Il cantautore ha presentato il docufilm diretto da Giacomo Triglia che racconta la genesi del suo ultimo album e ne svela il lato più personale. Tra riflessioni sulla paternità, ironia e impegno civile, Brunori invita a tornare nelle piazze: “Gaza ci ha svegliati”
È stato presentato alla Festa del Cinema di Roma Il tempo delle noci, il docufilm diretto da Giacomo Triglia che racconta la nascita dell’album L’albero delle noci, terzo classificato all’ultimo Festival di Sanremo. Ma il film non si limita alla musica: “Non volevamo fare un semplice backstage”, spiega Triglia, “ma documentare la dimensione umana e creativa di chi realizza un disco”. Il risultato è un racconto personale, che mostra Brunori nei suoi spazi quotidiani, tra amici, cantina dei vini e riflessioni sulla paternità.
Gaza, le piazze e il bisogno di una coscienza attiva
Durante la presentazione, Brunori ha condiviso una riflessione forte sul presente: “Purtroppo abbiamo avuto bisogno di un orrore come quello di Gaza per risvegliarci”, ha detto. “Non bastano più i social: bisogna tornare nelle piazze, incontrarsi, esserci con i corpi”. Il cantautore ha visto nella recente mobilitazione giovanile un segnale importante: “Vedere ragazze e ragazzi di nuovo in piazza, come non accadeva dagli anni ’90, è forse la cosa più bella che ci sia capitata. Ma va alimentata, non deve restare un fuoco momentaneo”.
Ironia, paternità e il dietro le quinte di Sanremo
Nel documentario, Brunori mostra anche il backstage del Festival di Sanremo, dove ha conquistato il pubblico e il televoto. E riflette sul cambiamento portato dalla paternità: “Ti costringe a ristabilire le priorità: non hai più lo stesso tempo da dedicare solo alle canzoni, ma scopri un nuovo equilibrio tra il radicamento che ti dà un figlio e il volo che ti dà la creatività”. Alla domanda se sia arrivato il momento degli stadi, risponde con ironia: “Certo! Faremo dieci stadi… ma solo di provincia. Tutti con una mezza tribuna e la terra battuta come campo”.