"Sei nell'anima", il film Netflix su musica, follia e libertà di Gianna Nannini. VIDEO

Cinema

Bruno Ployer

Dalla autobiografia di Gianna Nannini un film sui primi trent'anni della regina del rock italiano. Ci sono la difficoltosa strada per il successo, le esperienze di vita e naturalmente alcune delle sue canzoni più conosciute. Per protagonista una giovane attrice toscana, Letizia Toni, che ci dice: "Gianna è totalmente attuale"

Gianna bambina, poi adolescente e già ribelle, appena maggiorenne e già via da casa, cantautrice alle prese con la gavetta negli anni ‘70, talento da lanciare e in mano ai discografici. Poi il boom con il rock, gli anni ‘80 in Germania alla ricerca di un suono europeo e finalmente il grande successo.

Scorrono veloci le pagine della vita di Gianna Nannini nel film Sei nell’anima, diretto da Cinzia TH Torrini e basato sull’autobiografia della musicista Cazzi miei, uscita nel 2016 e ora ripubblicata.

Tra le scene punteggiate dalle canzoni ci sono i momenti di vita: famiglia, amicizie, amori, morti e soprattutto un grande, indomabile desiderio di essere libera.

‘Sei nell’anima’ è su Netflix dal 2 maggio e all’avvicinarsi dell’uscita incontriamo Gianna Nannini e l’attrice che la interpreta, la trentenne toscana Letizia Toni, che nel film assomiglia alla regina del rock italiano non solo nei lineamenti e nelle movenze, ma anche nella voce, nell’accento e nella grinta.

 

Signore, innanzitutto vorrei chiedervi di chi è nel film la voce che canta le canzoni di Gianna.

 

Gianna Nannini: “Gianna dal vivo è Letizia, che con grande bravura ha lavorato e ha trovato dentro di sé la spinta che produce certe cose nella voce.”

 

Letizia Toni: “Nel disco della colonna sonora c’è la voce originale di Gianna mentre nelle parti dove canto in scena c’è la mia”.

 

Gianna Nannini ha lavorato più volte con il cinema: le sue canzoni hanno fatto parte di colonne sonore e lei stessa ha recitato in alcuni film. Stavolta è la sua vita a diventare racconto cinematografico.

 

Vorrei sapere se questo film nasce da una tua idea.

 

Nannini: “No, nasce dalla regista, che è venuta molto convinta nel mio ufficio proponendomi di fare un film dalla mia autobiografia. Io non pensavo che la cosa fosse attraente, anche se quando ho scritto il libro ho sempre pensato che poteva essere visivo, perché per me la parola è sempre visiva. Durante il lockdown abbiamo fatto delle interviste e poi quando ho letto il copione l’ho trovato stupendo e ho dato l'okay, soprattutto quando ho scoperto che chi interpretava me, cioè Letizia Toni, era eccezionale.”

 

Nel film c’è naturalmente molta musica, ma ho trovato un forte accento su alcuni elementi drammatici della tua vita e più precisamente il rapporto difficile con tuo padre e poi il tuo disagio psicologico. Sono davvero così importanti?

 

Nannini: ”Il disagio psicologico non nasce da mio padre, ma è un'esperienza che ho avuto in Germania. Ho sperimentato la vera follia, è stata una cosa molto dolorosa e nel film si vede a tratti. Mi interessava far capire cosa può succedere nel meccanismo musicale quando c'è questa pressione che ti viene addosso continuamente, una responsabilità che ti dà un po’ tutto l'entourage. Ora non faccio nomi, però nel film si capisce.”

 

Letizia Toni, quando nel 1979 uscirono ‘America’ e l’album ‘California’, per molti ragazzi della mia generazione fu una bomba. Vorrei sapere cosa significa Gianna Nannini per te, che sei nata trent'anni dopo di me.

 

Toni: “Gianna Nannini per quegli anni è stata una vera e propria rivoluzione musicale, perché all'epoca non c'era un genere così in Italia. Era un linguaggio anticonvenzionale che ha introdotto delle novità pazzesche, un linguaggio anticipatore. Anche ora è totalmente attuale, quindi io mi ci ritrovo perfettamente e anche la mia generazione. Quindi per me Gianna Nannini ha significato molto: la ascoltavo quando avevo 14 anni nonostante non fosse proprio della mia epoca. Mi ricordo quando da Pistoia tornavo a casa dalla scuola: nell'Ipod avevo ‘Meravigliosa creatura’.

C'è una caratteristica di Gianna Nannini attorno alla quale hai costruito il personaggio?

 

Toni: “Sì, la caratteristica fondamentale è la toscanità, l'origine, quindi l'identità. Alla mia identità ho sovrapposto la sua e poi man mano che studiavo il personaggio capivo che c'erano tante cose che ci accomunavano, oltre alla toscanità. Ad esempio la realtà imprenditoriale della mia famiglia e della sua, quindi le dinamiche che si creano in casa. Poi il rapporto con i genitori: il mio babbo non sopportava che facessi l'attrice, così come suo padre non accettava lei.”

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