The Order, Jude Law a caccia di neonazisti. La recensione del fim in gara a Venezia 2024

Cinema
Paolo Nizza

Paolo Nizza

Tratto da una storia vera, un serrato action thriller ambientato negli anni Ottanta. Il feroce ritratto di un'America divisa, un'attenta riflessione su cio che è accaduto e che potrebbe riaccadere

"Chi non ricorda il passato è condannato a ripeterlo". Queste parole di George Santayana sono incise in trenta lingue, sul monumento all'ingresso del campo di concentramento di Dachau, La tragedia è che esiste qualcuno che vorrebbe che quel terrificante passato ritornasse. Nello specifico si tratta dei suprematisti bianchi e della nazione ariana raccontati in The Order, in concorso alla 81.ma Mostra del cinema di Venezia. Per la prima volta il regista australiano Justin Kurzel è in gara per il Leone d’Oro, dopo Nitran, il lungometraggio presentato a Cannes nel 2021, grazie al quale il talentuoso Caleb Landry Jones vinse il premio per la miglior interpretazione maschile.

Tratto da una storia, purtroppo, vera

La pellicola è tratta da The Silent Brotherhood, il libro inchiesta scritto da Kevin Flynn, Gary Gerhardt. Un viaggio nel cuore nero degli Stati Uniti, l’inquietante ritratto di chi si professa più americano della torta di mele, ma poi predica l’antisemitismo, il razzismo e sogna una nazione bianca. Il film si concentra proprio sul Movimento chiamato The Order, esistito realmente dal 1983 al 1984. Un gruppo che, seppure per un arco temporale ridotto, ha rappresentato un’autentica minaccia per la democrazia statunitense. Basti pensare che il gruppo terroristico si rese responsabile dell'omicidio di Alan Berg, il conduttore radiofonico di origine ebrea a cui Oliver Stone ha dedicato il film Talk Radio.

The Turner Diaries e l'assalto al campidoglio

Bandiere con la svastica, camicie brune, saluti romani, croci fiammeggianti, rune armane. In The Order sfilano, al ritmo del passo dell’oca i simboli cari all’ultradestra. Ma il più spaventoso di tutti è un libercolo, dal titolo apparentemente innocuo The Turner Diaries. Vergato da William Luther Pierce, si tratta di un romanzo distopico che cela tra le proprie pagine una guida illustrata per scatenare una seconda guerra civile: alcune copie del volume sono state trovate abbandonate al Campidoglio, dopo l’assalto avvenuto 2021. Una circostanza niente affatto rassicurante, in vista delle prossime elezioni americane.

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La trama del film

1983, Nord Ovest degli Stati Uniti. Bombe nei sexy shop, rapine in banca, assalti a furgoni blindati, spaccio di banconote false seminano il terrore nel Paese. Ma dietro questa ondata criminale si nasconde un piano diabolico per sovvertire l’ordine costituito. Ad aprire le indagini è l’agente del FBI Terry Husk, spedito nella sperduta cittadina di Coeur d’Alene, in Idaho, dopo una logorante passato da infiltrato a New York, nel clan mafioso della famiglia Lucchesi. Dietro l’escalation di violenza, c’è una banda di suprematisti bianchi neonazisti. L’idea è quella di raccogliere fondi per organizzare un’insurrezione e colpire il cuore dello Stato. L’agente federale sospetta che dietro questa operazione ci sia Richard Butler, leader dell’Aryan Nations che ha il suo quartier generale nella conte di Kootenai, a venti acri di distanza da  Coeur d'Alene. Ma in realtà a capo dell’organizzazione The Order c’è Roberto Jay Mathews, pronto a dichiarare guerra al governo degli Stati Uniti.

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Jude Law contro Nicolas Hoult

Dopo aver vestito i panni del dottor Watson, del Papa, di Albus Silente e Capitan Uncino, Jude Law si cala alla perfezione nel ruolo dell’agente logorato dal lavoro e preso a calci dalla vita, ma ancora disposto a tutto per risolvere un caso. Di contro, Nicolas Hoult, in attesa di interpretare il villain Lex Luthor nel prossimo film di Superman, ci offre un ritratto credibile e perturbante del fanatico neonazista che dietro lo sguardo angelico brucerebbe il mondo per il trionfo del white power. E tra ottime sequenze d’azione e dialoghi serrati, The Order si rivela un buon esempio di thriller collegato con la realtà che sovente è più spaventosa della finzione

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