Il mio nome è vendetta è il primo film italiano nella top ten dei più visti su Netflix

Cinema

Manuel Santangelo

©Webphoto

La pellicola con Alessandro Gassmann è la prima ad apparire nella classifica mondiale dei film non in lingua inglese di Netflix. In un mese questo revenge movie ha totalizzato infatti già ben 67 milioni di ore di visione, più di qualsiasi altro contenuto italiano presente nella piattaforma

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La pellicola targata Netflix Il mio nome è vendetta, di cui Alessandro Gassmann è protagonista, ha stabilito un primato nella storia dello streaming nel nostro Paese: il film diretto da Cosimo Gomez ha raggiunto la top-ten dei contenuti non in lingua inglese sulla blasonata piattaforma (visibile anche su Sky Q e tramite la app su Now Smart Stick), tagliando un traguardo di cui nessun altro titolo italiano aveva finora potuto fregiarsi.

Il mio nome è successo

Nel momento in cui scriviamo il mio nome è vendetta si attesta al settimo posto della speciale classifica, dietro film il cui successo è in qualche modo più spiegabile. Si pensi in questo senso all’action indonesiano The Big 4 (che ha un bacino di pubblico potenziale cui attingere molto maggiore) o il natalizio A Not So Merry Christmas, che invece può godere del vantaggio di uscire nel periodo perfetto. C’è poi da segnalare che, in questo elenco, il lungometraggio italiano è presente praticamente sin dalla sua uscita appena quattro settimane fa. Può sembrare un dato di poco conto ma in realtà testimonia una straordinaria longevità, soprattutto se si considera che l’unico altro titolo ad apparire con tanta continuità è il fantasy norvegese Troll. Quest’ultimo però è un caso ancora più speciale se si considera che stiamo parlando in generale del film non in lingua inglese più visto di sempre ad oggi su Netflix.

My Name Is Vendetta. Alessandro Gassmann as Santo in My Name Is Vendetta. Cr. Emanuela Scarpa/Netflix © 2022

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Il mio nome è vendetta è un perfetto esempio di come Netflix lavori a livello globale. La pellicola è ambientata in Italia e conta su attori e tematiche capaci di non disorientare troppo il pubblico di casa nostra. Sotto questa patina rassicurante per i nostri connazionali si muove però un film coraggioso, molto lontano dalla maggioranza delle produzioni italiane e per questo in grado di essere fruito anche da un pubblico straniero. Nella premessa come nel ritmo, Il mio nome è vendetta ricalca un tipo di action molto in voga nell’ultimo periodo e molto poco radicato nella nostra tradizione cinematografica. La storia è quella di un classico revenge-movie, come si può presupporre già dal titolo. Il protagonista è un padre di famiglia dall’oscuro passato che decide di vendicare con la figlia l’uccisione di sua moglie per mano della Mafia. Gassmann qui interpreta un personaggio a metà tra il John Wick dell’omonima serie e il Bryan Mills portato sullo schermo da Liam Neeson in Io vi troverò. Si tratta di un eroe complesso, tutt’altro che senza macchia. Siamo di fronte a un uomo che ha lavorato per il crimine organizzato ed è perfettamente a conoscenza di chi e cosa sta sfidando. Il concetto alla base è quello dell’ hobbesiano homo homini lupus, con i pezzi rimasti della famiglia che decidono di uccidere prima di essere uccisi a loro volta. Un’idea piuttosto semplice, che funziona ed è facilmente comprensibile a qualunque latitudine. Esattamente ciò che vuole Netflix in questo momento in cui produrre contenuti con star di Hollywood e nomi internazionalmente celebri è sempre più difficile.

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