La pellicola diretta da Brando Quillici va in onda in prima tv su Italia 1 martedì 17 dicembre. Con protagonisti Sunny Pawar e Claudia Gerini, racconta la storia emozionante di un bambino che scappa dall'orfanotrofio e salva un tigrotto dai bracconieri
Martedì 17 dicembre, su Italia 1, va in onda in prima tv Il ragazzo e la tigre.
Il film, diretto da Brando Quillici, ha per protagonisti il giovanissimo Sunny Pawar e Claudia Gerini. Ma qual è la vera storia a cui la pellicola si ispira?
Il ragazzo e la tigre, la trama
Al centro de Il ragazzo e la tigre troviamo Balmani (Sunny Pawar), un bambino di nove anni che scappa dall'orfanotrofio in cui si trova per tornare a Katmandu, laddove è nato. In quel lungo viaggio verso casa, incontra un tigrotto e - deciso a salvarlo dai bracconieri - lo porta al monastero Takstang (soprannominato "Tana della tigre"). Lì, in quel luogo costruito su un dirupo, di cui la mamma gli parlava sempre, sa che sarà al sicuro, protetto dai monaci buddhisti che lo abitano. Ma, nel corso del viaggio, il legame tra i due si farà sempre più forte. Ad aiutarli ci penserà Hannah (Claudia Gerini), la direttrice dell'orfanotrofio, che non si arrende davanti alla fuga di Balmani: li accompagnerà lei al monostero, ponendo sollievo alla loro stanchezza.
La storia vera
Il ragazzo e la tigre è un film speciale, girato in Nepal, in luoghi accessibili solo a piedi, e con protagonista una vera tigre. A raccontarlo è stato il regista, Brando Quilici, nel corso di un'intervista a TV Sorrisi e Canzoni. "Era buonissima e voleva sempre giocare, ma aveva artigli affilati come rasoi", ha spiegato. Tutti, alla fine delle riprese, erano pieni di tagli e di taglietti. Ma non Sunny, come se quel tigrotto fosse stato attento a non fargli male.
Film per famiglie, che parla d'amicizia e racconta il mondo nei suoi lati belli e in quelli brutti, Il ragazzo e la tigre prende spunto da una storia vera, raccontata a Quilici da Maggie Doyne, un’americana che gestisce un orfanotrofio in Nepal. Un giorno, un bambino ospite della sua struttura è scappato per tornare nel suo villaggio natale. La fuga, dunque, c'è stata per davvero. Mentre l'amicizia tra il bambino e la tigre è un elemento romanzato.
"Mi sono innamorata dei ragazzi dell’orfanotrofio", ha raccontato Claudia Gerini. "Sono autonomi, coltivano l’orto e si fanno da mangiare. Sunny è molto dolce, un attore istintivo, sa passare dal sorriso alla tristezza in un attimo. E poi c’era la tigre: non dimenticherò mai quando l’ho presa in braccio per darle il latte. Sembra un gattone gigante, con quelle zampotte e il pelo supermorbido".
Perché, il film, vuole far commuovere. Ma anche riflettere: le tigri sono in pericolo, e spetta all'uomo salvarle.