Mediterranean Fever: un’amicizia sullo sfondo della questione palestinese. La recensione

Cinema

Letizia Rogolino

@Ufficio Stampa

Il film delicato di Maha Haj racconta la questione palestinese con un tocco leggero e ironia

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Dal 27 Aprile al cinema c’è Mediterranean Fever, il film di Maha Haj presentato in anteprima al festival di Cannes 2022 nella sezione Un Certain Regard dove ha vinto il premio per la miglior sceneggiatura. Dopo Personal Affairs, la regista palestinese ha portato sullo schermo una commedia noir che alterna l’ironia e il dramma ruotando intorno a un’amicizia tra due vicini di casa. Sullo sfondo di Haifa prende vita una storia di contrasti, complicità, rispetto e discussioni con la forte presenza del mare che partecipa spesso all’interno dell’inquadratura. La questione palestinese in questo film è toccata con un tono leggero e delicato, pur analizzando in profondità vari argomenti e riflessioni.

Mediterranean Fever: la trama del film

Waleed è uno scrittore palestinese depresso che vive con la moglie e i figli ad Haifa. Ha un blocco creativo che non gli permette di andare avanti e gli sembra di vivere giornate tutte uguali. Il suo sogno di diventare un romanziere lo sta consumando in assenza di una reale ispirazione. Ma le cose cambiano quando arriva nel suo palazzo un nuovo vicino, Jalal, un uomo pieno di energia coinvolto però in loschi affari. Con lui, Waleed riscopre il gusto della vita, osservandone da vicino la quotidianità fatta di espedienti e piccoli crimini. Magari è proprio quella l’esperienza che stava aspettando di vivere per poter cominciare finalmente a scrivere la sua storia.

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Un dolce dramma che parla di umanità

Mediterranean Fever è un dramma raffinato e umile che parla di depressione e di personaggi che fanno alcune scelte di vita più o meno discutibili all’interno della comunità araba di Haifa. Amer Hlehel e Ashraf Farah regalano ottime interpretazioni calibrate e autentiche nei panni dei due protagonisti, lo scrittore tormentato e il misterioso vicino malavitoso. Ognuno deve gestire una lotta segreta con se stesso e gli altri, mentre il film esplora la mascolinità, la malattia mentale e le fragilità di uomini in fondo comuni. Haj mette in scena due uomini opposti che insieme trovano la strada per andare avanti tra tensioni e connessione. Sono entrambi anime ferite che cercano di farcela. “Ho scelto di concentrarmi su una personalità ed esprimere la depressione di un individuo, in contrasto con quella di un'intera società” ha detto la regista intenzionata a realizzare una “commedia drammatica un po’ thriller, avendo solitamente uno stato d’animo malinconico che si appaia al senso dell’umorismo”.

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