Al Bari international film festival (16-23 marzo), dove riceverà il premio Mario Monicelli per la miglior regia e il Federico Fellini Award for Cinematic Excellence, il regista, dopo la proiezione di Io capitano ha così commentato la recente sconfitta: "Agli Oscar potevamo vincere, correre per tutte le categorie ci avrebbe dato più chance"
"Agli Oscar (TUTTI I VINCITORI) era possibile vincere. Purtroppo la campagna non è andata come doveva andare, non abbiamo avuto il distributore americano giusto che ha investito quello che andava investito e poi, soprattutto, nessuno ci ha detto che si poteva correre in tutte le categorie. Una cosa che fa la differenza perché è una gara in cui non tutti partono alla pari. Se corri per tutte le categorie hai come votanti tutti i diecimila dell'Academy, mentre per la categoria miglior film straniero a votare sono solo in mille". Questo il commento di Matteo Garrone al Bif&st dopo la sconfitta di Io Capitano agli Oscar (LA RECENSIONE DEL FILM). Stasera domenica 17 marzo al Teatro Petruzzelli, il regista riceverà il premio Mario Monicelli per la miglior regia e il Federico Fellini Award for Cinematic Excellence.
"Correre per tutte le categorie ci avrebbe dato più chance"
Il regista ha tenuto una master-class dopo la proiezione di Io capitano che ha appena corso agli Oscar nella categoria film Internazionali dove ha poi vinto La zona d'interesse del regista inglese Jonhathan Glazer. "Gli inglesi votanti sono poi ben novecento, mentre gli italiani poco più di cento - ha spiegato -. Correre per tutte le categorie ci avrebbe dato più chance".
"La mancanza iniziale di un distributore americano adeguato e importante ha fatto sì che il film non fosse iscritto in tutte le categorie". Lo ha detto Paolo Del Brocco, ad di Rai Cinema, che ha coprodotto e distribuito in Italia Io Capitano, dopo le suddette dichiarazioni di Garrone al Bif&st sugli errori fatti, a suo parere, nella promozione del film che correva agli Oscar per il miglior film straniero.
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una Odissea contemporanea
Garrone defisce il suo film una odissea contemporanea: "La realtà è molto più dura e così ho lavorato per sottrazione. Oggi poi, va considerato, che c'è il problema dei social. Questi ragazzi africani vivono già virtualmente nel nostro paese grazie alle immagini che noi postiamo. Immagini che fanno immaginare loro che sia tutto facile da noi, ma non è così". Per fortuna c'è stata "una straordinaria accoglienza nelle scuole grazie a professori illuminati. I giovani credo possano davvero cambiare le cose".
in Senegal, dove tutto è iniziato
Il regista ha annunciato che nel mese di aprile andranno alla volta del Senegal, "dove tutto è iniziato, e porteremo il film nei villaggi più remoti con degli schermi mobili. Vale a dire che torneremo dove i due protagonisti esordienti, Seydou Sarr e Moustapha Fall, hanno cominciato il loro viaggio".