The Woman King, la vera storia del film con Viola Davis stasera in tv

Cinema

Va in onda in prima tv su Italia 1, mercoledì 17 dicembre, il film del 2022 diretto da Gina Prince-Bythewood. Al centro della trama, una storia vera accaduta nell'Africa occidentale del Milleottocento

The Woman King, il film del 2022 diretto da Gina Prince-Bythewood e con protagonista Viola Davis, va in onda in prima tv su Italia 1 mercoledì 17 dicembre.

La trama

La trama di The Woman King si basa su una storia vera, ambientata nel Regno di Dahomey, nell’Africa occidentale del XIX secolo, oggi territorio del Benin. Al centro del film ci sono le Agojie, un corpo militare composto esclusivamente da donne guerriere, noto per il suo coraggio, la disciplina e la ferrea lealtà al regno.

 

La protagonista è la Generale Nanisca, interpretata da Viola Davis, una leader forte e carismatica che addestra la nuova generazione di combattenti per difendere il Dahomey dalle minacce esterne e interne. Il regno è infatti sotto pressione: da un lato i popoli rivali che cercano di conquistare territori e prigionieri, dall’altro il crescente commercio di schiavi alimentato dalle potenze europee.

 

Attraverso lo sguardo di Nawi, una giovane recluta ribelle, il film accompagna lo spettatore all’interno dell’addestramento delle Agojie, mostrando sacrificio, sorellanza e resilienza. Man mano che la storia procede, emergono conflitti morali profondi legati al ruolo del Dahomey nel traffico degli schiavi, mettendo Nanisca di fronte a scelte difficili che mettono in discussione il passato e il futuro del regno.

 

The Woman King non è solo un film d’azione epico, dunque, ma anche un racconto di emancipazione femminile, identità e memoria storica. Attraverso battaglie spettacolari e momenti intimi, il film restituisce dignità e visibilità a una pagina di storia africana poco conosciuta, celebrando la forza delle donne e il loro ruolo nella resistenza e nella costruzione di una comunità.

La storia delle Agojie

Le Agojie (note anche come “Amazzoni del Dahomey”) furono un corpo militare attivo durante il Regno di Dahomey, nell’attuale Benin, tra il XVII e il XIX secolo. Nacquero probabilmente come guardie del corpo del re e come cacciatrici d’élite, per poi trasformarsi in una delle forze armate più temute dell’Africa occidentale. Erano soldatesse professioniste, addestrate fin dall’adolescenza con una disciplina durissima, esercizi fisici estremi e un’educazione militare improntata all’obbedienza assoluta al sovrano.

 

Vivevano separate dalla società civile, non potevano sposarsi né avere figli e dedicavano l’intera esistenza al regno. Erano armate con lance, machete, archi e in seguito anche fucili, e partecipavano attivamente alle guerre di espansione del Dahomey contro i regni rivali. Le fonti europee dell’epoca le descrivono come combattenti feroci, coraggiose e strategicamente preparate, capaci di incutere timore anche agli eserciti coloniali.

 

Un aspetto complesso e controverso della loro storia riguarda il commercio degli schiavi. Il Regno di Dahomey fu coinvolto in esso, e anche le Agojie presero parte a spedizioni militari che portavano alla cattura di prigionieri. Tuttavia, nel corso dell’Ottocento, alcuni sovrani cercarono di ridurre questa pratica, spingendo verso un’economia alternativa basata sul commercio dell’olio di palma, tema che il film rielabora in chiave narrativa.

 

Le Agojie scomparvero progressivamente alla fine del XIX secolo, dopo la conquista coloniale francese. Oggi rappresentano un simbolo potentissimo di forza femminile, autonomia e identità africana, e la loro riscoperta storica ha contribuito a dare visibilità a un capitolo a lungo ignorato della storia mondiale.

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