John Belushi moriva 40 anni fa: chi era e i suoi film più famosi

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Attore, cantante, comico, a Hollywood era considerato uno dei maggiori talenti dell’epoca. Nato il 24 gennaio 1949 a Chicago, è morto il 5 marzo del 1982 a Los Angeles a causa di una overdose. Dopo l’esordio in tv al Saturday Night Live, dove ha collezionato sketch memorabili e dove sono nati i Blues Brothers, ha fatto in tempo a recitare in una manciata di pellicole, due delle quali dirette da John Landis e diventate cult

Uno Speedball, cioè un cocktail di eroina e cocaina, ha ucciso John Belushi 40 anni fa a Los Angeles. Era il 5 marzo del 1982, aveva 33 anni. Attore, cantante, comico, a Hollywood era considerato uno dei maggiori talenti dell’epoca. Dopo l’esordio in tv al Saturday Night Live, ha fatto in tempo a recitare in una manciata di film, due dei quali diretti da John Landis e diventati cult.

Chi era John Belushi

John Belushi è nato il 24 gennaio 1949 a Humboldt Park, il quartiere albanese di Chicago. Il padre Adam Anastos, immigrato di prima generazione, in pochi anni era riuscito ad aprire due ristoranti di proprietà e sposare Agnes, americana di seconda generazione. Timido ma socievole, studente modello alla Wheaton Central High School, appassionato di football, Belushi si è fidanzato a 15 anni con la sua futura moglie Judith Jacklin. Dopo un laurea breve al College di DuPage e i primi applausi come batterista in un piccolo gruppo amatoriale, ha scoperto il teatro e l’improvvisazione. In pochi mesi le sue imitazioni sono diventate popolari e hanno fatto il giro di Chicago. È stato così selezionato dalla Second City Comedy, una compagnia di comici che viaggiava tra gli Stati Uniti e il Canada, e a Toronto ha incontrato quello che diventerà il suo più grande amico, Dan Aykroyd. A Los Angeles ha invece catturato l'attenzione della National Lampoon, con la sua imitazione di Joe Cocker che è diventata subito di culto.

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Il successo dei Blues Brothers

Nel 1975 John Belushi e Dan Aykroyd hanno partecipato alla nascita di una trasmissione televisiva della Nbc che sarà rivoluzionaria: il Saturday Night Live, programma di seconda serata pieno di comici politicamente scorretti. In quegli anni l’artista ha dato vita ad alcuni dei più celebri sketch e delle più spassose imitazioni della storia della tv americana. La sera del 22 aprile 1978, poi, è nata la leggenda dei Blues Brothers: John Belushi e Dan Aykroyd, nei panni di Jake ed Elwood Blues, sono saliti sul palco in abito e cravatta nera, occhiali da sole e cappello e hanno cantato in diretta Hey Bartender. Sono nati così due personaggi diventati un'icona mondiale. Con il successo, però, erano arrivati anche i problemi di dipendenza da alcol e droga, che hanno portato Belushi alla morte all’apice della carriera.

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La morte il 5 marzo 1982

La sera del 4 marzo 1982, l’attore ha partecipato a una festa allo “Chateau Marmont”, albergo esclusivo di Los Angeles. C’erano ospiti importanti, come Robert De Niro a Robin Williams: sono state tra le ultime persone a vedere Belushi in vita. Durante la notte, in uno dei bungalow dell’hotel, l’artista si è fatto una dose di cocaina insieme alla cantante Cathy Smith e la mattina dopo è stato trovato morto nel suo letto. Fin da subito il medico legale non ha avuto dubbi sulla causa del decesso: overdose. Anni dopo, Cathy Smith ha rivelato che - in stato di ebbrezza - è stata lei a sbagliare la proporzione tra le due sostanze e a iniettare con una siringa lo speedball di cocaina ed eroina a Belushi, che poi era subito andato a dormire. La cantante, dopo essere fuggita all’estero, ha scontato negli Stati Uniti 15 mesi di reclusione. Belushi ora riposa al Cimitero di Abel's Hill, nel Massachusetts.

I film cult: Animal House

Prima della brusca fine della sua carriera, Belushi ha partecipato a otto film per il cinema. Due di questi sono diventate pellicole cult, entrambe dirette da John Landis, anche lui di Chicago, autore a cavallo tra commedia e musica. Il primo successo è Animal House, del 1978: Belushi riprende una sua maschera degli anni di National Lampoon, lo studente svogliato e con tanta voglia di fare baldoria John (Bluto) Blutarsky. A capo di una banda di goliardi, insieme ai suoi compagni combina innumerevoli marachelle ai danni del college, dei professori e degli iconici Toga Party. Doveva essere una commedia giovanile con aspirazioni modeste, invece diventa una delle più apprezzate del genere, capace di incassare oltre 140 milioni di dollari solo negli Stati Uniti e influenzare il futuro delle pellicole comico demenziali. John Belushi è l’anima del film: con la sua strepitosa mimica facciale e le battute, è protagonista di sketch demenziali memorabili.

The Blues Brothers

Due anni dopo, nel 1980, arriva la consacrazione di John Belushi. John Landis dirige lui e Dan Aykroyd in The Blues Brothers, portando al cinema il duo musicale nato al Saturday Night Live. Se Animal House è un fenomeno di culto, questo diventa un successo planetario. Nella pellicola, Belushi e Aykroyd sono “in missione per conto di Dio” e nemici acerrimi “dei fascisti dell'Illinois”. Le scorribande dei fratelli Jake ed Elwood Blues, che vogliono rimettere in piedi la loro vecchia band per fare concerti in giro per i locali e raccogliere fondi per salvare dalla chiusura l'orfanotrofio in cui entrambi erano cresciuti, si mescolano con le sequenze musicali interpretate da giganti come James Brown, Aretha Franklin, Ray Charles e John Lee Hooker. Il risultato è una commedia musicale scolpita nella storia del cinema.

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I film minori

Tra gli altri film minori di John Belushi c’è Tarzoon - La vergogna della giungla, un cartone animato comico francese per adulti a cui nel 1979 il cast del Saturday Night Live ha prestato la voce nel doppiaggio americano. Nel 1978 ha partecipato a Goin' South (Verso il Sud), diretto e interpretato da Jack Nicholson. L’anno dopo è apparso in Old Boyfriends - Il compagno di scuola e nel surreale 1941- Allarme a Hollywood di Steven Spielberg. Nel 1981 è diventato un tranquillo giornalista di Chicago innamorato di una ornitologa in Chiamami aquila, una commedia romantica in cui ha regalato una delle sue interpretazioni più intense e sfumature non solo comiche. Infine, nello stesso anno ha interpretato un paranoico che vuole difendere la sua privacy dai due vicini di casa in I vicini di casa.

Il rimpianto per i ruoli mancati

Nonostante i due film cult e gli innumerevoli sketch, rimane il rimpianto per le altre interpretazioni che John Belushi avrebbe potuto regalare al cinema. Fra i ruoli che l’attore avrebbe dovuto interpretare, alcuni erano già sicuri. Era già stato scritturato, ad esempio, per essere Peter Venkman in Ghostbusters, di nuovo insieme all’amico Aykroyd: il ruolo è poi andato a Bill Murray. Si era pensato a lui anche per il ruolo di Una poltrona per due poi affidato a Eddie Murphy. Doveva essere sua anche la parte, poi andata a James Woods, di Max Bercovicz nel capolavoro di Sergio Leone C’era una volta in America.

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