The Menu, la spiegazione del finale del film con Anya Taylor-Joy e Ralph Fiennes

Cinema

Paolo Nizza

Disponibile su Disney + (visibile anche su Sky Q e tramite la app su Now Smart Stick), una gustosa e surreale satira dei ristoranti stellati che si trasfigura in un'acuta riflessione sui rapporti di classe. Tra cheesburger e incendi, ecco svelato il finale dell'opera (ATTENZIONE SPOILER)

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Si sa, soprattutto durante le feste natalizie si appagano gli occhi e la bocca in un’orgia bulimica di film e leccornie. Come diceva Hitchcock: “Il cinema non è un pezzo di vita, è un pezzo di torta”. D’altronde, il 28 dicembre 1895, il giorno in cui nacque il cinematografo, i fratelli Lumière proiettarono La colazione del bimbo in cui due genitori imboccano il loro figlioletto. E nel 1904 Georges Méliés, con la sua fantasmagoria Sorcellerie culinaire, trasformò una cucina in un inferno. Ma dal 4 gennaio è disponibile su Disney + (visibile anche su Sky Q e tramite app su NOW Smart Stick) The Menu, commedia nerissima che rischia di mandare il boccone di traverso agli spettatori, in senso metaforico si intende. E in fondo è un bene, perché il compito di ogni satira, financo cinematografica (e il film diretto Mark Mylod rientra perfettamente  in questo genere) è quello di perturbare, inquietare, indurre alla riflessione attraverso i frizzi e i lazzi, in questo caso assai pesanti provocati da uno chef un filo svalvolato. Un titano della cucina, consapevole che la vendetta è un piatto che va servito freddo.

The Menu e la chiusura del ristorante Noma

Ça va sans dire,  la pellicola sbertuccia, dalle entrée ai dessert, i locali stellati e dintorni. Tuttavia, può suonare un poco inquietante che proprio in questi giorni abbia chiuso i battenti "Noma". I più lo consideravano il miglior ristorante al mondo, pluristellato nato nel 2003 e situato in quel di Copenaghen. Per lo chef René Redzepi, si trattava di "un modello non più sostenibile". Quello che sappiamo, almeno secondo le dichiarazioni ufficiali è che The Menu nasce da un’esperienza culinaria provata dallo sceneggiatore Will Tracy (Succession) un paio di anni fa, durante una vacanza a Bergen, in Norvegia: "Ho  preso una barca per recarmi i in un ristorante di lusso che si trovava su un'isola privata, un po' lontana dalla terra ferma. Sono un po' claustrofobico e quando ci siamo seduti per mangiare ho notato che la barca che ci aveva accompagnato stava uscendo dal molo. Era un'isola molto piccola. E all'improvviso mi sono detto: ‘Siamo bloccati qui per quattro ore. E se qualcosa dovesse andare storto?’".

The Menù inizia con un gesto che con il cibo ha davvero poco a che fare, ma ha molto da spartire con il piacere e pure con le dipendenze, ovvero Anya Taylor Joy (giustamente nominata ai Golden Globe come miglior attrice protagonista) che si accende spavalda una sigaretta. Il suo personaggio si chiama semplicemente Margot. Scopriremo nel corso di questa (ultima) cena che si tratta dell'ingrediente in grado di sovvertire l'ordine delle portate e pure l'ordine costituito. Insomma, con le dovute differenze, le sue azioni hanno la medesima valenza della famigerata mentina inghiottita da Mr. Creosote in Monty Python - Il senso della vita. Ma vediamo ora in dettaglio la trama del film.

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The Menu, la trama del film

Una coppia, Margot (Anya Taylor-Joy) e Tyler (Nicholas Hoult), si reca su un’isola costiera degli Stati Uniti nord-occidentali per mangiare in un ristorante esclusivo, Hawthorn, dove il solitario Chef Julian Slowik (Ralph Fiennes, altra nomination ai Golden Globe come miglior protagonista assolutamente condivisbile), famoso in tutto il mondo, ha preparato un sontuoso menù degustazione per alcuni ospiti speciali appositamente selezionati. Oltre alla coppia, ci sono tre giovani esperti di informatica già ubriachi, Bryce (Rob Yang), Soren (Arturo Castro) e Dave (Mark St. Cyr), una coppia benestante e più anziana composta da due clienti abituali del ristorante, Anne e Richard (Judith Light e Reed Birney), il celebre critico gastronomico Lillian Bloom (Janet McTeer) e il suo servile caporedattore Ted (Paul Adelstein), e una famosa star del cinema di mezz’età (John Leguizamo) con la sua assistente Felicity (Aimee Carrero). Organizzata dai membri impeccabilmente vestiti del personale di sala, diretto dal generale Elsa (Hong Chau), la serata è dominata da una tensione crescente che aleggia su ciascun tavolo degli ospiti mentre vengono svelati segreti e vengono serviti piatti inaspettati. Quando si verificano eventi folli e violenti, le vere motivazioni di Slowik iniziano a inquietare i clienti, e diventa sempre più chiaro che il suo elaborato menù è stato pianificato per culminare con un finale scioccante.

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The Menu, la spiegazione del finale del film

Si sa, il veleno è nella coda. E in The Menu si tratta dell'ultima mortifera portata. Gli strafottenti commensali finiscono per somigliare paurosamente ai crapuloni della Grande Abbuffata di Marco Ferreri. "Aspiranti suicidi con lo stomaco traboccante e i genitali svuotati“, come li descrisse Alberto Moravia. Ma questa volta la morte sarà collettiva e in contemporanea. Lo chef decide di uccidere coloro che hanno rovinato la sua arte e la sua vita pronto a trasformare i suoi ospiti in marshmallow alla griglia. Impiattati, in un florilegio di salse, i facoltosi clienti si trasfigurano in zuccherine vittime sacrificali. E il folle cuoco darà la morte pure a sè stesso e al suo staff. Perché nessuno uscirà vivo da qui. A parte Margot, che in realtà si chiama Erin e fa la escort. In virtù delle sue umili origini e del fatto di trovarsi alla cena, suo malgrado, senza aver manducato alcunché, la ragazza viene risparmiata. Anzi si permette il lusso di ordinare un cheeseburger con patatine che peraltro manco consumerà per intero e si farà incartare per gustarselo con calma una volta tornata a casa.

Sicché, tra le fiamme purificatrici di questo dolce Smore farcito di carne umane, il cuoco cucina la transustanziazione. La lotta di classe è servita. il capitalismo è in tavola ed è una portata assai pesante. Non è  vero che l'Occidente da bere digerisce tutto.  E al posto della triade "Mangia, Prega Ama", tanto alla page nei salotti e nei dehors, sul menu troviamo "Paga, Degusta, Crepa". E quindi Bon appétit.

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