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Diabolik - Chi sei? Le interviste al cast del film alla Festa del Cinema di Roma. VIDEO

Cinema

Bruno Ployer

"Diabolik chi sei?" è il film che conclude la trilogia dei fratelli Manetti. Nasce da uno degli albi più importanti della serie a fumetti e racconta il misterioso passato del Re del terrore. Nella storia anche il faccia a faccia tra Diabolik e Ginko e l'alleanza tra Eva Kant e Altea

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Diabolik ed Eva Kant, Ginko ed Altea: doppia coppia a confronto in “Diabolik chi sei?”, il film presentato alla Festa del Cinema di Roma (IL PROGRAMMA) e in sala dal 30 novembre. Dei tre film dei fratelli Marco e Antonio Manetti sul Re del terrore questo è senz’altro il più introspettivo. Azione, inseguimenti, colpi e rapine fantasmagoriche non mancano, ma stavolta una parte importante è per il racconto che Diabolik stesso fa del suo passato: svela da dove viene, come è cresciuto, come è cominciata la sua carriera criminale e come ha coltivato la sua abilità nei travestimenti. Diabolik si confessa nell’albo del 1968 dal quale il film prende storia e titolo. Nella scena clou è incatenato come il suo nemico più temuto, l’ispettore Ginko. Sono uno di fronte a l’altro ma non possono toccarsi. Possono solo parlarsi. Entrambi sono prigionieri di una banda di feroci fuorilegge e sono convinti di essere alla fine della vita, mentre aspettano il killer che li eliminerà. Un perfetto momento della verità: Ginko chiede a Diabolik: “Chi sei?” e lui, senza maschera, risponde come in un interrogatorio impossibile. I due sono perfettamente nel proprio ruolo: il poliziotto domanda, il criminale risponde. Entrambi, però, sanno di essere condannati.

 

Spiegano i registi, i fratelli Manetti: “Anche su Diabolik si può approfondire e riflettere e così ‘Diabolik chi sei?’, per quanto possibile in un film di genere, cerca di riflettere sull’animo umano.”

Marco Gianniotti è Diabolik, Valerio Mastandrea è Ginko, Miriam Leone è Eva Kant, Monica Bellucci è Altea. Se tra i due antagonisti maschili il confronto è soprattutto psicologico, sul fronte femminile tutto è molto diverso: le due si alleano e pianificano un’azione per liberare i loro uomini.

 

Ci dice Miriam Leone: “Di solito Eva Kant salva Diabolik da sola, questa volta trova una complice: una donna anticonformista, indipendente e libera come lei, cioè Altea, che ha la fortuna di essere interpretata da Monica Bellucci. Quando le donne si uniscono possono succedere grandi cose in nome dell'amore. Questo è il messaggio che viene dalle sorelle Giussani, che sono le creatrici della saga di Diabolik.”

 

Monica Bellucci aggiunge: “Nel fumetto e nel film si parla molto dell'evoluzione delle donne e sicuramente le sorelle Giussani con Eva Kant e Altea hanno creato dei personaggi completamente diversi dal mondo degli anni ’60, dove le donne vivevano una realtà molto più domestica. Creare donne così emancipate, coraggiose, libere e sensuali in un mondo completamente dominato dagli uomini è stato come creare delle donne simili a loro stesse. Le Giussani erano grandi artiste e imprenditrici, donne completamente diverse rispetto alla loro epoca e che malgrado tutte le critiche che hanno ricevuto non hanno avuto paura e sono andate avanti nel loro progetto.”

 

B.P.: C’è un universo di film derivati dai fumetti: vorrei sapere che ne pensate, soprattutto di quelli su Diabolik.

 

M.L.: “Diabolik è un noir, non è tanto il cine-comic che ti aspetti oggi, con gli effetti speciali. I Manetti Bros, che sono registi e produttori, raccontano un’ artigianalità italiana: molti effetti speciali in realtà sono fatti con dei marchingegni in scena, proprio come avrebbe fatto Diabolik: è molto interessante questo aspetto del film. Parlando della diversità di questo fumetto credo che sia molto più moderno e profondo di come appaia. Eva Kant è una donna libera e indipendente ed entra in scena nell'albo numero 3, “L'arresto di Diabolik”, uscito prima del ’68.

M.B.: “Nel film e nel fumetto i personaggi giocano con l’amore e con la morte. Di tutti gli episodi questo è il più emblematico, proprio perché si racconta il passato del criminale e si svela l'origine del nome."

 

Torniamo al’intervista con i fratelli Manetti: siete contenti della vostra trilogia Diabolik che si conclude con questo film?

 

“Artisticamente molto contenti, però diciamo che lo sapremo meglio dopo le proiezioni al pubblico. Non c'è momento migliore per capire il tuo proprio film della prima volta che lo vedi in una sala con un pubblico”.

B.P.: La domanda è d’obbligo ci saranno altri vostri film su Diabolik?

“Chissà… chiaramente è un personaggio che può e deve continuare, nel senso che ha tantissime possibilità. Noi come registi ci prendiamo sicuramente una pausa. Stiamo già lavorando su un altro film, una cosa molto diversa, di cui abbiamo finito le riprese e siamo al montaggio. Per il futuro, Diabolik è un personaggio che ovviamente può ancora dare tanto.”