Fino alle montagne, cast e trama del film al cinema che omaggia il silenzio delle vette
CinemaIntroduzione
Dal 29 maggio 2025 nelle sale italiane arriva l'opera di Sophie Deraspe che ci conduce in un viaggio fisico e interiore che scardina i miti della modernità e riscopre il senso profondo dell'esistenza: esce oggi al cinema in Italia l’acclamato film Fino alle montagne. Racconta di come la riconquista dell’essenziale può avvenire attraverso il silenzio delle vette.
Si tratta di un’opera di quella che è assolutamente da considerarsi una voce fuori dal coro nel panorama cinematografico contemporaneo: questa nuova pellicola di Deraspe, autrice già nota per titoli come Antigone e Les Loups, arriva nelle sale italiane – distribuita da Officine UBU - portando un gioiellino per cui la regista canadese si è ispirata liberamente al memoir D’où viens-tu, berger? di Mathyas Lefebure, costruendo un racconto che unisce introspezione personale e respiro paesaggistico.
La pellicola, già accolta con entusiasmo al Toronto International Film Festival – dove si è aggiudicata il premio come Miglior Film Canadese – è stata anche presentata in anteprima nazionale al Trento Film Festival, suggellando così il suo forte legame con la montagna, luogo fisico e simbolico dell’opera.
Scopriamo tutto quello che bisogna sapere sul film Fino alle montagne.
Nel frattempo, potete guardare il trailer ufficiale della pellicola, da oggi al cinema, nel video che trovate in alto, Ion testa a questo articolo.
Quello che devi sapere
La trama
Il film Fino alle montagne ha una trama che ruota attorno a quella che potremmo definire come una rottura necessaria. Il protagonista infatti abbandona la città e le sue illusioni. Al centro della narrazione troviamo Mathyas, interpretato con intensa vulnerabilità da Félix-Antoine Duval. Ex pubblicitario di successo a Montréal, si ritrova improvvisamente svuotato, schiacciato da un’esistenza scandita da ritmi insostenibili, performance continue e relazioni superficiali. In un momento in cui la salute lo obbliga a fermarsi, emerge una domanda urgente: “E adesso?”. È così che nasce il desiderio di tagliare i ponti con la vecchia vita e cercare una forma di verità nell’isolamento delle montagne francesi.
Trasferitosi nell’Alta Provenza, Mathyas sceglie un’esistenza completamente diversa: quella del pastore. Un mestiere duro, antico, distante anni luce dall’ambiente urbano che ha lasciato. Lontano dalla retorica delle seconde opportunità e dal mito della riconversione romantica, il film mostra le difficoltà concrete di questa trasformazione. La natura non accoglie, non consola: mette alla prova. Il lavoro è fisicamente estenuante, la solitudine diventa compagnia quotidiana, mentre la morte si manifesta con la cruda normalità degli animali feriti, delle malattie, dei predatori.
Il personaggio di Élise
Fino alle montagne racconta una storia in cui il protagonista assoluto è Mathyas, d'accordo, ma questo finché non fa capolino nella trama un nuovo personaggio: quello di Élise. È l’incontro con lei che che muta la traiettoria del destino (nonché della trama del film). In questa esperienza aspra, fatta di silenzi e fatica, arriva Élise. Solène Rigot le presta il volto e l’anima, restituendole una delicatezza potente. È un’impiegata statale disillusa, che trova in Mathyas non solo una fuga possibile, ma un ideale da cui lasciarsi guidare. Rinuncia al suo lavoro e lo raggiunge sulle montagne. La loro unione non è frutto di una passione esplosiva, ma di una complicità costruita nel tempo, nella condivisione del peso delle giornate e nella speranza di un’esistenza più vera.
Il momento di svolta arriva quando i due accettano un incarico ambizioso: la transumanza di oltre ottocento pecore attraverso le Alpi dell’Alta Provenza. Lungo questo tragitto pastorale, ogni passo diventa una prova, ogni incontro un’occasione di scoperta. La natura li circonda e li plasma, diventando ora alleata, ora avversaria. Il paesaggio, maestoso e impervio, si fa cornice e protagonista, testimone silenzioso della loro evoluzione.
