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Hugh Grant ha ammesso di odiare il suo balletto in Love Actually

Cinema

Manuel Santangelo

©Getty

L’attore inglese ha confessato di non amare l’iconica scena della commedia romantica in cui si dimena al ritmo di Jump delle Pointer Sisters

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Non vedremo mai Hugh Grant in un musical tipo La La Land. Il protagonista di Notting Hill si è detto infatti negato per le coreografie e in generale per il ballo, portando come prova della sua legnosità nei movimenti l’esilarante scena in cui danza per le stanze di Downing Street.

Hugh Should be dancing

Love Actually è una delle commedie romantiche più amate degli anni Duemila. In questo film a episodi del 2003 uno dei personaggi che resta maggiormente nell’immaginario collettivo è sicuramente David, interpretato dallo specialista in rom-com Hugh Grant. Il neoeletto Primo Ministro del Regno Unito cui Grant presta il volto non spicca solo per le sue doti di eccentrico politico (abbiamo visto personaggi più assurdi dimorare a Downing Street nella realtà) ma anche e soprattutto per la sua spontaneità. Questa dote si sublima nel momento in cui, preso dal ritmo, decide per un attimo di staccarsi dal suo ruolo per ballare al ritmo di Jump delle Pointer Sisters. Quando la segretaria interromperà questo momento di assoluta libertà per riportarlo alla realtà del suo ruolo istituzionale, sarà comunque troppo tardi: la performance di Hugh Grant/David è già durata abbastanza per restare tra gli highlights della pellicola, con buona pace dello stesso attore. Grant è infatti convinto che quella scena sia “la più straziante mai affidata alla pellicola” e lo ha confermato anche durante una recente apparizione in The Laughter & Secrets of Love Actually: 20 Years Later su ABC News.

Fa un po’ ridere che l’attore di Quattro matrimoni e un funerale confessi di odiare quella sequenza cult, al punto da dare ragione ai detrattori. Forse non si rende conto che, proprio quella goffaggine nei movimenti, contribuisce alla buona riuscita di tutta la gag?

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Finché sei in ballo sei costretto a ballare

“La lessi nella sceneggiatura e pensai ‘Ottimo, odierò girare questa roba’. Non mi piaceva ballare, figurati quanto mi poteva piacere fare le varie prove!”, ricorda oggi Hugh Grant. L’attore le provò tutte per rimandare quella scena, sperando segretamente che alla fine venisse tagliata. Era un po’ come quegli studenti che cercano di evitare l’interrogazione sperando di sfangarla con la fine dell’anno ma, esattamente come loro, alla fine dovette arrendersi all’ineluttabilità degli eventi. La scena andava girata, nonostante la star continuasse a “dire di no”, come racconta il regista Richard Curtis. “Probabilmente sperava che quel giorno io potessi ammalarmi o che potessi avere un qualche imprevisto, tanto che avremmo detto ‘Oh, che peccato, dobbiamo rinunciare alla scena di ballo!’. Le vane speranze di Grant vennero alla fine, inutile dirlo, tristemente deluse. L’attore si presentò il giorno delle riprese scorbutico come un condannato a morte di fronte a quella che più avanti definirà la sua “ghiliottina contrattuale”. Fece senza entusiasmo ciò che doveva e cercò di dimenticare il tutto. Nonostante il risultato finale non sia stato poi così malaccio a quasi vent’anni di distanza Grant continua a non amare quella scena che, a suo parere, è terribile già dall’inizio quando inizia a muovere il fondoschiena. Forse per uscire il prima possibile da questa impasse è stato proprio il non esattamente provetto ballerino a suggerire come far finire il supplizio, dando l’idea dell’entrata della segretaria per chiudere l’imbarazzante momento. Oggi è lecito dirlo: possiamo ricordare Hugh Grant come l’erede di diverse star ma sicuramente nessuno vedrà mai in lui un epigono di Fred Astaire.

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