L'annuncio della scomparsa è stato dato con un post sui social dal fratello Habib, anche lui attore e modello. Su Instagram ha spiegato che la famiglia ha autorizzato l'espianto degli organi, seguendo le volontà del ragazzo
Dopo nove giorni di coma è morto all'ospedale di Castellammare di Stabia, dove era ricoverato in rianimazione, Adam Jendoubi, l'attore di 23 anni interprete del film "La Paranza dei bambini", nel ruolo di ‘'Aucelluzzo'. Il film diretto da diretto da Claudio Giovannesi ha ottenuto al Festival di Berlino l'Orso d'argento per la migliore sceneggiatura. L'attore aveva esordito nel 2018 con un piccolo ruolo nel film "Finalmente sposi" diretto da Lello Arena. Aveva anche partecipato a numerosi video del cantante napoletano Liberato. Jendoubi era cresciuto nel quartiere napoletano di Forcella. Aveva avuto un arresto cardiaco il giorno di Capodanno ed era stato trovato in strada da alcuni passanti. Gli esami tossicologici cui è stato sottoposto hanno dato esito negativo. L'annuncio della scomparsa è stato dato con un post sui social dal fratello Habib, anche lui attore e modello. Su Instagram ha spiegato che la famiglia ha autorizzato l'espianto degli organi, seguendo le volontà del 23enne.
Il ricordo sui social del fratello Habibi
Sui social il saluto del fratello Habibi: “Sangue mio, spero che hai finito di soffrire. Hai dimostrato di essere un leone fino alla fine, uomo vero con valori e principi scegliendo già a 18 anni che il giorno della tua morte avresti voluto donare gli organi e così hai fatto. Vita mia, nessuno muore sulla terra finché vive nel cuore di chi resta e tu vivi e vivrai sempre in me. Resta in Power, vita mia, buon viaggio".
Il ricordo di Roberto Saviano
"Na botta rint' 'o core (una botta nel cuore, ndr) ho sentito quando mi hanno avvertito che Adam era grave dopo essersi sentito male la notte di Capodanno. In un primo momento sembrava che Adam avesse avuto un incidente con il motorino ma l'ospedale ha poi confermato: arresto cardiaco grave. Adam Jendoubi si è spento a 23 anni. Morire nell'età dell'esordio alla vita genera disperazione: tutto sbagliato, tutto insensato, è impossibile trovare consolazione". Lo scrive su Instagram Roberto Saviano, autore proprio de 'La Paranza dei bambini' da cui è stato tratto l'omonimo film di cui il giovane attore Adam Jendoubi era, come detto, uno dei protagonisti.
"L'avevo incontrato a Napoli anni fa, ancora adolescente - dice ancora Saviano - era appena uscito il video della canzone di Liberato dove interpretava il ruolo di protagonista e stava vivendo la prima curiosità delle persone che lo riconoscevano in strada. Espressivo, dinamico, intenso, non è facile in un video senza una sola parola pronunciata, permettere al proprio profilo di emergere così chiaramente. Sentimentale e a tratti guascone, il regista voleva che si caratterizzasse così e Adam nel quotidiano era così. Adam aveva il viso della nuova Napoli: metà polacco, metà tunisino e completamente partenopeo. "Ecco perchè sei così bello - gli avevo detto - sommi più culture ed è sempre così, bellezza nasce da ciò che si mischia, si intreccia, si confonde perché dispone la vita in forme nuove e inaspettate". Mi guardò perplesso e decise di rispondere con un sorriso a tutto quel blaterare che non aveva capito dove andasse a parare, io imperterrito continuai: "Hai dentro di te tre culture e quante lingue parli?". "Io parlo il forcellano" rispose e finimmo nel chiasso delle risate. Adam l'avevamo scelto per il ruolo di Aucelluzzo nel film "La paranza dei bambini", fare l'attore era sua aspirazione vera. E ora? E ora non c'è altro atto possibile che ricordare, resteranno come traccia della sua vita i video, il film, le foto e la memoria di chi è cresciuto con lui a Forcella. Resterà la storia di un ragazzo figlio di due migranti, di due culture distanti e che Napoli ha saputo rendere prossime come sempre fa questa città che tutto avvicina dando cittadinanza universale a chiunque la attraversa e vive. E resteranno i suoi organi che continueranno a respirare in altre vite. Addio Adam, addio ragazzo", conclude Saviano.