentre la sfiga ci vede benissimo.

Il Volpone (1988)

Paolo Villaggio incontra il teatro elisabettiano di Ben Johnson. Maurizio Ponzi trasferisce la vicenda nella Genova degli anni Ottanta. l'attore si scorda di Fantozzi e di Fracchia per riabbracciare il livore e la rabbia degli esordi. Nei panni altolocati del ricco armatore Ugo Maria Volpone, parcheggiato a Santa Margherita Ligure, Villaggio duetta amabilmente con Enrico Montesano, Enrico Maria Salerno, Renzo Montagnani, Athina Cenci, Alessandro Haber,  Eleonora Giorgi. "Com'è comico lo spettacolo dell'ingordigia umana!".

La voce della luna (1989)

Insieme a Roberto Benigni, Paolo Villaggio è protagonista dell'ultimo film di Federico Fellini. Tratta dal romanzo Il poema dei lunatici di Ermanno Cavazzoni, una favola sulla fine del sentimento. Il paranoico prefetto Gonnella fece vincere a Villaggio un David di Donatello per la miglior interpretazione maschile. E non si può non pensare alle parole pronunciate dal suo personaggio nel film: "E se io avessi fatto qualcosa di diverso?".

Le comiche (1990)

"Ciao Paolo, ci vediamo là. Salutami gli altri". Questo è il necrologio che Renato Pozzetto ha dedicato a Paolo Villaggio. Ironia che sfocia in commozione e viceversa. Parole che testimonia la complice amicizia tra i due attori. Forse per questo nel film assistiamo a una perfetta alchimia. La pellicola vince la sfida di ritornare a una comicità da silent movie, da Stanlio e Olio. Un'esplosione di risate bambine. Come diceva lo stesso Villaggio: "Il comportamento comico è un comportamento infantile, cioè tutti i comici sono bambini, immaturi".

Io speriamo che me la cavo (1992)

La gag sulla pronuncia corretta di De Amicis. La parabola sulla fine del mondo. I bambini sgarrupati della periferia di Napoli. Lina Wertmüller porta sullo schermo il best-seller di Marcello D'Orta. E Paolo Villaggio se la cava benissimo nell'interpretare il maestro Marco Tullio Sperelli, trasferito per errore al Sud. Nel film, l'attore mostra un'inusitata tenerezza. Pure quando deve pronunciare la parola "zompapereta".

Il Segreto del bosco vecchio (1993)

Paolo Villaggio, Ermanno Olmi, Dino Buzzati. Tre giganti per un film per una favola fantastica a sfondo ecologista. Nastro d'argento a Villaggio come miglior attore protagonista per un opera in cui Paolo sembra ispirarsi al teatro kabuki giapponese

Fantozzi in paradiso (1993)

"Mortacci sua! Che me so' persa per trent'anni! E chi lo sapeva che era così? Che me so' persa!". Parola della Signorina Silvani. Giunto all'ottavo capitolo, Fantozzi finalmente impalma l'amore della sua vita. Allegria e malinconia danzano felici in un film che ritrova lo smalto e la freschezza dei primi episodi. Il ragionier Villaggio si pente di non essersi goduto la vita. Per cui: "Fece, in un pomeriggio, tutto quello che si era sempre vietato: mangiò quattro chili di cozze crude da "Gennaro o'vibrione"; multò e rimosse un carroattrezzi parcheggiato in doppia fila; fece, proditoriamente, una puzza mostruosa in un ascensore di un grande magazzino; imbrattò i muri con una scritta di coraggiosa denuncia; e alla fine si ritrovò senza più desideri, con una grande angoscia nel cuore!".

Cari fottutissimi amici (1994)

Dopo Brancaleone alle Crociate, Mario Monicelli torna a dirigere Paolo Villaggio in questo pepato road movie ambientato nella Toscana del 1944. Tra musiche d'epoca scelte da Renzo Arbore e zingarate post-belliche, Villaggio, nei panni del ex boxeur Ginepro Parodi, detto "Dieci", fa a pugni con la vita, consapevole che "Forse sopravvivere è meglio che vivere".