L'appuntamento è dal 17 al 28 maggio. Il progetto su Elvis è diretto da Baz Luhrmann, quello sul Duca Bianco da Brett Morgen e quello su Lewis da Ethan Coen
Il Festival di Cannes è ormai prossimo, l'appuntamento è dal 17 al 28 maggio. Sulla scia del binomio, sempre più consolidato, festival-biopic musicali, a Cannes sono ben tre le star musicali che verranno ricordate con altrettanti lavori: Elvis diretto da Baz Luhrmann che narra la vita di Elvis Presley, il complicato rapporto col manager Colonnello Tom Parker e la relazione con la moglie Priscilla Presley; Moonage Daydream, documentario pieno di inediti di Brett Morgen dedicato a David Bowie e Jerry Lee Lewis ancora in forma un documentario, firmato da Ethan Coen, dedicato al cantautore e pianista statunitense tra i maggiori esponenti del rock n'roll.
Partendo da quest'ultimo, l'unico tra l'altro dedicato a un musicista ancora vivo (Lee Lewis ha 86 anni), si tratta di un film che passerà a Cannes nella sezione 'proiezioni speciali' che puo' rivendicare un primato: Jerry Lee Lewis: Trouble in Mind è il primo film che Coen ha diretto senza suo fratello Joel. Ma chi è davvero Jerry Lee Lewis? Intanto è tra i grandi del rock and roll e appunto l'unico rimasto ancora in vita dopo che se ne sono andati Elvis, Bo Diddley, Chuck Berry e Little Richard. Nato a Ferriday (Louisiana) nel 1935 iniziò a suonare il pianoforte insieme al cugino Jimmy Lee Swaggart che lo accusò a un certo punto di fare musica del diavolo anche per le sue frequentazioni musicali non condivise. E pensare che la madre lo aveva iscritto a un'università cristiana e avrebbe voluto che cantasse solo per il Signore. Invece il musicista si ritrovò il soprannome The Killer per il suo stile selvaggio e ribelle che avrebbe fatto impazzire folle di ragazzine. Con l'uscita negli anni Cinquanta di album come Great Balls, Lewis era ormai una stella capace di oscurare quella di Elvis, soprattutto per le sue performance in concerto. Jerry Lee martellava il pianoforte, lo suonava con i piedi, ci saltava sopra e arrivò persino a dargli fuoco in un'esibizione memorabile che anticipava i gesti distruttivi di Jimi Hendrix e Pete Townshend. Nel 1958, il musicista venne travolto da uno scandalo per aver sposato la figlia tredicenne di suo cugino (tra l'altro bassista della band). Entrò in un tunnel da cui uscì dopo poco meno di dieci anni. Ha avuto sette mogli e tutta una serie di tragedie personali, dipendenze da droga e alcol, disintossicazioni, improvvise resurrezioni artistiche. Nel segno del glamour e delle star ci sarà invece fuori concorso a Cannes, Elvis di Baz Luhrmann, uno dei film più attesi sulla Croisette che racconta la vita del Re del Rock and Roll, Elvis Presley (Austin Butler). Centrale nel biopic è il rapporto col manager, il colonnello Tom Parker (Tom Hanks), con il quale Elvis intreccerà un sodalizio artistico della durata di circa vent'anni. Il film si concentra proprio su questo rapporto complesso, a partire dall'ascesa della prima rockstar della storia fino al raggiungimento della fama mondiale. Il tutto mentre l'America vive uno sconvolgimento socio-culturale, che la porterà a grandi cambiamenti. Nel cast troviamo anche Olivia DeJonge che interpreta Priscilla Presley, la moglie di Elvis con cui il divo è convolato a nozze nel 1967 e, nonostante le tante relazioni attribuitigli, l'unica donna che il Re abbia sposato.
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Infine, Cannes ospiterà Moonage Daydream, documentario di Brett Morgen dedicato a David Bowie re assoluto del pop-rock. Il film, il primo approvato ufficialmente dagli eredi e prodotto da Universal Pictures Content Group e Neon, racconta Bowie attraverso filmati, performance e musica inediti. L'idea di Morgen è stata di esplorare le varie forme d'arte sperimentate dall'artista nel corso della sua vita: danza, pittura, scultura, collage video e audio, sceneggiatura, recitazione e teatro dal vivo. Il film cita 48 suoi brani musicali e ha un team che comprende il collaboratore di lunga data di Bowie, amico e produttore musicale Tony Visconti; il sound mixer premio Oscar Paul Massey e David Giammarco. La documentazione arriva dal fatto che nel 2017, la David Bowie Estate ha concesso al regista l'accesso libero agli archivi personali di Bowie, comprese tutte le registrazioni master. Da qui sono state portate alla luce centinaia di ore di 35mm e 16mm mai visti prima. Il titolo Moonage Daydream fa riferimento all'omonima canzone di Bowie tratta dall'album del 1972 The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars.