Predator, Guida alla saga multimediale tra film e fumetti

Cinema
Paolo Nizza

Paolo Nizza

Curato da Fabio Zanello e pubblicato da Shatter Edizioni, il libro analizza la saga fanta-horror. Dal cult movie del 1987 con Arnold  Schwarzenegger a Prey di Dan Trachtenber, passando per le sfide epocali contro Alien, un viaggio alla scoperta dei segreti dello zannuto e implacabile cacciatore venuto dallo spazio

“Il cielo, invece, ha qualcosa di infernale", cantava il grande Franco Battiato. E proprio dalla volta celeste, mai così tenebrosa, piombava sul globo terracqueo nel 1987 una malevola capsula lanciata da una misteriosa astronave. Inizia così la saga di Predator, con il film cult diretto da John Mc Tiernan. L’epopea del cacciatore venuto dallo spazio. La cosa da un altro mondo in fissa per i trofei umani genererà nel corso del tempo figli e figliastri cinematografici (l’ultimo è  l’ottimo Prey) oltre a una schidionata di fumetti e videogiochi Per orientarsi in questo universo più complesso di un labirinto azteco ci viene in soccorso un prezioso e intrigante volume. Edito da Shatter edizioni e curato dal docente, giornalista pubblicista Fabio Zanello "Predator: Guida alla saga multimediale", è il libro perfetto per conoscere i segreti di un’icona cinematografica e non solo. Uno strumento indispensabile per comprendere come mai il letale umanoide che ricorda i guerrieri rastafariani abbia conquistato il terzo posto nella lista degli alieni più spaventosi mai apparsi sullo schermo secondo il sito WatchMojo. Impreziosita dai contributi di Anton Giulio Mancino, Giuseppe Cozzolino, Davide Di Giorgio, Paolo D’Andrea e Aurora Auteri, un’opera ricca di aneddoti, di biografie di registi, di riflessioni critiche che analizzano i titoli usciti al cinema, i fan film e financo gli albi e le miniserie a fumetti. Insomma una lettura appagante e variegata quanto una bottiglia di Dutch Bourbon, il whisky ispirato all’ex maggiore dei berretti verdi Alan "Dutch" Schaefer, interpretato da Arnold Schwarzenegger nel primo lungometraggio della saga- Quindi “Get to the Chopper” e godetevi il libro

Da Schwarzy a Prey, Predator colpisce ancora

 

La leggenda vuole i cornflakes siano nati per errore l’otto agosto del 1894, a causa di una quantità di grano bollito dimenticato e raffermo che i fratelli John e Will Kellogg appiattirono con dei rulli e trasformarono in sfoglie e poi in fiocchi. Parimenti il primo Predator, come riporta il libro, è nato per un esilarante paradosso. Dopo che in "Rocky IV"  Sylvester Stallone aveva mandato al tappeto il colosso sovietico Ivan Drago, toccava scovare in altri pianeti, in inesplorate galassie, un avversario degno del boxeur italoamericano. L’idea stimola la fantasia dei fratelli Jim e John Thomas (I Lumiere insegnano: i progetti concepiti dai fratelli risultano vincenti) che vergano uno script dal titolo Hunter, storia di un bellicoso a guerriero extraterrestre  alla ricerca di un essere umano che si riveli un avversario di assoluto valore. Senza spoilerare troppo, Fabio Zanello ci racconta il rifiuto di Jean Claude Van Damme a interpretare il predatore (la maschera nasconde il volto e questo non garba al campione europeo di arti marziali) e a seguire l’intuizione felice del mago degli effetti speciali Stan Winston di rivoluzionare il design del cacciatore alieno. Con la stessa perizia e la stessa passione il volume edito da Shatter Edizioni (Nico Parente e Alessia Urrata sono sempre una garanzia di qualità e autorevolezza) analizza i successi capitoli cinematografici: Predator 2  Stephen Hopkins/ 1990) ,Predators di Nimród Anta (2010), The Predator di  Shane Black.(Shane Black) e il prequel Prey di  Dan Trachtenberg (2022).

 

 

 

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Alien contro Predator

Ça va sans dire, nel volume c’è spazio pure per pellicole crossover in cui il mostro con i rasta sfida  il feroce xenomorfo disegnato da Giger e filmato da Ridley Scorr, James  Cameron e David Fincher. Alien vs Predator e il sequel accompagnato  nel titolo originale dalla parola requiem (in effetti risulta il titolo più debole della saga, forse una prece ci sta) vengono scandagliati con la vista a infrarossi dello zannuto predatore. Forse risulta inutile stabilire chi sia il più forte, Siamo dalla parti di “E nato prima l’uovo o la gallina”. Epperò, complice il codice cavalleresco del guerriero Yautja e una certa inclinazione alla pietas, noi terrestri si parteggia per il tribale umanoide i cui versi e ticchetti  ispirati dai suoni prodotti dai limuli, furono creati da Peter Cuellen, la voce ufficiale di Autobot Optimus Prime si Transformers. Insomma, come fa un uomo a socializzare con un alieno che ti squarcia il ventre, senza manco chiederti il permesso.

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Predator: dai fumetti agli omaggi dei fan

Persino chi non ha mai letto una graphic novel troverà agreable e sfiziose le pagine riservate al Predator a fumetti. Non fosse altro per scoprire che il cacciatore alieno si è azzuffato con Batman, Superman, Judge Dredd e persino con Tarzan. E col mellifluo Archie, a dimostrazione di quanto l’alieno sia entrato a a gamba tesa nell’immaginario collettivo. Come se non bastasse, il predatore ipertricotico impazza pure nel confuso mondo delle opere realizzate dai fan e disponibili, spesso e volentieri su YouTube. Nel capitolo vergato da Fabio Zanello, salta all’occhio Predator dark ages, mediometraggio in cui l’extraterrestre sfida a singola tenzone i cavalieri templari. La sa davvero lunga, quell’extraterrestre da cui nessuno vorrebbe farsi portare via (Eugenio Finarsi so che comprenderai). Tuttavia, a partire dal primo film che strizzava entrambi gli occhi a La pericolosa partita, gioiello firmato da Irving Pichel e Ernest B. Schoedsack nel 1932 sino Prey, prequel profondamente nativo americano in cui per una volta vincono i Comanche (e ci dispiace, ma non troppo, per gli altri), il Predator spadroneggia quanto il coriaceo ras di un quartiere intergalattico. Sicché risulta un piacere scoprire pagina dopo pagina che al netto di quel sangue luminescente dal colore a metà tra il lime l’avocado, la possente e assai competitiva creatura abbia un cuore, una narrativa ,un’Allure  frutto dell’ingegno dell’essere umano In fondo, nonostante i molti limiti e le tante miserie degli uomini e gli incipienti mala tempora currunt, noi del pianeta terra si riesce ancora a mandare l’immaginazione al potere. Così in cielo, così in terra.

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