Christian De Sica ospite della 100esima puntata di Stories. VIDEO

Cinema

Dall'incontro a 7 anni con Charlie Chaplin a Vacanze di Natale, da papà Vittorio all'ultimo film Ricchi a Tutti i Costi, Christian De Sica si racconta al vicedirettore di Sky TG24 Omar Schillaci nella centesima puntata del ciclo di interviste dedicate ai protagonisti dello spettacolo

È Christian De Sica il protagonista d’eccezione per la centesima puntata di “Stories”, il ciclo di interviste ai principali interpreti dello spettacolo di Sky TG24. Ospite del vicedirettore della testata Omar Schillaci, con la regia di Francesco Venuto, l’attore e regista si racconta in “Christian De Sica – Due o tre cose da raccontare”. In onda mercoledì 5 giugno alle 21.05 su Sky TG24, sabato 8 giugno alle 13.30 su Sky Arte e sempre disponibile On Demand.   

RICCHI A TUTTI I COSTI, L'ULTIMO LAVORO

Da poco su Netflix con ‘Ricchi a tutti i costi’, per la regia di Giovanni Bognetti, un film dove la famiglia Delle Fave “si ritrova ad organizzare l’assassinio dell’amante della madre di mia moglie” racconta De Sica. “La storia di una famiglia borghese che però parla di un assassinio come se dovesse organizzare una gita al mare, con un umorismo nero, cinico, un po’ alla Woody Allen che a me fa sempre molto ridere. È una commedia ben scritta, ormai le commedie sono tutte buoniste, avere una commedia con dei mascalzoni è divertente”. E poi ancora aneddoti, curiosità, incontri coi più grandi del cinema e non solo.

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IL PESO DI UNA EREDITà IMPORTANTE, PAPà VITTORIO

La storia di Christian De Sica inizia in una famiglia di attori e “ho sempre respirato quell’aria. Mio padre si divideva tra una casa e l’altra, essendo io il figlio della sua amante” ha ricordato. Essere figli di Vittorio De Sica comporta anche il peso di un’eredità importante, lo ricorda ad esempio quando nel salotto di casa, diretto dallo sguardo severo del padre, giocava recitando le scene più surreali. “Invitava a casa tutti i suoi amici, come Sordi, Stoppa e Cervi e recitavo degli sketch che non erano adatti a due bambini come me e mio fratello, tipo ‘cittadini che protestano’ o i ‘suicidi’. Poi quando gli dissi che volevo recitare lui voleva che studiassi e gli dissi ‘ma papà, dopo che mi hai fatto recitare ‘i suicidi’ in salotto che t’aspettavi?” Una vita, ancor prima di una carriera, ricca di aneddoti incredibili, come quando a sette anni, aspettando suo padre nella hall di un albergo venne intrattenuto “da un signore che mi sorrideva e faceva dei giochini con la bombetta in testa. Quando arrivò papà gli dissi ‘guarda c’è un vecchio scemo che fa i giochi col cappello’ e lui mi disse ‘sei pazzo! Quello è Charlie Chaplin!” Questo l’antipasto di quella che diventerà di lì a poco una carriera straordinaria che lo ha visto mattatore della commedia all’italiana. 

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DA SAPORE DI MARE A VACANZE DI NATALE

Il primo vero successo con Sapore di Mare che diede il là al sodalizio artistico con Carlo Vanzina poi, subito dopo, Vacanze di Natale, il primo vero e proprio cinepanettone italiano. “Quando mi proposero il film la mia agente mi disse che avevo un’altra offerta da 14 milioni di lire per fare ‘Il Conte Tacchia’ con Gassman e Montesano. Io accettai Vacanze di Natale per 600 mila lire perché avevo fiutato l’odore del successo e non mi sono sbagliato. Dissi a mia moglie ‘finalmente se magna’”. La moglie Silvia, sorella di Verdone, l’ha conosciuta grazie all’amicizia con Carlo tra i banchi di scuola, “quella classe era la nostra accademia di arte drammatica, lì abbiamo imparato a dar vita ai personaggi” ha ricordato. Poi sul piccolo screzio avuto per conquistarla ha raccontato: “Sono andato a casa sua con un mazzo di fiori, perché sono ruffiano a gridare ‘La amo! La amo!’, il padre di Verdone pensò subito ‘mamma che buffone che è questo…’ però l’ho conquistata e quando Carlo si è sposato siamo andati in viaggio di nozze tutti e quattro assieme’. Grazie a Silvia arriva anche il teatro, ‘che non volevo fare perché ero terrorizzato, un po’ come mio padre che voleva solo fare l’attore, quando dovette confrontarsi con la regia. Mia madre lo obbligò e fece ‘Ladri di biciclette’, pensa un po’. Io allo stesso modo ho esordito con ‘Un americano a Parigi - Tributo a George Gershwin’ senza nessuna aspettativa e siamo rimasti in scena per 4 mesi e mezzo. Posso dire che Silvia è stata la donna della mia vita, che mi ha dato il coraggio di fare cose che non avrei avuto il coraggio di fare”. E a proposito di successi, impossibile non nominare Massimo Boldi, suo fedele compagno in moltissimi dei suoi film, su questo e sull’interruzione di quel rapporto artistico ci tiene a precisare che “non abbiamo litigato. Massimo era semplicemente passato a Mediaset”, poi 13 anni dopo “siamo tornati insieme con ‘Amici come prima’ e anche quello fu un grande successo”. Su di sé afferma di non essersi mai sentito sottovalutato, come in molti hanno detto, anche perché “ho scelto un cinema nazionalpopolare ottenendo grandissimo successo e questo a volte non te lo perdonano, ma io sono stato sempre tanto felice e ho fatto sempre quello che avevo voglia di fare. È anche vero però che ho perso la chance di realizzare film importanti come ‘L’uomo delle stelle’ che Giuseppe Tornatore scrisse appositamente per me perché ero impegnato su un altro set”. Se potesse tornare indietro nel tempo? “Forse non avrei firmato tutti quei contratti con lo stesso produttore, perché sia Steno che mio padre mi avevano detto di cambiare per non finire a fare sempre le stesse cose”. E sui sogni ancora nel cassetto ammette di aver scritto “un film che si chiama ‘La Porta del Cielo’ che è la storia di quando i miei si sono innamorati e mio padre ha salvato 300 ebrei, chiudendoli nella Basilica di San Paolo a Roma in attesa che arrivassero gli americani con la scusa di fare un film. E giravano e giravano quando pure la pellicola era finita e gli americani non si vedevano. Il film finisce con gli americani che arrivano a Roma, gli ebrei escono fuori e si salutano alla luce del sole e quando la produzione cattolica chiede a mio padre se avesse inserito, come da contratto, un miracolo nel film, mio padre risponde indicando la folla che si saluta ‘ecco, questo è il miracolo’. Non me lo hanno voluto far fare, ma c’è ancora tempo” ha concluso.

 

STORIES: “CHRISTIAN DE SICA – DUE O TRE COSE DA RACCONTARE” IN ONDA MERCOLEDÌ 5 GIUGNO ALLE 21.05 SU SKY TG24 (CANALI 100 E 500 DI SKY E CANALE 50 DEL DTT), SABATO 8 GIUGNO ALLE 13.30 SU SKY ARTE E DISPONIBILE ON DEMAND E SU SKYTG24.IT

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