Il cast
Fino alle montagne si avvale di un ricco cast composto da un gruppo di interpreti capaci di restituire con autenticità la complessità emotiva del film. Protagonista è Félix-Antoine Duval, nel ruolo di Mathyas, attorno al quale ruota l’intera vicenda: la sua interpretazione intensa e trattenuta accompagna lo spettatore lungo il percorso di trasformazione interiore del personaggio. Accanto a lui brilla Solène Rigot, nel ruolo di Élise, una presenza sensibile e risoluta che dà corpo a un personaggio femminile profondo e autonomo.
Il cast si arricchisce poi della partecipazione di Younes Boucif, Yamine Dib e Véronique Ruggia, che incarnano con credibilità le figure che Mathyas incontra nel mondo pastorale. Completano il quadro Bruno Raffaelli, Michel Benizri e Guilaine Londez, offrendo volti e gesti concreti a un microcosmo umano duro ma solidale. Insieme, questi interpreti contribuiscono a creare un affresco corale sobrio e realistico, dove ogni presenza arricchisce la narrazione con sfumature di autenticità e vissuto.
Il team tecnico
La regia della cineasta canadese Sophie Deraspe si distingue per sobrietà e rispetto nei confronti della materia narrata. Nessuna spettacolarizzazione nel suo film Fino alle montagne, nessun artificio retorico. Il ritmo segue quello dei corpi, delle stagioni, delle camminate.
La fotografia di Vincent Gonneville alterna con maestria l’intimità degli interni – cupi, materici – alla vastità abbagliante degli esterni. Il risultato è un’opera che ha il respiro del documentario senza caderne nella rigidità.
Il commento musicale firmato da Philippe Brault accompagna il film in modo sottile, talvolta etereo, amplificando le emozioni senza mai sovrastarle. Le scene della transumanza colpiscono per il loro potere evocativo: greggi che attraversano paesaggi contemporanei – asfalto, ponti, piazze – creando cortocircuiti visivi in cui il tempo sembra sospeso tra arcaico e moderno.
Il protagonista Mathyas non è un eroe
Fino alle montagne è un’opera che interroga il nostro presente senza offrire facili soluzioni. Non è certo un inno naïf al ritorno alla natura ma semmai è una meditazione critica su un presente in cui l’efficienza ha preso il posto del significato, e la connessione virtuale ha sostituito i legami autentici. Mathyas non è un eroe, ma un uomo che tenta, sbaglia, si spezza.
La sua ricerca non ha un esito scontato, né risposte pronte. Il film non offre ricette di felicità, ma pone una domanda disturbante: cosa resta quando togliamo tutto il superfluo?
Élise rappresenta un altro modo di cambiare: non per reazione o fuga, ma per scelta. È lei che sostiene Mathyas nei momenti di cedimento, che lo accompagna senza salvare, che lo aiuta a riconoscere la bellezza anche nella fatica.
Un film per chi ha pensato di mollare tutto
L’opera di Deraspe, Fino alle montagne, si rivolge a un pubblico adulto, consapevole, forse disilluso. È una fiaba moderna senza magia, dove il lieto fine non è garantito. È un invito ad ascoltare quel disagio sottile che spesso ignoriamo, a considerare che, forse, esistono altri modi di vivere. Non più produttività a ogni costo, ma presenza. Non più fuga dall’insoddisfazione, ma immersione nel reale.
Fino alle montagne non è un film su chi parte per trovare se stesso. È un’opera su chi resta, sulla pazienza di costruire qualcosa di autentico, sulla forza nascosta nella fragilità. Dal 29 maggio 2025 nei cinema italiani, è un’esperienza visiva e interiore che merita di essere vissuta senza fretta, con il cuore aperto al silenzio e alla verità delle cose semplici.
Aspettando di andare in sala a godervi questo film, potete guardare il trailer ufficiale di Fino alle montagne nel video che trovate in testa a questo articolo.