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Furiosa: A Mad Max Saga, la nascita di una guerriera. La recensione del film

Cinema

Paolo Nizza

Arriva al cinema dal 23 maggio, il prequel/spin-off di Mad Max: Fury Road e quinto capitolo della saga post-apocalittica di George Miller. Un’adrenalinica odissea steampunk, fatta di sangue e sabbia, ruggine e ossa. Con una volitiva Anya Taylor-Joy e un malvagio Chris Hemsworth

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Infanzia vocazione e prime esperienze di Furiosa, futura imperatrice al servizio del signore della guerra Immortan Joe. Terminata la visione di Mad Max: Fury Road uscito nel 2015, il desiderio di conoscere le origini nel personaggio interpretato da Charlize Theron era pari a quello del Grande Lebowski di ingollarsi una schidionata di cocktail White Russian. E a 9 anni di distanza, il regista George Miller ci ha accontentati. Arriva, infatti nelle sale cinematografiche italiane a partire da giovedì 23 maggio. Furiosa: A Mad Max Saga. Presentato fuori concorso alla 77.ma edizione del Festival del cinema di Cannes, il lungometraggio è un’epifania di atto e potenza, nel senso aristotelico dei termini. Una vicenda che si dipana nell’arco di 15 anni. L’epopea di una bambina determinata a tornare a casa, a qualsiasi costo. Ma a differenza di Ulisse, Itaca rischia di restare una mera chimera per la protagonista di questa odissea post apocalittica.

Furiosa, la trama del film

Furiosa inizia con le stesse immagini che inauguravano Fury Road. L’universo di Mad Max non fa sconti. Il mondo immaginato dall’australiano Miller è in frantumi. L’immagine in bianco e nero di una fila di alberi sconquassati dall’onda d’urto di una bomba atomica è la cartina di tornasole di un’Apocalisse annunciata. Il petrolio scarseggia, le riserve d’acqua pure. La paura dilaga. L’umanità non ha più regole. La terra è inacidita. È impossibile conoscere la verità. L’unica oasi di pace e prosperità e Green Place of Many Mothers, il luogo verde delle molte madri, In questo piccolo e nascosto Eden vive Furiosa, una bambina di 10 anni, insieme alla genitrice Mary Jabassa e alla sua amica Valkyrie. La tribù dei Vuvalini è una società matriarcale e come sovente accade, sarà una banda di uomini a trasformare quel paradiso in un inferno. Un’orda di motociclisti, capitanati da Dementus, ipertricotico e folle signore della guerra rapisce Furiosa. La bambina nei successivi 15 anni dovrà imparare a sopravvivere nelle terre desolate, incontrerà Immortan Joe, un altro svalvolatissimo signore della guerra e all’età di 26 anni vivrà finalmente il tempo della vendetta, che dai tempi dei Klingon e di Kill Bill è un piatto che va consumato freddo.

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Tra Shakespeare e la tragedia greca

Più intimista di Fury Road, ma altrettanto adrenalinico (c’è una sequenza d’azione lunga 15 minuti) Furiosa ha la forza dirompente di una tragedia greca o di un dramma di William Shakespeare. Forgiata dal fuoco e dall’ira, la protagonista diventa ciò che è in un crescendo di prove sempre più estreme. In un deserto ostile popolato da scherani che si chiamano Rictus Erectus o Scrotus e da traduttori nella lingua dei segni soprannominati Smeg, come la celebra marca di frigoriferi, è la polarità femminile a illuminare la via. Perché come insegna il primo History Man della saga di Mad Max: “Dove dobbiamo andare noi che siamo destinati a vagare per queste terre desolate in cerca della nostra parte migliore?”. E a  volte basta una costellazione tatuata in maniera frugale su un avambraccio per orientarsi e confidare nella propria buona stella, mentre fuori gli esseri umani, o meglio ciò che ne rimane si scannano vicendevolmente nelle modalità più efferate. La guerra, come i diamanti, purtroppo è per sempre

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Vecchie conoscenze e New Entry

Insieme a ceffi già visti in Fury Road  come “Il mangiauomini” (John Howard) “The Organic Mechanic” (Angus Sampson) e il già citato "Immortan Joe", Furiosa ci offre la possibilità di ammirare la bravura della giovanissima Alyla Browne (Ascolta i fiori dimenticati) perfetta nei panni della protagonista da bambina. Altra new entry di tutto rispetto è Tom Burke, che veste i panni di pretorian Jack, intrepido guerriero della strada e uno dei pochi personaggi maschili positivi dell’intero film.

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Anya Taylor-Joy contro Chris Hemsworth

Sarebbe meraviglioso poter ammirare il monologo tratto dal film Quinto Potere, recitato da Anya Taylor-Joy durante il provino per ottenere la parte di Furiosa. Solo La regina degli scacchi poteva reggere il confronto con Charlize Theron e pur non avendo ancora la patente sfrecciare con vetture bizzarre e customizzate in un una saga cinematografiche in cui i mezzi di trasporto, sia su due ruote sia su quattro, sono un’estensione dei personaggi. Basti pensare al villain del film, ovvero Dementus che guida un’incredibile moto biga. Nell’interpretare un folle signore della guerra deciso a strappare lo scettro del potere a Immortan Joe, Chris Hemsworth (abbandonato il martello di Thor) si diletta a imitare con successo i tanti leader malvagi che hanno costellato la storia dell’umanità. Un carismatico e infido manipolatore, consapevole della forza dell'odio (come insegna il noir Gilda) che gira con un orsacchiotto di peluche incatenato. Il Teddy Bear, in questi ultimi anni pare ormai una presenza costante del grande e piccolo schermo. Dalla serie tv Ted (purtroppo ancora inedita in Italia) all’horror griffato blumhouse Imaginary.  È nell’attesa che arrivi, forse, un sesto capitolo di questa eccitante e distopica saga, godiamoci le gesta di questo implacabile vendicatrice, una sorta di quinto furioso cavaliere dell’Apocalisse e unica speranza di un medioevo prossimo venturo che speriamo non si trasformi in realtà, viste le ultime derive del nostro malandato globo terracqueo.

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