È arrivato il 19 agosto 2022, sempre su Netflix, il terzo capitolo della discussa saga erotica tratta dai libri della scrittrice Blanka Lipińska. Riuscirà il “50 sfumature polacco” con Michele Morrone a bissare il successo dei precedenti film?
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È raro trovare film che abbiano diviso pubblico e critica come hanno fatto gli adattamenti cinematografici della saga letteraria dei 365 giorni. Dalle nove del mattino del 19 agosto è disponibile su Netflix (visibile anche su Sky Q e tramite la app su Now Smart Stick) il terzo capitolo della saga che mischia erotismo e criminalità: Altri 365 giorni. I protagonisti sono sempre Michele Morrone e l’attrice polacca Anna-Maria Sieklucka, nei panni dei tormentati ma passionali amanti Massimo e Laura.
50 sfumature made in Poland (e con un tocco di italiano)
Blanka Lipińska è nata in Polonia nel 1985, ha una laurea in cosmetologia e ha lavorato in passato anche come terapeuta-ipnotizzatrice. È diventata scrittrice grazie a due incontri: quello con il best-seller Cinquanta sfumature di grigio e quello con la Sicilia. Durante una vacanza sull’isola decise infatti che anche lei avrebbe scritto la sua trilogia di romanzi erotici, aggiungendoci però un tocco d’Italia e un pizzico di crime. Nacque così 365 giorni, seguito poi da 365 giorni - Adesso e Altri 365 giorni.
Se la saga ispiratrice di E.L. James ha avuto un repentino adattamento al cinema, 365 giorni ha trovato la sua strada grazie allo streaming. Il primo film tratto dai libri della Lipińska, arrivato a rimpolpare il catalogo di Netflix nel 2020, è diventato in fretta sorprendentemente un successo mondiale. Un exploit tanto fragoroso da mettere subito in cantiere due seguiti, pronti a pochi mesi di distanza l’uno dall’altro. Ecco quindi che il nostro 2022 ha visto l’approdo sulla piattaforma della “Grande N” prima di 365 giorni - Adesso (ad aprile) e ora di Altri 365 giorni.
A collaborare alla sceneggiatura delle pellicole è stata la stessa autrice dell'epopea letteraria, che si è ritagliata anche degli hitchcockiani cameo all’interno dei film. Si può dire insomma che il risultato finale non sconfessi la visione originale di Lipińska. Nessuno d'altronde ha imputato scarsa fedeltà al materiale originale a dei film che, nel bene e nel male, sono diventati oggetto di discussione per ben altri aspetti.
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La storia di 365 giorni parte con un antefatto molto semplice che poi va complicandosi nel tempo, come nelle migliori telenovelas. Durante una vacanza in Sicilia, la bella Laura viene rapita da un palestratissimo mafioso del luogo, che la tiene segregata per un anno e scopre con lei le gioie del sesso. Laura alla fine, presa dalla più classica delle sindromi di Stoccolma, si innamora del suo carceriere e i due convolano a nozze.
Questa, al netto degli spoiler, era la trama del primo capitolo. Tanto bastò a 365 giorni-il film per incassare 9 milioni di dollari al botteghino in Polonia, l’unico posto dove la pellicola è stata distribuita nelle sale assieme al Regno Unito (dove uscì dopo e raccolse numeri assai meno roboanti). Un successo che motivò Netflix ad esportare il film nei 180 Paesi coperti dal servizio. Una scommessa che pagò almeno dal punto di vista economico, facendo arrivare il primo capitolo in prima posizione tra i film più visti in diverse Nazioni.
Nel seguito 365 giorni - Adesso i protagonisti vedevano la loro unione minacciata dal giardiniere spagnolo Nacho, interpretato dal modello italiano Simone Susinna. Anch'egli bellissimo e molto ricco (almeno per essere un giardiniere), Nacho rapiva Laura dando vita a un triangolo bollente. Ormai agli spettatori dovrebbe apparire chiaro: a Laura piace molto essere sequestrata da aitanti sconosciuti. Succederà anche in Altri 365 giorni? Laura cederà definitivamente alla corte di Nacho o alla fine resterà legata a Massimo? Queste le domande a cui si aspettano le risposte in questo gran finale, che promette di scatenare polemiche al pari degli altri film.
Non è difficile intuire perché la serie di film, amatissima da una certa fetta di pubblico, abbia fatto discutere. Tralasciando la qualità tecnica dell’opera, che portò già col primo capitolo a casa un Razzie Award per la sceneggiatura a fronte di ben 6 nomination, a lasciare perplessi erano questioni un po’ più importanti come la mascolinità tossica accettata e quasi apprezzata dalle protagoniste.
La sensazione, suffragata dai numeri, rimane però che certi problemi siano bypassati dai fan, desiderosi di immergersi in una nuova avventura fatta di sesso spinto e situazioni al limite del grottesco. Ognuno ha i suoi piaceri proibiti da far diventare scult personali, dichiarano in loro difesa gli ammiratori dell’universo di 365 giorni.