Keanu Reeves vieta per contratto di ritoccare digitalmente le sue scene

Cinema
©IPA/Fotogramma

In un'intervista rilasciata a Wired l'attore ha manifestato diffidenza nei confronti delle tecnologie deepfake, che modificano la realtà: "È spaventoso"

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Keanu Reeves è contrario all’intrusione delle tecnologie deepfake nella recitazione. In un’intervista rilasciata a Wired in occasione dell’uscita di John Wick 4 l’attore ha infatti dichiarato di aver fatto inserire in tutti i contratti dei suoi film una clausola per vietare manipolazioni digitali alle sue interpretazioni. “Non mi importa se qualcuno in fase di montaggio toglie un battito di ciglia. Ma tempo fa, nei primi anni Duemila, o forse erano gli anni Novanta, una mia performance è stata modificata. Hanno aggiunto una lacrima sul mio viso, e io ho detto, “Cosa?!” Era come dire, non devo nemmeno essere qui”. La star di Matrix ha proseguito: “Ciò che è frustrante è che perdi il controllo di ciò che hai fatto. Quando reciti in un film, sai che sarà soggetto alla fase di montaggio, ma tu ne sei partecipe. Se ti addentri nella terra dei deepfake, non conserva nessuno dei tuoi punti di vista. È spaventoso”.

L'AVANZATA DEL VIRTUALE

Recentemente Reeves ha spiegato a un quindicenne che Neo, il protagonista di Matrix, lotta in difesa del reale. La risposta dell’adolescente ha però confermato i timori dell’attore: “A chi importa cos’è reale?”. Una prospettiva preoccupante che, per Reeves, è già diffusa nella società: “Le persone stanno crescendo con questi strumenti: ascoltiamo già musica creata dall’intelligenza artificiale nello stile dei Nirvana, c’è l’arte digitale NFT. È bello, cioè, Guarda che cose carine le macchine possono creare! Ma c’è una corporatocrazia dietro che cerca di controllare queste cose. Culturalmente, socialmente, ci troveremo di fronte al valore del reale, o al non valore. E poi che cosa ci verrà gettato addosso? Che cosa ci sarà presentato?”. L’attore ha proseguito: “È una questione sensoria. È spettacolo. Ed è un sistema di controllo e di manipolazione. Siamo in ginocchio a guardare le pareti della caverna e a vedere le proiezioni, e non abbiamo la possibilità di guardare dietro di noi”.

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