La commedia del regista indipendente Sean Baker racconta la storia di Anora, una sex worker di Brooklyn che vive una storia da Cenerentola quando incontra e sposa impulsivamente il figlio di un oligarca. Quando la notizia raggiunge la Russia, la loro favola viene minacciata
È andata contro tutti i pronostici, e alla fine ha vinto la Palma d’Oro della 77ª edizione del Festival di Cannes (LO SPECIALE). Alla cerimonia di premiazione di sabato 25 maggio, la commedia Anora di Sean Baker è stata premiata come Miglior film dalla giuria presieduta da Greta Gerwig. La pellicola del regista, sceneggiatore, montatore e produttore cinematografico statunitense attivo nel cinema indipendente ha così trionfato tra i 22 film in Concorso, sottraendo lo scettro al grande favorito, Il seme del fico sacro del regista iraniano Mohammad Rasoulof, e all’unico italiano, Parthenope di Paolo Sorrentino. Anora uscirà in Italia nelle sale con Universal.
LA TRAMA
Anora, una giovane sex worker di Brooklyn, ha la possibilità di vivere una storia da Cenerentola quando incontra Yvan, un giovane cliente filiforme che si divide tra musica, coca e alcol. Niente farebbe pensare che sia ultra-miliardario, almeno finché la giovane escort entra nella sua casa su tre piani con piscina e palestra. All’inizio il loro rapporto si fonda unicamente sullo scambio di sesso (Yvan offre ad Anora 15mila dollari per una settimana di compagnia), ma poi il ragazzo si innamora (o meglio, si incapriccia) della ragazza e i due si sposano a Las Vegas. Quando la notizia raggiunge la Russia, la favola di Anora viene minacciata. La ragazza scopre che Yvan è il figlio viziato di un oligarca per il quale il matrimonio, che ha colpito gli interessi della famiglia, non si doveva fare. Il film prende una piega comica quando un trio di mafiosi arriva a casa degli sposi.
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IL CAST
Il regista indipendente Sean Baker ha assegnato il ruolo della protagonista Anora all’attrice rivelazione Mikey Madison e la parte del viziato Yvan all’attore Mark Eidelstein. Nel cast compaiono anche Jurij Borisov, Vačʻe Tʻovmasyan, Karren Karagulian, Aleksej Serebrjakov e Dar'ja Ekamasova.
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IL REGISTA
Introdotto nel mondo del cinema dalla madre e conquistato dall’interpretazione di Frankestein di Boris Karloff, Sean Baker ha avuto per tutta la vita un obiettivo: “Andare a Cannes”. Come ha dichiarato al Guardian nel 2017, dalle prime esplorazioni cinematografiche “è stato tutto un cliché: pellicole super-8, videocamere, club di cinema a scuola, tortura di mia sorella per farla recitare nei miei film”. Dopo gli studi in Cinema alla New York University ha realizzato il primo film, Four Letter Words, ma si è poi smarrito negli eccessi che l’hanno portato alla tossicodipendenza da eroina. “Ho sprecato un sacco di tempo, ho passato dei brutti momenti”, ha raccontato. Ammiratore di John Cassavetes, di Ken Loach e di Mike Leigh, Baker ha conquistato per la prima volta il pubblico per la prima volta con il film Tangerine, girato interamente su iPhone e uscito nel 2015. La pellicola, che ha attirato l'attenzione dei festival Sundance e Deauville, racconta la storia di due prostitute transgender in una folle giornata a Los Angeles. Nel 2017, The Florida Project con Willem Dafoe ha invece una ragazzina che vive in uno squallido motel alla periferia di Disney World e della madre che vive di espedienti. Baker ha spesso prediletto i casting ai margini dello star system, effettuati anche su Instagram o al supermercato. Per la pornostar di Red Rocket del 2021 ha reclutato un attore che non era affatto destinato a finire sulla scalinata di Cannes, Simon Rex, apparso soprattutto in Scary Movie e selezionato con un provino di cinque minuti al telefono.