La pellicola trova forza in una sceneggiatura che procede non tanto per azioni, ma in virtù dei sentimenti dei protagonisti e delle relazioni che si instaurano tra di loro
Girato in tre settimane nel maggio 2022 con il sostegno della Regione Emilia-Romagna, attraverso Emilia-Romagna Film Commission, l’opera seconda del quarantenne emiliano Marco Righi Il vento soffia dove vuole è prodotta da Obiettivo Cinema. A dodici anni di distanza dall’uscita della sua opera prima, I giorni della vendemmia (24 febbraio del 2012), il nuovo film di Righi ne continua idealmente la linea produttiva. Un piccolo film, un cast ridotto e una sceneggiatura che procede non tanto per azioni, ma in virtù dei sentimenti dei protagonisti e delle relazioni che si instaurano tra di loro. La scrittura è lineare e arriva a sondare zone oscure e melmose dell’inconscio con interrogativi eterni su Dio, il peccato, la morte, la responsabilità delle proprie azioni.
Il vento soffia dove vuole è un racconto di invenzione che esplora i temi del sacro.
Attraverso le vicende di Antimo e dei personaggi che lo circondano, il film pone gli
spettatori di fronte a un evento misterioso e a una scelta radicale, lasciando loro la
libertà di interpretare l’uno e l’altro secondo la propria sensibilità. Il film è stato presentato lo scorso luglio in Concorso a Karlovy Vary, il festival più prestigioso dell’Europa centrale e orientale. Successivamente, è entrato nelle selezioni ufficiali di Thessaloniki (la rassegna più importante di tutta la Grecia), Mannheim-Heidelberg (tra i festival internazionali, il settimo festival più antico del mondo) e Porretta Cinema (giunto alla sua ventiduesima edizione). È stato inoltre acquisito al Festival di Cannes 2023 da TVCO per la distribuzione dei diritti internazionali. Tra gli interpreti ci sono Jacopo Olmo Antinori nella parte di Antimo (protagonista del film), Fiorenzo
Mattu nella parte di Lazzaro, Yile Yara Vianello nella parte di Marta (sorella di Antimo), Gaja Masciale nella parte di Miriam (fidanzata di Antimo), Andrea Bruschi nella parte del papà di Antimo e Fausto Paravidino nella parte di Don Duilio.
Siamo in un piccolo paese degli Appennini, il giovane e devoto Antimo vive una vita tranquilla tra la chiesa locale, i casti appuntamenti con la fidanzata e la stalla dove lavora pigramente con il padre. Un giorno incontra Lazzaro, un uomo semplice e selvaggio che lavora come aiutante nella vicina fattoria. Antimo vede una scintilla in Lazzaro e si propone di convertirlo. La religione che inizia a insegnargli non rispecchia però quella che ha imparato al catechismo. È una lettura personale del cristianesimo, che conduce i due su sentieri non battuti, senza via di ritorno.