La Grazia, film di Paolo Sorrentino apre Mostra del Cinema di Venezia: trama e cast

Cinema
Andrea Pirrello

Introduzione

La Grazia, nuovo dramma di Paolo Sorrentino, racconta gli ultimi giorni nel mandato immaginario di un Presidente della Repubblica che affronta due richieste di grazia estremamente delicate. Tra amore, dubbio, responsabilità e dilemmi morali, il protagonista è chiamato a confrontarsi con la coscienza e il potere..

Quello che devi sapere

Il Presidente e il suo mondo

Mariano De Santis è il Presidente della Repubblica, figura del tutto frutto dell’immaginazione dell’autore. Vedovo, cattolico, padre attento di Dorotea, giurista come lui. È un uomo solo al crepuscolo del suo potere, chiamato a misurarsi con il senso più profondo del suo ruolo.

Il Presidente e il suo mondo

L'ultimo atto istituzionale

Alla fine del suo mandato, tra giornate monotone e rituali istituzionali, emergono due richieste di grazia, delicate e cariche di conseguenze morali. Si trasformano in veri e propri dilemmi, che si intrecciano in modo apparentemente inestricabile con la sua vita privata, esigendo scelte che pesano come macigni.

L'ultimo atto istituzionale
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Il cammino del dubbio

Mosso dal dubbio, De Santis deve decidere. La piena consapevolezza del difficile compito – firmare o negare – diventa un atto di responsabilità. In quelle ultime scelte si misura il senso del suo servizio pubblico, intrecciando diritto e coscienza.

Il cammino del dubbio

La Grazia è un film d’amore.

Dalle note di Paolo Sorrentino: "La Grazia è un film d’amore. Questo motore inesauribile che determina il dubbio, la gelosia, la tenerezza, la commozione, la comprensione delle cose della vita, la responsabilità. L’amore e le sue articolate diramazioni sono viste e vissute attraverso gli occhi di Mariano De Santis, Presidente della Repubblica verosimile ma rigorosamente inventato. Mariano De Santis ama la moglie che non c’è più, la figlia e il figlio e le loro distanze generazionali, ama il diritto penale che ha studiato per tutta la vita. Mariano De Santis, dietro il suo aspetto serio e rigoroso, è un uomo d’amore.

La Grazia è un film d’amore.
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Il dubbio come embrione del cambiamento

Dalle note di Paolo Sorrentino: "La Grazia è un film sul dubbio. E sulla necessità di praticarlo, soprattutto in politica, soprattutto oggi, in un mondo dove i politici si presentano troppo spesso col loro ottuso pacchetto di certezze che provocano solo danni, attriti e risentimenti, minando il benessere collettivo, il dialogo e la tranquillità generale. Mariano De Santis è un uomo mosso dal dubbio".

Il dubbio come embrione del cambiamento

Responsabilità e paternità con umanità

Dalle note di Paolo Sorrentino: "La Grazia è un film sulla responsabilità.
Un’altra dote che dovrebbe riguardarci tutti ma che, in modo particolare, dovrebbe caratterizzare l’essere politico, la figura che rappresenta gli altri e che guida o determina le scelte. Anche della responsabilità sentiamo la mancanza, quasi una latitanza, che lascia oggi il posto a inutili esibizionismi, a bordate muscolari, dannose, quando non apertamente pericolose. Mariano De Santis è un uomo responsabile. La Grazia è un film sulla paternità. Un politico può definirsi tale se incarna la dote alta e rassicurante della paternità, non se indossa i panni, cari a certi politici di oggi, del figlio scapestrato. Mariano De Santis è un padre nobile. Ma, da uomo intelligente e animato dal dubbio, sa quando è il momento di tornare a essere figlio. Quando l’età avanza e il presente diventa incomprensibile, anziché disprezzarlo o perdersi in vani rigurgiti nostalgici, si mette in ascolto del presente, attraverso i figli, che hanno una maggiore attitudine alla comprensione del mondo circostante. E si fida di loro. Mariano De Santis è un grande padre".

Responsabilità e paternità con umanità
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Al cuore dei dillemmi morali

Dalle note di Paolo Sorrentino: "La Grazia è un film su un dilemma morale. Concedere o meno la grazia a due persone che hanno commesso degli omicidi in circostanze, però, forse, perdonabili. Firmare o non firmare, da cattolico, una legge difficile sull’eutanasia. Da ragazzo rimasi folgorato dal Decalogo di Kieslowski. Un capolavoro tutto incentrato sui dilemmi morali. La trama delle trame. L’unico intreccio davvero appassionante. Più di un thriller. Non penso di essermi neanche minimamente avvicinato all’altezza del genio di Kieslowski, alla profondità di come affrontava i temi morali, ma ho sentito la necessità di farlo comunque, in un momento storico in cui l’etica, alle volte, sembra essere opzionale, evanescente, opaca o comunque tirata troppo spesso in ballo solo per ragioni strumentali. L’etica è una cosa seria. Tiene in piedi il mondo. E Mariano De Santis è un uomo serio".

Al cuore dei dillemmi morali

Cast artistico

Toni Servillo - Presidente
Anna Ferzetti -  Dorotea
Orlando Cinque - Colonnello
Massimo Labaro Massimo Venturiello - Ugo Romani
Milvia Marigliano - Coco Valori
Giuseppe Gaiani - Lanfranco Mare
Giovanna Guida - Valeria Cafiero
Alessia Giuliani -  Maria Gallo
Roberto Zibetti - Domenico Samaritano
Vasco Mirandola - Cristiano Arpa
Linda Messerklinger -  Isa Rocca
Rufin Doh Zeyenouin -  Papa

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