Insieme a Diego Abatantuono e Angela Finocchiaro, l'attore recita in una divertente commedia sulla famiglia, basata sulla storia originale e sul film "Tanguy". In onda questa sera alle 21:15 su Cinema Uno, in streaming solo su NOW e disponibile on demand
“È più difficile far ridere che far piangere”. È una celebre frase di Totò che della risata era il principe. E Il Mammone (in onda in esclusiva da lunedì 7 novembre alle 21.15 su Sky Cinema Uno, in streaming solo su NOW e disponibile on demand) è davvero una di quelle commedie in cui si ride tanto e di gusto. Il merito è soprattutto del cast azzeccatissimo. Si sa Diego Abatantuono e Angela Finocchiaro possiedono una vis comica travolgente. Ma Andrea Pisani non è da meno. E nel ruolo che dà il titolo al film, riesce a divertire indossando i panni della vittima sacrificale di due genitori disposti a tutto pur di mandarlo via di casa. All’altra metà del duo comico “I PanPers”, dimostra di essere a suo agio anche nell’interpretare un personaggio più introverso e dimesso rispetto a quelli portati in passato al cinema o in tv. Ecco quello che ci ha raccontato tra un idioma giapponese e un risotto milanese al gusto di merluzzo .
L'intervista ad Andrea Pisani
Qual è la prima cosa a cui hai pensato quando hai saputo che avresti recitato in Il Mammone?
Non ero contentissimo di come avevo recitato il provino. Quindi sono stato molto felice quando il regista Giovanni Bognetti mi ha chiamato per comunicarmi che avevo ottenuto la parte. Avevo già recitato nei panni del figlio di Diego Abatantuono nel 2015 in Belli di Papà, un film importante per la mia carriera. Sono amico di Diego e la dinamica padre e figlio tra noi due funziona molto bene sullo schermo. Di solito recito in ruoli più brillanti e attivi. Nel mammone sono una sorta di palla da tennis tra Abatantuono e Angela Finocchiaro, che rappresentano la parte più esilarante della pellicola. Comunque, è stato gratificante recitare in questo ruolo di vittima e non è una parte semplice da interpretare
Era la prima volta che recitavi con Anna Finocchiaro. Come è andata?
Benissimo. È un’attrice pazzesca, un’autentica maestra. Sa ascoltare e conosce alla perfezione i tempi comici. Inoltre, è una donna stupenda, dolcissima. Siamo stati benissimo sul set durante il mese e mezzo delle durata delle riprese.
Invece, con Michela Giraud?
Ci conosciamo da molti anni, dai tempi del programma televisivo Colorado; era il 2015. Sono felice del percorso che ha intrapreso. Credo sia un’attrice davvero talentuosa e credo sia molto adatta per recitare al cinema. E comunque conoscersi prima di girare un film insieme, è sempre un grande vantaggio.
C’è qualcosa del personaggio che interpreti completamente distante da te?
Io sono stato un mammome ma “parziale” inteso più come coccolone...nel senso che anche da grande, mi piaceva farmi coccolare dalla mamma. Ma ho sempre avuto le idee chiare su cosa voler fare nella vita. Sono andato via da casa relativamente presto, intorno ai 20, 21 anni, ho iniziato a fare l’università e a seguire corsi di teatro. Diciamo che quando un figlio di 35 anni come quello del film è ancora a casa, la responsabilità è anche dei genitori.
Nel film sei un professore di letteratura giapponese. Ma hai imparato questa lingua così complessa?
Purtroppo, solo qualche frase, sul set avevamo un consulente che ci teneva molto al fatto che fosse abbastanza credibile quello che dicessi. Quindi sapevo esattamente cosa dicessi e mi ha spiegato bene alcuni costrutti, le inflessioni e le sfumature,
C’è una scena in cui ti cimenti con un risotto alla milanese al sapore di merluzzo. Nella vita sei capace di cucinare?
Devo dire che quella scena del risotto è forse la più divertente del film, fa veramente ridere, è un ping-pong di botta e risposte con i genitori che prendono in giro me che ho cucinato per la prima volta nella casetta in cui mi hanno costretto ad andare.
Nella realtà, sono un cuoco migliore, mi piace cucinare: ho i miei cavalli di battaglia. Certo se sono a casa da solo, non mi metto a fare una pasta alla norma. Prendo del parmigiano e dei cracker e mi metto sul divano, come un single svogliato.
Se dovessi fare un invito agli spettatori di Sky: perché vedere il Mammone?
È una commedia italiana, di quelle che ultimamente si vedono di rado, non è mai sopra le righe, né mai eccessiva e non strizza l’occhio a niente. Racconta una storia attuale ed è uno spaccato di una famiglia italiana come ce ne sono molte . Penso che sia un film recitato benissimo (mi escludo naturalmente altrimenti sembro un megalomane) e credo che sia un film davvero divertente.
Dopo Il Mammone dove ti vedremo?
Attualmente sono in onda con Only Fun Comico Show, un programma sul NOVE tutti i giovedì, che conduco con I PanPers insieme ad Elettra Lamborghini. Lunedì, invece, faccio un programma per ragazzi su Boing. Poi ci sono altri progetti sia al cinema, sia in televisione, ma è troppo presto per parlarne.
approfondimento
Il Mammone, dal 7 novembre in esclusiva su Sky e NOW
Il Mammone, la trama del film
L'antico proverbio giapponese “Quando sei mamma lo sei per sempre” è un mantra nella famiglia Bonelli. Aldo, figlio unico di Piero e Anna, nonostante i suoi 35 anni suonati, l'indipendenza economica, una brillante carriera accademica come professore universitario e innumerevoli occasioni di lavoro all'estero, vive ancora felicemente a casa con la madre e il padre. Un giorno però i genitori realizzano quello che mai avrebbero pensato: non lo sopportano più. Inizia in casa una vera e propria guerra fredda, nella quale i coniugi Bonelli cercano di far emancipare Aldo e metterlo alla porta con ogni mezzo a loro disposizione. Il ragazzo però ha delle risorse inaspettate e non è un tipo che si arrende facilmente.